Ospedale unico Cuneo, dopo il presidio la discussione si ripresenta in Consiglio Comunale

11 settembre 2023 | 09:19
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Ospedale unico Cuneo, dopo il presidio la discussione si ripresenta in Consiglio Comunale

I consiglieri Toselli, Fierro e Sturlese (Cuneo per i beni comuni), Boselli e Armellini (Indipendenti) e Bongiovanni (Cuneo Mia), richiedono che i fondi pubblici a disposizione siano destinati al miglioramento del S.Croce per realizzare in tempi ragionevoli il nuovo ospedale e la Casa della Comunità.

Dopo i quattro giorni del presidio piazzato di fronte all’Ospedale S.Croce di Cuneo, per insistere sulla necessità di ampliarlo e modernizzarlo facendolo diventare l'”ospedale unico” di Cuneo, la questione del nuovo nosocomio cittadino ritorna in Consiglio Comunale, definito dall’amministrazione la sede più appropriata per una discussione così importante. Lo fa grazie all’ordine del giorno sottoscritto dai consiglieri comunali Luciana Toselli, Nello Fierro e Ugo Sturlese di Cuneo per i beni comuni, Giancarlo Boselli e Paolo Armellini degli Indipendenti e Claudio Bongiovanni di Cuneo Mia.

Il nuovo ordine del giorno si basa sulla grande partecipazione che ha visto protagonista lo stesso presidio, che alla fine di agosto ha raccolto l’adesione e la solidarietà di centinaia di cittadini cuneesi, frastornati dai dibattiti che ruotano almeno da un paio d’anni circa la costruzione della nuova struttura ospedaliera del capoluogo e dai continui cambi di programma. La richiesta dei consiglieri all’amministrazione è quella di utilizzare i fondi pubblici disponibili per interventi antisismici e antincendio alla rigenerazione e all’ampliamento dell’ospedale S.Croce, indicato con questa deliberazione come nuova sede dell’Ospedale unico di Cuneo, annullando la precedente decisione dello stesso Consiglio Comunale.

Nel documento presentato, infatti, i consiglieri tracciano una breve ma esauriente cronologia di tutte le tappe che hanno scandito la questione, tra il Consiglio Comunale e le scelte della Regione Piemonte. In primis la delibera consigliare del gennaio 2021 che, dopo mesi di discussione, vide l’assemblea optare per la costruzione della nuova struttura nell’area di Confreria, dove oggi sorge il Carle. Decisione cui fu proprio il gruppo Cuneo per i beni comuni ad opporsi rimanendo fedele ad un progetto di modesto ampliamento del S.Croce, per mantenere la struttura in centro città, anche pensando ad un eventuale parcheggio interrato da destinare interamente al nosocomio nel piazzale ex-Inps e ai vincoli paesaggistici che “gravano” sull’area del Carle. Il tutto da finanziarsi ricorrendo esclusivamente a fondi pubblici (141,360 milioni di fondi ministeriali, 7,440 milioni di fondi regionali e ulteriori 33,8 milioni dallo Stato per adeguare la struttura ai protocolli di sicurezza e antisismici, per un totale di circa 200 milioni di euro). Secondo questa proposta, circa 3-4000 metri quadrati della struttura sarebbero stati destinati alla Casa della Comunità, considerata dai firmatari dell’ordine del giorno come passo fondamentale per le esigenze della sanità locale, specialmente dopo quanto vissuto con l’esperienza del Covid.

In tutto questo la Regione ha cambiato i programmi, soprattutto in materia di finanziamento, aprendo nel corso del 2022 alla possibilità di ricorrere al Partenariato Pubblico Privato per finanziare la costruzione non solo del nuovo ospedale di Cuneo (in zona Carle) ma anche sei nuove strutture in tutto il Piemonte, in alternativa all’uso dei fondi pubblici o ai fondi Inail. Quest’ultima strada appariva da subito troppo complicata, soprattutto per via delle ingenti risorse da impiegare per la necessaria progettazione, e così il PPP è diventata la priorità di Cirio-Icardi, in particolare alla luce della proposta presentata da Fininc di Matterino Dogliani (finanziamento anticipato ma con un canone di 55 milioni l’anno per 20 anni per un totale di oltre un miliardo e con un ruolo di gestione per la sola parte alberghiera). Il tutto nonostante l’amministrazione comunale cuneese si sia sempre dichiarata favorevole al finanziamento pubblico più che al ricorso al privato. Crescono anche i costi per la nuova struttura, da 200 a 400 e nei mesi successivi all’annuncio della Regione (febbraio 2023) si susseguono le dimissioni della Direttrice generale dell’Ospedale 5. Croce Elide Azan, della Direttrice Sanitaria Rebora e il trasferimento all’Asl Cn1 del Direttore Amministrativo Cassissa. Al loro posto il nuovo Direttore Sanitario Giuseppe Coletta e il nuovo Direttore Amministrativo Giorgio Rinaldi, clic peraltro, scrivono i consiglieri, risulta non avere i requisiti per ricoprire tale incarico, non presentando nel Curriculum i prescritti cinque anni di Direzione in strutture sanitarie di grande o medio livello. Si è venuto così a creare uno stallo di difficilissima risoluzione in tempi brevi che rischia anche di compromettere l’istituzione della Casa della Comunità, considerata dai promotori dell’ordine del giorno come indispensabile, ma che ad oggi potrebbe sorgere non prima di un decennio, quando cioè si parla ottimisticamente dell’instaurazione definitiva del nuovo ospedale unico di Confreria.