Vendemmia Piemonte, nonostante le anomalie climatiche il voto è quattro stelle e mezzo

6 dicembre 2022 | 20:30
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Vendemmia Piemonte, nonostante le anomalie climatiche il voto è quattro stelle e mezzo

Nel report annuale presentato oggi ad Alba da Vignaioli Piemontesi emerge un volume produttivo di poco inferiore a quello del 2021 (2,26 milioni di ettolitri) e un fatturato da oltre un milione di euro per la Regione.

In un’annata che si annunciava negativa per la vendemmia piemontese, è stato presentato oggi ad Alba il report “Anteprima vendemmia 2022” a cura di Vignaioli Piemontesi, da cui sono emersi numeri nettamente migliori del previsto.

La produzione di vino è di poco inferiore al 2021, 2,26 milioni di ettolitri contro i 2,3 prodotti l’anno prima. L’altra sorpresa è che la 2022 è un’annata che si avvicina all’eccellenza qualitativa e si merita le Quattro Stelle e mezzo. Il Piemonte si colloca come seconda regione a livello nazionale per impatto di fatturato con un giro d’affari per il comparto vinicolo di 1.235 milioni di euro. Il contenuto completo dell’analisi, realizzata come sempre da enologi, agronomi e giornalisti di settore, è consultabile a questo link.

Un 2022 vitivinicolo che si classifica dunque tra l’ottimo e l’eccellente, nonostante le criticità climatiche dovute a una stagione tra le più siccitose della storia in Piemonte e un’estate precoce e molto calda con assenza di pioggia. “Negli ultimi 30 anni la viticoltura nella regione ha compiuto passi avanti giganteschi, grazie a tutta la ‘squadra’ che dalla vigna arriva alla bottiglia. Ed è un patrimonio che deve servire per affrontare i problemi dei prossimi anni, dalla flavescenza dorata al cambiamento climatico. Una parola fondamentale è la ricerca, che deve essere coordinata e messa in rete” ha dichiarato Giulio Porzio, di Vignaioli Piemontesi.

Quest’ultimo ha anche lanciato un appello per il nuovo Psr (Piano di sviluppo rurale): “deve affrontarele problematiche a livello trasversale, proprio a partire dal cambiamento climatico, ricordando, ad esempio, che la Sicilia 20 anni fa ha creato invasi e non ha perso la produzione di vini. Va quindi creato un paracadute per i viticoltori, primo e più debole anello della filiera. La Regione si deve impegnare verso la creazione di fondi mutualistici, per far sì che colline restino vitate e coltivate da giovani”