Settimana lavorativa di quattro giorni, le nostre domande ad Enrico Solavagione (Segretario Cisl Cuneo)

5 maggio 2023 | 09:00
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Settimana lavorativa di quattro giorni, le nostre domande ad Enrico Solavagione (Segretario Cisl Cuneo)

A seguito del suo intervento dal palco del 1° maggio, in cui ha dichiarato che i tempi sono maturi per avviare l’esperimento di riduzione dei giorni di lavoro anche nella Granda, abbiamo intervistato il segretario del sindacato per saperne di più.

Durante il suo discorso in occasione delle celebrazioni della Festa dei Lavoratori dello scorso 1° maggio, il segretario della Cisl di CuneoEnrico Solavagione ha parlato, tra le altre cose, anche della possibilità di introdurre anche nella Granda la settimana lavorativa di quattro giorni, definendo i tempi come maturi.

Un esperimento che è già portato avanti, oltre che a macchia d’olio da vari Paesi europei, anche in alcune regioni italiane, su tutte dal Veneto, con risultati globalmente molto soddisfacenti sia per i lavoratori sia per le imprese, che vanno dalle grandi industrie ai piccoli commercianti, che hanno deciso di metterlo in atto. La questione sollevata da Solavagione e soprattutto il suo ottimismo circa la possibilità di mettere in atto il provvedimento anche nel Cuneese nel giro di poco tempo, ci hanno incuriositi e abbiamo deciso di rivolgere alcune domande sul tema allo stesso segretario.

– Settimana di quattro giorni: perché i tempi sono maturi?

Riteniamo che i tempi siano maturi per una molteplicità di fattori, c’è bisogno in Italia di aumentare la produttività, di garantire maggiore occupazione e di conciliare meglio i tempi di vita e di lavoro.

-Le soluzioni percorribili sono molteplici: il venerdì pomeriggio libero e le ore restanti spalmate sugli altri giorni, i quattro giorni effettivi, gli orari flessibili in entrata e non solo. Qual è la strada migliore secondo lei?

In diversi Paesi europei la sperimentazione è già iniziata, mi riferisco alla Gran Bretagna, all’Islanda, al Belgio, alla Spagna. Ci sono due modelli: uno che prevede la riduzione delle giornate lavorative ma non delle ore lavorate, l’altro che prevede la riduzione delle ore lavorate e delle giornate lavorative a parità di condizioni economiche. In Gran Bretagna il 92 % delle aziende ha individuato nel venerdì e lunedì le giornate di stop.

Come si può regolamentare un cambiamento di rotta così netto? L’iter burocratico potrebbe essere lungo e complesso?

Si può regolamentare appunto con un periodo di sperimentazione, governando il processo sperimentandolo, coinvolgendo le Associazioni Sindacali ed i Lavoratori, sarebbe un cambiamento epocale e culturale che chiaramente va seguito con grande attenzione.

Cosa insegna alla Granda il “modello veneto”, con molte aziende (dalle grandi industrie come la Rigoni alle imprese a gestione famigliare come molti parrucchieri) che da qualche mese hanno cominciato a mettere in atto in maniera fruttuosa i quattro giorni lavorativi?

Non metto in dubbio il modello Veneto, si va nella direzione giusta, ma non può essere un qualcosa di estemporaneo ed improvvisato, tuttavia anche in questo caso i riscontri sono comunque positivi. Restiamo però dell’idea che il processo debba essere accompagnato e non una scelta unilaterale, il coinvolgimento di tutte le parti in causa è fondamentale per la buona riuscita.

Quali sarebbero i principali vantaggi per i lavoratori e quali (se ci sono) quelli per le imprese?

Là dove sperimentato, le aziende ed i lavoratori parlano di successo clamoroso tanto per intenderci. È aumentata la produttività ed è diminuito l’assenteismo, sono diminuiti i livelli di stress correlato al lavoro e le malattie e poi recarsi meno al lavoro ha minore impatto anche sull’ambiente.

-Secondo lei il progetto è percorribile nel nostro territorio sia per le grandi imprese sia per i piccoli commercianti? Quale potrebbe essere la strategia migliore per mettere in atto questo progetto?

Il sottoscritto, e quindi la CISL, nell’ultima conferenza stampa abbiamo affrontato l’argomento. Ho invitato le aziende più significative della Provincia ad incontrarci, ad incontrare le Federazioni di Categoria ed iniziare con accordo un semestre di sperimentazione della settimana di quattro giorni, la provincia di Cuneo ha sempre avuto una imprenditoria lungimirante e concreta, questa provincia non perda l’occasione per essere precursore di questo modello organizzativo, ribadisco dalle pagine del suo giornale l’invito alle Associazioni d’impresa ad incontrarci ed iniziare la sperimentazione. I benefici come dicevamo prima ci saranno in termine di produttività, di migliore resa delle maestranze di di migliore condizione di vita.