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Forza Italia, il passo indietro di Maurizio Paoletti: “oggi paga di più essere civici che politici”

8 ottobre 2022 | 20:56
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Forza Italia, il passo indietro di Maurizio Paoletti: “oggi paga di più essere civici che politici”

“L’elezione del presidente della Provincia ha acuito le criticitâ per quegli amministratori che si sono schierati in un partito”, spiega l’ormai ex coordinatore provinciale del partito fondato da Silvio Berlusconi in una lunga lettera inviata agli altri componenti del direttivo in cui ripercorre gli ultimi anni della politica locale rivendicando gli importanti risultati ottenuti sul territorio fino alle amministrative dello scorso mese di giugno “che ci hanno riportato con i piedi per terra”

Inizia proprio dagli inizi della sua carriera politica la lunga lettera attraverso cui Maurizio Paoletti, nella giornata di ieri (venerdì 7 ottobre), ha comunicato agli altri componenti del direttivo di avere rassegnato le dimissioni da coordinatore provinciale di Forza Italia. In un documento di quattro pagine (scaricabile QUI), il racconto dell’ormai ex coordinatore provinciale del partito fondato da Silvio Berlusconi parte dai primi anni (dal 2004 ndr) da consigliere comunale a Boves e dai suoi punti di riferimento Raffaele Costa e William Casoni per arrivare alle ultime, e difficili per il partito, amministrative di Cuneo, Mondovì e Savigliano“che ci hanno riportato con i piedi per terra”.

In mezzo la rivendicazione degli importanti risultati ottenuti a livello personale come la doppia elezione a sindaco nel 2014 (“con il 40,5% ed uno scarto di appena 29 voti, perché la sinistra ed il PD si erano spaccati correndo con due liste”) e nel 2019 (“passando da1 40% al 60% dei consensi contro 1’ex direttore della redazione di Cuneo della Stampa, figlio del1’ex sindaco di Boves ed ex presidente della provincia, prof. Mario Martini”).

Ma soprattutto quella dei risultati ottenuti dal partito di cui a livello provinciale è diventato commissario nel 2017 e coordinatore nel 2019. Tra tutte l’elezione a senatore di Marco Perosino nel 2018, quella di Alberto Cirio presidente e Franco Graglia vicepresidente del consiglio della Regione e quella di Carlo Bo sindaco di Alba nel 2019. Ma Paoletti rivendica anche il ruolo da protagonista del suo partito nelle elezioni provinciali (di secondo livello ndr) nelle quali, nell’ultima tornata, “i nostri due candidati alle provinciali, Massimo Antoniotti e Graziella Viale sono risultati i piu votati, non solo rispetto at nostri alleati ma anche di tutti i nostri avversari, segno evidente che siamo i1 partito di riferimento degli ammlnistratori della Provincia Granda”.

Ma pare essere proprio la difficile (impossibile?) convivenza tra l’anima civica e quella politica (insieme alla necessità di dedicare più tempo alla professione di avvocato e all’amministrazione comunale bovesana attesa dal responso delle urne nel 2024) la motivazione principale del passo indietro: “L’elezione del presidente della Provincia ha acuito le criticitâ per quegli amministratori che si sono schierati in un partito; oggi essere civici, per chi amministra un ente locale, paga di piu che prendere una qualsiasi tessera: un problema che bisognerà, prima o poi, affrontare con molta franchezza”. Il riferimento è a Luca Robaldo che, proprio da civico, in pochi mesi “si è preso” il Comune di Mondovì e la Provincia di Cuneo. Nella missiva, il sindaco di Boves cita anche Enrico Costa e i suoi ripetuti cambi di schieramento nell’agone politico nazionale quali fattori che, inevitabilmente, hanno condizionato anche la politica locale dell’ultimo periodo.

Paoletti non lascia, ma chiede un immediato cambio di passo al partito: “Non abbandono Forza Italia che, ad oggi, e l’unico partlto moderato in cui mi riconosco… Credo, parimenti, che all’interno del partito sia necessario e non piu rinviabile un ricambio generazionale; a partire dai vertici nazionali per poi scendere”. Poi, al fine di evitare una deriva estremistica e garantire la sopravvivenza di Forza Italia, auspica per il governatore del Piemonte un ruolo centrale nella politica nazionale: “Il nostro Presidente della Regione, Alberto Cirio, è persona autorevole che può ambire a prendere in mano l’area moderata, liberale ed europeista per rappresentare, negli anni che verranno, il punto di riferimento per evitare la polarizzazione a destra del’elettorato o la fuga verso altre forze centriste che oggi minacciano l’esistenza stessa del nostro partito”.

Infine la garanzia che si tratta solamente di un arrivederci: “Il mio non e quindi un addio all’impegno ma solo una pausa di riflessione, per riprendere fiato”. Ma intanto la palla torna al partito che dovrà velocemente individuarne il successore.