“Si ripristini eccellenza attuale struttura per riportare il Santa Croce tra i migliori ospedali d’Italia”

9 giugno 2023 | 08:09
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“Si ripristini eccellenza attuale struttura per riportare il Santa Croce tra i migliori ospedali d’Italia”

“Secondo l’Agenzia Nazionale  per i servizi sanitari regionali, che fa capo al Ministero della Salute, nel 2021 il nostro ospedale Santa Croce e Carle era fra i nove migliori ospedali su cinquantatre presi in esame”, scrivono i gruppi consiliari Cuneo per i Beni Comuni, Cuneo Mia e Indipendenti

Scrivono i gruppi consiliari cuneesi Cuneo Per i Beni Comuni, Cuneo Mia e Indipendenti.

“Secondo l’Agenzia Nazionale  per i servizi sanitari regionali, che fa capo al Ministero della Salute, nel 2021 il nostro ospedale Santa Croce e Carle era fra i nove migliori ospedali su cinquantatre presi in esame.

Detto in modo più dettagliato nel 2021, nel nostro vecchio ospedale c’erano tempi d’attesa fra i più bassi per gli interventi per tumore, macchinari  moderni, ricoveri che avevano i tempi più brevi, segno di buona organizzazione. I tempi d’attesa, dal pronto soccorso agli interventi chirurgici, rientravano nei termini di legge e il personale medico-infermieristico era adeguato al numero di letti. L’Azienda aveva i conti in ordine ed era in grado di attrarre pazienti da altre regioni.

Dunque in una struttura vecchia di sessant’anni, un ospedale eccellente, una direzione evidentemente eccellente.

É sotto gli occhi di tutti gli utenti come attualmente le prestazioni del nostro ospedale presentino delle difficoltà ed è logico chiedere alla Regione cosa mai sia successo in tre anni e come si intenda uscirne.

Da ciò che vediamo, possiamo intendere che la Regione pensi di riportare il nostro ospedale all’efficienza dei numeri facendo affidamento su personale esterno, dirottando i pazienti verso il privato e costruendo un ospedale nuovo per il quale, la Regione, mostra di non avere le idee chiare. Dal 2019, abbiamo assistito ad un’altalena di annunci sulle possibilità di finanziamento dell’opera che denunciano uno stato di confusione nel migliore dei casi. Ospedale nuovo con fondi INAIL, ma senza volontà di procedere in quel senso. Poi con i privati, perché invece i fondi pubblici non ci sarebbero stati. Denari che poi invece saltano fuori. Annunci di fantomatiche conferenze dei servizi poi trasformatesi, per mancanza di sostanza, in generiche “conferenze di intenti”. Nuova promessa di conferenza dei servizi che per ora non si è tenuta e ancora non è stata convocata. Il commissario nominato, che ancora non ha siglato i documenti necessari per avviare una procedura di partenariato pubblico-privato che potrebbe non rispettare l’interesse pubblico.

Siamo convinti che queste non siano risposte adeguate alla richiesta di sanità pubblica e universale che viene dalla gente, che siano risposte fuori bersaglio, che portino dritte verso la privatizzazione delle cure con tutto ciò che questo comporta.

Non ci siamo mai assuefatti all’idea del dissolversi della sanità pubblica, dal 2019 con diverse associazioni, ci siamo stati per informare, con convegni e manifestazioni. Ancora oggi, ci troviamo a dimostrare, conti alla mano, come l’idea della Regione di affidare la costruzione di un nuovo ospedale al privato sia la peggiore delle idee e avvertiamo la responsabilità di dover reclamare una risposta urgente agli attuali bisogni sanitari delle persone. In attesa che la Regione si esprima su come pensa di affrontare il problema della sanità, chiediamo con forza che venga ripristinata l’eccellenza dell’attuale struttura ospedaliera partendo da un’analisi tecnica ed economica seria e si inizi a riorganizzare la sanità territoriale.

Riteniamo che in questi elementi stia il percorso più efficace per riportare il nostro ospedale fra i migliori d’Italia. La salute dei cittadini non può aspettare dieci anni né può essere subordinata ad altro interesse di qualsiasi natura”.