8 settembre 1943: l’inizio della Resistenza

8 settembre 2023 | 07:45
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8 settembre 1943: l’inizio della Resistenza
Il generale Castellano stringe la mano di Eisenhower dopo la firma

Con l’entrata in vigore dell’Armistizio di Cassibile firmato dal governo Badoglio con gli Alleati, cominciava la pagina più eroica della storia italiana che ha visto la Granda tra i principali protagonisti.

Oggi ricorre l’ottantesimo anniversario dell’Armistizio dell’8 settembre, data considerata l’inizio della Resistenza italiana al nazi-fascismo e della lotta partigiana. In questo giorno esatto, nel 1943, entrò infatti ufficialmente in vigore l’Armistizio di Cassibile, firmato dal Governo Badoglio, che aveva soppiantato a partire dal 25 luglio Benito Mussolini, e le forze alleate e che rappresentò la fine dell’alleanza tra il Regno d’Italia e la Germania Nazista e la resa incondizionata della nostra nazione agli Alleati.

L’armistizio era stato firmato già il 3 settembre, ma venne tenuto segreto fino al tardo pomeriggio dell’8, quando lo stesso Badoglio ne comunicò l’entrata in vigore via radio. Una scelta particolare, spesso criticata e studiata a fondo dagli storici, dato che gli Alleati spingevano per l’annuncio e continuarono a bombardare pesantemente le città italiane fino all’ufficialità (soprattutto nel Lazio, con Civitavecchia e Viterbo le più colpite). «Il governo italiano, riconosciuta la impossibilità di continuare la impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell’intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione, ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate anglo-americane. La richiesta è stata accolta. Conseguentemente, ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo. Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza», questo fu il comunicato che lesse Badoglio, circa un’ora dopo Eisenhower, che lo pronunciò a Radio Algeri intorno alle 18.30.

L’8 settembre ebbe conseguenze enormi dal punto di vista politico. L’ex Duce Benito Mussolini, dopo l’esilio sul Gran Sasso, il 23 settembre fondò la Repubblica Sociale Italiana con sede a Salò, e la famiglia reale che, insieme a Badoglio, scappò da Roma a Brindisi. Due avvenimenti che di fatto portarono il conflitto all’interno della società italiana, con i giovani ex militari del Regno chiamati alle armi nelle fila “repubblichine” o costretti a disertare, nascondendosi o prendendo la via delle montagne. Perché è proprio in questa fase che cominciò a tutti gli effetti la Resistenza italiana al nazi-fascismo e la conseguente lotta partigiana. Una lotta eroica che durerà due inverni e che si concluderà nella primavera del 1945, con i partigiani che divennero sempre più apprezzati e sostenuti dalle comunità. Una pagina di storia che ha visto Cuneo e la Granda tra le principali protagoniste su scala nazionale, come dimostra anche la Medaglia d’Oro al Valor Militare conferita dalla neonata Repubblica Italiana alla Città.

L’8 settembre è una data importantissima per la storia italiana, da ricordare ogni anno con costanza. Una chiave di lettura interessante e originale su questo giorno, la diede il cuneese doc Giorgio Bocca, nel suo saggio “Partigiani della montagna” uscito per le Edizioni Bertello di Borgo San Dalmazzo già nel 1945, risultando una delle primissime opere pubblicate sull’argomento nel nostro Paese. Il giornalista scrisse: “La prima e più importante cosa che i libri di storia non spiegano, che i documenti non raccontano della guerra partigiana è questo stato d’animo di libertà totale ritrovata proprio negli anni in cui un giovane normale conosce il suo destino obbligato: quale posto, quale lavoro, quale ceto, quale donna sono stati preparati e spesso imposti per lui; quale sarà la sua prevedibile vita, quali vizi dovrà praticare per cavarsela, dove troverà il denaro per campare. E invece, d’improvviso, in un giorno del settembre del ’43, si ritrova totalmente libero, senza re, senza duce, libero e ribelle, con tutta la grande montagna come rifugio“.