Granda in Azione sostiene il ritorno al voto diretto per le Province ma chiede chiarezza su competenze e risorse

15 giugno 2023 | 18:17
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Granda in Azione sostiene il ritorno al voto diretto per le Province ma chiede chiarezza su competenze e risorse

Di fronte alla proposta di legge in discussione in questi giorni al Senato per superare la riforma Del Rio, il gruppo cuneese del partito di Carlo Calenda vuole far luce su ogni aspetto della riforma, per evitare che venga approvata da monca.

È in corso di discussione in questi giorni al Senato la proposta di legge sulla riforma delle elezioni provinciali volta al superamento della riforma Del Rio del 2014. Nella fattispecie, qualora la proposta venisse approvata, si tornerebbe a votare direttamente il presidente della provincia e tornerebbero in auge Giunte Provinciali e il numero dei consiglieri proporzionale al numero degli abitanti.

Sull’argomento si è espresso anche Granda in Azione, il gruppo della Provincia di Cuneo del partito presieduto da Carlo Calenda, che si è detta favorevole ai due punti principali della proposta, pur avendo ancora delle perplessità, che ha esposto in una nota a firma dei consiglieri provinciali Pietro Danna, Annamaria Molinari e Vincenzo Pellegrino. “Se questi aspetti, sui quali peraltro concordiamo, sono ben delineati nella bozza di proposta di legge depositata in Commissione Affari Costituzionali del Senato, più nebulosa appare, invece, la parte di provvedimento che riguarderà la futura modalità di finanziamento delle province e, in parte, anche le funzioni che saranno attribuite alle nuove province.

È infatti prevista una delega al Governo affinché lo stesso adotti, entro 18 mesi dalla data di entrata in vigore della legge di riforma, uno o più decreti legislativi che definiranno tali aspetti nel dettaglio: tale decisione, se comprensibile da un punto di vista tecnico/normativo, arricchisce di un alone di incertezza la riforma in discussione, con il rischio molto concreto che si possa vedere avverata la trasformazione dell’ente, con le conseguenti elezioni a suffragio universale forse già nel 2024, ma senza che siano chiariti questi fondamentali aspetti. Inutile dire che una riforma “monca” non gioverebbe né agli enti stessi, né, soprattutto, ai cittadini.

Riteniamo, infatti, che più degli aspetti elettorali e politici ai consociati interessi di sapere come le future province potranno far fronte alle tante esigenze del territorio che ogni giorno vengono rappresentate a noi amministratori: in primis, pensiamo alla manutenzione della rete viaria e dell’edilizia scolastica provinciale. Confidiamo, quindi, che il Parlamento ed il Governo valutino con attenzione tale potenziale criticità ed auspichiamo che si possa giungere ad una riforma chiara, completa e ben strutturata, anche per non compiere di nuovo gli errori del recente passato.

Infine, vi è un’osservazione da muovere anche relativamente ad aspetti più prettamente elettorali. Lo stesso discorso vale, infatti, anche per l’individuazione dei collegi plurinominali per l’elezione dei presidenti delle province e dei consigli provinciali: anche in questo caso la bozza di legge in esame al Senato prevede una delega al Governo affinché provveda con decreto legislativo entro 12 mesi dall’entrata in vigore della legge di riforma.

Pertanto, se si dovesse votare prima dell’emanazione di tale provvedimento dell’esecutivo, la circoscrizione elettorale sarebbe articolata in un unico collegio elettorale coincidente con il territorio della intera provincia: così prevede l’art. 11 del testo attualmente in esame. Riteniamo che tale soluzione, seppur transitoria, rischierebbe di penalizzare maggiormente le aree periferiche e meno densamente popolate della nostra provincia in quanto avrebbero più difficoltà ad ottenere rappresentanza in Consiglio Provinciale. Anche in tal senso, quindi, auspichiamo che l’individuazione di collegi puntuali avvenga contestualmente all’entrata in vigore della futura legge di riforma, al fine di garantire tutti i territori nella futura governance provinciale”.