“Tutela operatori sanitari non può essere affidata solo a opere benefiche”

22 marzo 2020 | 16:46
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“Tutela operatori sanitari non può essere affidata solo a opere benefiche”

Anaao Assomed Piemonte: “Disorganizzazione inaccettabile. I privati cittadini riescono dove l’Unità di crisi non arriva”

Scrive la segreteria regionale di Anaao Assomed Piemonte.

L’unità di crisi non funziona. Nonostante il cambio al vertice, la sostanza è sempre la stessa. Le maschere scarseggiano. Scarseggiano significa che i rianimatori intubano senza FFp3 , che i medici dei reparti COVID tengono le stesse maschere FFp2 per 48-72 ore , che le maschere chirurgiche fino ad oggi mancano negli ambulatori del territorio. Scarseggiano significa che gli operatori contraggono l’infezione e si ammalano. Mancano i caschi Cpap, mancano i ventilatori.
E di queste carenze abbiamo testimonianze scritte, comprovate e agli atti. Ci risulta però che un privato del Vercellese abbia acquistato numerose mascherine e alcuni caschi per Cpap, che sta distribuendo ai sanitari. E come lui altri generosi donatori. Come possono i comuni cittadini arrivare laddove non riesce la Regione?
I quantitativi che i privati possono importare sono limitati, la dogana li blocca se eccessivi , proprio per favorire le richieste ufficiali delle ASL . Ma queste richieste non arrivano. Cosa sta facendo l’Unità di crisi ?
I vertici dell’ assessorato ci hanno detto di aver fatto l’ impossibile per procurare i DPI, ma non è così. I funzionari regionali o gli incaricati dell’ approvvigionamento di materiali evidentemente non sono in grado di gestire i rifornimenti. Le mascherine sul mercato si trovano, l’unità di crisi deve individuare un canale di importazione, deve organizzarsi, coordinarsi con le Asl e comprarle.
Avrebbe dovuto farlo da due settimane. Ogni giorno muoiono pazienti e si infettano operatori . Bisogna agire subito: cosa si aspetta ad acquistare i
DPI, i ventilatori e le CPap? Se riescono i privati ancor di più dovrebbe riuscirci la Regione.
E’ indispensabile che chi lavorava agli uffici acquisti sia operativo 7/7 , che agisca con urgenza, non come se dovesse acquistare i toner per le fotocopiatrici.
Ci sono troppi vincoli burocratici per i rifornimenti, troppe regole di acquisto, assenza di lista fornitori condivisa. Si deve immediatamente derogare al pagamento a 180 giorni della
Regione. Che salti tutta la burocrazia, subito. La distribuzione delle scorte acquistate dalla Protezione Civile nazionale deve essere più agile, non perdersi in lungaggini.
Ci risulta che vi siano attività che vorrebbero proporsi come intermediari per acquistare DPI o per produrli, e che non riescono a mettersi in contatto con l’ unità di crisi, che non hanno ricevuto risposta dalla mail ufficiale acquisti_cabinadiregia.
Intanto noi ci stiamo ammalando e non abbiamo i mezzi per curare adeguatamente i pazienti.
Aggiorneremo l’esposto in procura con questi dati : i DPI sul mercato ci sono, i privati cittadini riescono ad acquistarle, gli enti pubblici fanno fatica. Che si indaghi! Il Sistema sanitario ha bisogno di truppe numerose, preparate, motivate e protette. Noi ci siamo. E la Regione?