“Stagione agricola 2023 imprevedibile, incerta e ancora da inquadrare”   

19 luglio 2023 | 08:04
Share0
“Stagione agricola 2023 imprevedibile, incerta e ancora da inquadrare”   
“Stagione agricola 2023 imprevedibile, incerta e ancora da inquadrare”   
“Stagione agricola 2023 imprevedibile, incerta e ancora da inquadrare”   

Bottero (presidente Cia zona di Mondovì): “La pioggia è stata oro. Adesso, però, a preoccupare sono i fenomeni meteorologi estremi come le grandinate di inizio luglio”  

Fabio Bottero è presidente Cia della zona di Mondovì. Conduce un’azienda agricola a Carrù, costituita da una settantina di ettari: la metà coltivati a noccioleti. Come sta andando l’annata produttiva 2023 nell’area di cui è rappresentante? Risponde: “Non possiamo ancora inquadrare in modo chiaro la situazione. Abbiamo fiducia, ma rispetto agli altri anni ci sono delle condizioni di incertezza difficili da prevedere”.

Cosa la preoccupa di più? “Sicuramente i fenomeni meteorologici estremi, come la grandine che, a inizio luglio, ha colpito in modo devastante l’oltre Tanaro. Sono eventi inattesi, però quando accadono, nelle zone su cui si abbattono, distruggono davvero tutto. Creando problemi alla produzione dell’anno, spesso azzerata. Quando, poi, si tratta di colture con piante che hanno un ciclo produttivo distribuito su più stagioni, anche le annate successive ne risentono in modo pesante”.

Ci sono buone notizie e altri problemi da affrontare? “La pioggia caduta è stata oro e, in questa fase, ha aiutato molto l’agricoltura. Le spese per le materie prime sono scese, dando un aiuto agli allevamenti zootecnici nella preparazione dei mangimi. Per i foraggi è una buona annata. Così come, al momento, pare essere quella del mais. Le difficoltà ce l’hanno soprattutto quanti hanno coltivato il grano e l’orzo, con prezzi di vendita decisamente bassi che non coprono le spese di produzione. E poi abbiamo la Peste Suina Africana alle porte del territorio provinciale: un problema molto grave perché se si diffondesse nella “Granda” sarebbe un disastro per gli allevamenti suini e per tutto l’indotto”.

Le nocciole? “I frutti sulle piante ci sono. Però i maggiori danni li può ancora portare la “cascola”: cioè la caduta anomala di una parte delle nocciole espulse “naturalmente” dalle piante perché le considerano “cattive”. Questo, a volte, significa perdere una quantità rilevante di produzione. Rispetto agli altri anni, la “cascola” è iniziata in ritardo e prima di essere tranquilli bisogna attendere la fine del mese di luglio”.

Fabio Bottero