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Cronaca
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E’ morto Monsignor Silvano Restagno, cittadino onorario di Chiusa di Pesio

16 aprile 2024 | 11:51
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E’ morto Monsignor Silvano Restagno, cittadino onorario di Chiusa di Pesio
[foto Gloria Gavotto]

Don Silvano si è spento in mattinata all’età di 86 anni nella Fondazione Residenza “La Meridiana” in cui risiedeva

Nella mattinata di oggi (martedì 16 aprile) nella Fondazione Residenza “La Meridiana”di Chiusa di Pesio dove risiedeva, è morto Monsignor Silvano Restagno. Aveva 86 anni. Al paese ai piedi della Valle Pesio in cui ha trascorso gli ultimi anni, Don Silvano ha donato gran parte della sua vita. Ci arrivò nel 1982, dopo essere stato ordinato sacerdote nel 1960, nominato direttore dell’Ufficio catechistico diocesano, aver insegnato religione alla scuola dei periti e alle magistrali ed essere stato parroco di Mondovì Borgato dove fece costruire il Cinema Bertola e bonificare l’area intorno dando vita agli impianti sportivi. Un’opera instancabile tra la gente, la sua, che lo ha fatto entrare nel cuore dei chiusani facendone nel tempo un autentico punto di riferimento, così il 2 luglio 2022 in un consiglio comunale straordinario, Chiusa di Pesio gli concesse all’unanimità la cittadinanza onoraria.

Una scelta che, quel giorno, il sindaco Claudio Baudino spiegò così: “Di solito si diviene cittadini per nascita. Quando veniamo al mondo, nasciamo in un luogo ben preciso e questo luogo – attraverso la cittadinanza – stabilisce subito con noi un legame, che spesso ci condiziona per tutta la vita. La cittadinanza, infatti, è innanzitutto il nostro appartenere ad una comunità. E questa appartenenza passa attraverso i tantissimi volti e le tantissime storie che la nostra esistenza incrocia, sin da quando siamo bambini. Proprio i volti e le storie che incontriamo nella nostra vita ci permettono di divenire cittadini in un altro modo. Si può diventare membri di una comunità, non solo perché in quella comunità siamo nati, ma perché il nostro vivere tra la gente di quel luogo ci permette di creare un legame forte e duraturo, anche molto tempo dopo la nostra nascita. C’è però un terzo modo di divenire cittadini. Un modo che non dipende dal nostro esser nati in uno specifico luogo. E neanche dal fatto che in quel posto abbiamo scelto di vivere. Ma che è frutto di una precisa “richiesta” degli abitanti di quel luogo, che ci chiamano ad essere “uno di loro”. E questo può avvenire per tanti motivi. Nel 1982 a Don Silvano è stata affidata la Parrocchia di Chiusa di Pesio e  lui si è dedicato completamente alla comunità per 35 anni. Fin dal suo arrivo, si è speso per tutte le fasce di età, dal gruppo di ministranti, che contava numerosi partecipanti, alla catechesi per bambini e ragazzi, fino alla formazione degli adulti. Oltre alle tantissime cose fatte (tra le altre un oratorio attivissimo e la fondazione della Caritas diocesana ndr), voglio sottolineare il sentimento di estrema vicinanza nei confronti delle persone, delle famiglie e della comunità chiusana cha ha dimostrato durante la sua attività pastorale. Oggi siamo qui per sancire questo legame, che è anche un grande grazie che Chiusa di Pesio rivolge a  Monsignor Mario Silvano Restagno per quello che ha saputo fare, per quello che continua a fare. Ma soprattutto, per come ha saputo farlo, per il bene che ha saputo fare e per averlo fatto bene”.

Un riconoscimento che Don Silvano accolse dapprima con la consueta ironia: “Ho sentito talmente tante cose belle riferite a me che dico ‘il Signore misericordioso avrà pietà di tutti questi bugiardi’. Anche la banda musicale che, di solito, va a benedire trattori invece oggi ha suonato per un vecchietto in rottamazione come me. Facessi parlare il cuore probabilmente dovremmo ritardare il momento del pranzo”. Poi prevalse il ricordo: “Ho scritto delle cose qui su dei fogli, ma quello che avete scritto voi in tanti anni non lo riesco a descrivere. Ho regalato quarant’anni con estrema gioia a Chiusa di Pesio e ai chiusani che non mi hanno deluso. Una cosa a cui ho sempre tenuto è l’importanza del perdono e del saper perdonare. Quando capitano malintesi nascono amarezze che poi fanno male alle famiglie, ai rapporti tra fratelli che diventano tali solo perchè il sangue urla ma non lo sono piu perchè non c’è più l’amore fraterno. Ricordo che ho persino dato l’esempio parecchie volte. In 37 anni per tre volte nella nostra bellissima chiesa gremita, ho chiesto pubblicamente perdono a una famiglie e persone perchè credevo di avere mancato in qualche modo nei loro confronti. E’ più facile perdonare cento volte che chiedere perdono una sola volta”.

Quel giorno alla Fondazione Residenza La Meridiana era presente anche il vescovo della diocesi di Mondovì Monsignor Egidio Miragoli che disse: “Dove Don Silvano è passato ha lasciato il segno, creando rapporti duraturi e rapporti veri”.

Domani, mercoledì 17 aprile alle 20.30, la veglia di preghiera nella Chiesa Parrocchiale di Sant’Antonino di Chiusa di Pesio dove alle 14.30 di giovedì 18 aprile verrà celebrato il funerale.