Gabriele Campora dopo la mancata nomina in CRC: “Non cercavo una poltrona, ma la Fondazione si sostituisce alla politica”

28 ottobre 2020 | 09:30
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Gabriele Campora dopo la mancata nomina in CRC: “Non cercavo una poltrona, ma la Fondazione si sostituisce alla politica”

L’ex capo di gabinetto del sindaco di Mondovì, Paolo Adriano, attacca: “È probabile che l’episodio che ha coinvolto l’amministrazione e il sottoscritto diverrà un monito e un precedente per tutti, un’esortazione a non mettersi contro un sistema di potere apparentemente inscalfibile, che oltretutto ha in mano la leva delle erogazioni”

È stata sicuramente una delle vicende più dibattute del 2020 a Mondovì e dintorni quella relativa alla mancata approvazione da parte della Fondazione CRC della nomina a consigliere di Gabriele Campora, ex capo di gabinetto del sindaco Paolo Adriano, la cui candidatura nell’ente cuneese era stata sostenuta proprio dai vertici amministrativi della città.

Nei giorni scorsi è giunta la nomina di Daniela Bosia, docente del Politecnico di Torino, salutata ufficialmente dal primo cittadino, il quale tuttavia non ha perso l’occasione di lanciare una frecciata ai vertici della Fondazione: “Siamo tuttora convinti che il consigliere da noi indicato fosse in possesso di tutti i requisiti necessari per rivestire tale incarico”, ha dichiarato in una nota diramata dal suo ufficio stampa.

In queste ore, quasi a voler porre idealmente la parola “fine” in calce all’accaduto, è intervenuto il diretto interessato, Gabriele Campora, con una lettera scritta di suo pugno e tesa a commentare l’episodio vissuto.

“Dopo profonda riflessione, sono giunto alla conclusione che non sia utile intraprendere azioni legali – esordisce Campora nel documento –. Poco conta l’essere certo di possedere i requisiti necessari per la nomina, di fronte a una prova di forza così sproporzionata come quella messa in campo dai vertici della Fondazione CRC. Non è opportuno che una questione di principio così importante possa essere rappresentata come un mio capriccio (o peggio ancora come la ricerca di una poltrona). Mi faccio da parte, quindi, per sgombrare il campo da qualsiasi lettura di ambizione personale.

“Resta, però, evidentissima, la gravità di quanto accaduto – prosegue –. Già con le modifiche statutarie del 2018, al motto di ‘fuori la politica dalle Fondazioni bancarie’, è stata di molto ridotta la rappresentatività delle amministrazioni comunali (unici organi eletti direttamente dai cittadini a poter esprimere nomine per il Consiglio della Fondazione). La bocciatura senza appello della nomina, legittimamente presentata dal Comune di Mondovì, va un passo oltre, creando un precedente che lancia un chiaro segnale: ‘Le amministrazioni comunali possono nominare i loro rappresentanti di fiducia, purché siano graditi ai vertici della Fondazione’. D’altra parte, è sufficiente uno sguardo alla composizione del nuovo Consiglio in rapporto a quello precedente, con la permanenza in carica di buona parte dei vecchi componenti, nominati nel 2020 da enti completamente diversi da quelli che li avevano nominati nel 2016, per comprendere quanto sia accurato il lavoro dei vertici della Fondazione per indirizzare le scelte e garantirsi la continuità”.

Campora, poi, rincara la dose: “Se si considera il ruolo sempre più ingombrante che la Fondazione CRC ambisce a mettere in campo nella pianificazione strategica per la nostra Provincia, o se si volge lo sguardo verso le associazioni politico-culturali gestite direttamente o indirettamente dalle persone che gestiscono la Fondazione stessa, è evidente il tentativo di sostituirsi agli organi politici eletti dai cittadini. Purtroppo, è probabile che l’episodio che ha coinvolto l’amministrazione di Mondovì e il sottoscritto diverrà un monito e un precedente per tutti, un’esortazione a non mettersi contro un sistema di potere apparentemente inscalfibile, che oltretutto ha in mano la leva delle erogazioni. La mancanza di reazioni e prese di posizione pubbliche nel mondo politico provinciale a questa vicenda sono sintomatiche di un generale disinteresse, forse dettato anche dall’incapacità di proporre percorsi alternativi, per un tema così importante e delicato”.

Dunque, non resta che cominciare a impegnarsi per il 2024, con la speranza di poter individuare un presidente della Fondazione CRC finalmente di area monregalese e un Consiglio generale completamente rinnovato, in grado di riportare la Fondazione CRC a essere strumento del territorio e non viceversa. In chiusura, ringrazio particolarmente il sindaco di Mondovì, Paolo Adriano, e i consiglieri comunali del ‘Patto Civico’ per la fiducia accordatami nel proporre e sostenere la mia candidatura. Ringrazio anche i tanti che mi hanno manifestato la loro vicinanza e solidarietà, spronandomi a continuare la battaglia. So di essere in buona compagnia e so che insieme, costantemente e con fatica, continueremo a lavorare per riportare la politica al servizio di tutti i cittadini”.