Boves riflette e agisce: “Contatti per portare famiglia ucraina in città”

3 marzo 2022 | 07:32
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Grande partecipazione collettiva al momento di preghiera e condivisione organizzato da Scuola di Pace, Comune e Parrocchia. Alessandra Liberio assegna “compiti di pace” e invita a trovare la pace interiore per poterla portare anche fuori. Il sindaco Paoletti esorta ad agire concretamente come sta facendo l’amministrazione comunale al lavoro per accogliere una famiglia ucraina con una donna al 5° mese di gravidanza e un bambino di 16 mesi

Boves. Nella serata di ieri (mercoledì 2 marzo) in Piazza dell’Olmo si è tenuto il momento di condivisione e riflessione sulla guerra in Ucraina, proposto dalla Scuola di Pace di Boves in collaborazione con il Comune e la Parrocchia di Boves. Un centinaio di persone, tra cui anche molti giovani, si sono radunati davanti al sagrato della chiesa di San Bartolomeo (alcuni con fiaccole in mano) per condividere riflessioni su quanto sta accadendo in queste difficili ore. Sono seguiti momenti di raccoglimento religioso accompagnati da canti e letture di preghiere. Presenti all’evento, oltre alla coordinatrice della scuola di Pace Alessandra Liberio, anche il sindaco Maurizio Paoletti, la consigliera comunale e presidente della Scuola di Pace Enrica di Ielsi, Guido Giordana (sindaco di Valdieri), il parroco Don Bruno e Denis Scotti (presidente del Comitato 10 Febbraio della provincia di Cuneo). Tra il pubblico anche gli altri componenti della giunta e diversi consiglieri comunali.

Dopo il canto introduttivo guidato dalla bellissima voce di Valeria Arpino (vedi video sopra), la coordinatrice Liberio ha spiegato come è nata l’idea di questo evento “Non volevo realizzare una manifestazione, ma un incontro che rispecchiasse esattamente quello che è la “Scuola di Pace”. Non si fa scuola, ma si è scuola. Il nostro compito è quello di educare e, come diceva Calamandrei, la scuola deve educare ad avere coscienza di sè per scoprire scopi più alti. Quali sono questi scopi più alti? Uno di questi è sicuramente la pace. Quale momento migliore di questo? Educare ed educarsi alla pace. Come insegnante della Scuola di Pace vi lascerò dei compiti, non facili, ma che io stessa faccio quotidianamente. Li offro a voi perché vanno nella direzione della pace”.

Ha poi preso la parola il sindaco Maurizio Paoletti, particolarmente turbato dagli avvenimenti degli ultimi due anni: “Il 19 settembre e 25 Aprile quando ci incontriamo ci diciamo sempre che dobbiamo coltivare la pace, lavorare per la pace ma in questi anni non abbiamo avuto idea di cosa questo volesse dire veramente. Ho paura di quello che ci aspetta nel mondo. Una paura che deve farci prendere consapevolezza di valori che abbiamo professato troppo a parole e non messo in pratica. Io non faccio geopolitica, ma c’è un comandamento che dice “Non uccidere” e nessuno ha diritto di ammazzare qualcun altro, di lanciare delle bombe su bambini anziani e donne, nessuno!”. Paoletti ha sottolineato come in questi momenti di paura e sconforto, la preghiera sia il primo istinto di molti, anche suo. “Oltre alla preghiera però è anche importante agire” ha evidenziato il sindaco raccontando un recente avvenimeneto che ha portato il Comune di Boves ad agire concretamente: “In questi giorni una signora bovesana è venuta a chiederci aiuto per il bambino, ormai adulto, proveniente da Chernobyl che negli anni la sua famiglia aveva ospitato. Questo ragazzo ora abita con la sua famiglia nella cerchia di Kiev, sono riusciti a scappare. Sono in Slovacchia, hanno un bambino di 16 mesi e la moglie è incinta al 5° mese. Ci siamo da subito attivati con la Prefettura per sapere se è possibile farli entrare in Italia. Il mio augurio è che quel bambino nasca in terra ucraina perchè quella è la sua patria, ma se ciò non potrà avvenire, sarei contento se nascesse nella nostra terra, che sarà un po’ la sua patria adottiva perchè questa è una terra di libertà e io farò tutto quello che è nelle mie possibilità di sindaco per portarli a Boves e dare loro tutto il supporto perchè nonostante tutte le guerre, la morte la distruzione, la vita prevale sempre. Se anche salveremo una sola famiglia, avremo già fatto tanto nel nostro cammino della vita”.

La presidente Di Ielsi ha letto le lettere dei paesi gemellati Castello di Godego, Mauguio e Schondorf am Ammersee che, esprimendo a loro volta incredulità e paura, hanno sottolineato l’importanza di costruire legami di amicizia e percorsi di riconciliazione come quelli portati avanti in questi anni dal Comune. Sono seguiti canti e pregherie con l’intervento di Don Bruno e letture da parte dei presenti. In conclusione ha preso nuovamente la parola la coordinatrice Liberio per assegnare ai presenti i citati “Compiti di Pace”.

“In ogni guerra ci sono vittime e carnefici, aggrediti e aggressori. Quando ci lamentiamo siamo vittime, quando giudichiamo carnefici. Il mio compito per tutti voi è quello di cominciare questa quaresima con digiuno da lamentele e giudizi. Dicono che 40 giorni bastino per cambiare un’abitudine. E’ facile eliminare lamentele e giudizio con parole e gesti, ma se riusciamo a fare la parte più difficile, eliminare anche i pensieri di lamentela e giudizio avremo fatto un bel lavoro”. E a conclusione di una serata rivolta a trovare la pace, da Alessandra Liberio l’invito a fare da subito un passo concreto: individuare qualcuno presente nella piazza nei confronti del quale ci si è sentiti offesi, guardarlo negli occhi o inviargli anche solo un pensiero di unione e amore perchè se ritroviamo la pace dentro di noi, riusciremo a portarla anche fuori.