Rifondazione attacca: “Elezioni provinciali furto di democrazia”

20 dicembre 2021 | 12:11
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Rifondazione attacca: “Elezioni provinciali furto di democrazia”

“Richiamiamo il nostro giudizio assolutamente negativo su questa legge che ha finto demagogicamente di abolire le Province in nome dei costi impropri della politica – che noi realmente combattiamo – limitandosi invece ad abolire solo la democrazia dell’elezione popolare dei consigli, determinando un grave vuoto istituzionale rispetto alle funzioni precedentemente esercitate da questi enti territoriali di area vasta”

Scrive la sezione di Cuneo di Rifondazione Comunista.

In questi giorni si sono tenute le elezioni di secondo grado (votano solo i consiglieri comunali) di molte città metropolitane e province, dopo il rinvio del governo deciso nel marzo scorso a sessanta giorni dopo il turno amministrativo. Rifondazione Comunista si batte dall’inizio contro le elezioni provinciali e metropolitane truffa, per la reintroduzione del suffragio universale e per l’immediata abrogazione della legge Del Rio.

Vogliamo qui richiamare in maniera sintetica il nostro giudizio assolutamente negativo su questa legge (legge 56/2014) che ha finto demagogicamente di abolire le Province in nome dei costi impropri della politica – che noi realmente combattiamo – limitandosi invece ad abolire solo la democrazia dell’elezione popolare dei consigli, determinando un grave vuoto istituzionale rispetto alle funzioni precedentemente esercitate da questi enti territoriali di area vasta (scuola, strade, urbanistica, tutela dell’ambiente e del territorio ecc.).

Vuoti che, abbinati ai tagli dei trasferimenti, si sono drammaticamente evidenziati, anche nella cronaca giornalistica, rispetto all’assenza dell’operatività di funzioni in campo di manutenzione stradale, piani neve, rete scolastica ecc. e rispetto al destino del personale, ancora incerto e precario.

Peraltro una delle ulteriori conseguenze positive della vittoria del NO al referendum costituzionale del 4 dicembre 2016, fortemente voluto da Renzi, è il fatto che non è passata l’abolizione delle province come organo costituzionale ed istituzionale dello stato; il che ha ulteriormente evidenziato il carattere truffaldino della legge Del Rio (legge 7 aprile 2014 n. 56 ) di finta abolizione delle Province, ma in realtà di semplice abolizione del voto popolare.

Incomprensibile è stato che numerose sentenze della Suprema Corte, anche dopo della vittoria del NO nel 2016, abbiano confermato il carattere transitorio di questa legge, non dichiarandola incostituzionale fino all’approvazione di una nuova normativa.

Nuova normativa in fase di lenta discussione nelle commissioni parlamentari, fino alla definizione di un tavolo tecnico con la partecipazione dell’UPI, Unione Province d’Italia.

Riteniamo pertanto opportuno, sulla base del nostro giudizio come PRC-SE sulla vigente normativa antidemocratica sulle Province e le Città Metropolitane, muoverci in due direzioni:

1) Non partecipare alle elezioni provinciali visto che è previsto un ulteriore sbarramento antidemocratico con un numero di firme per presentare una lista pari al 5% dei consiglieri comunali aventi diritto al voto.

2) Rilanciare la battaglia per l’abrogazione della legge Del Rio, partendo anche dal dibattito parlamentare in corso, impegnandoci come PRC-SE a presentare al più presto una nostra proposta di legge in materia.