Nuova scuola Peveragno, Ambientalisti: “porterà via per sempre 500 anni di storia del nostro pianeta”

17 dicembre 2022 | 16:20
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Nuova scuola Peveragno, Ambientalisti: “porterà via per sempre 500 anni di storia del nostro pianeta”
L'area in cui dovrebbe sorgere il nuovo polo scolastico di Peveragno

“Per il rigore che ci caratterizza da oltre mezzo secolo di azione nella nostra Provincia ricordiamo al sindaco che oggi non è più pensabile, né ipotizzabile consumare neppure un metro quadrato di suolo perché il terreno cementificato non è più recuperabile e per creare pochi centimetri di suolo fertile la natura impiega centinaia di anni. Ma non ci sarà solo il nuovo polo scolastico a sottrarre terreno; ci saranno vasti parcheggi e una nuova strada di accesso. Insomma altro suolo eliminato per sempre. Per questo motivo chiediamo all’Amministrazione Comunale di fare marcia indietro”, scrivono le associazioni Pro Natura Cuneo, Legambiente Cuneo, Cuneo Birding, LIPU Cuneo e Italia Nostra Cuneo in risposta a quanto scritto dal sindaco Paolo Renaudi sul numero di dicembre 2022 di “Peveragno Oggi”, periodico dell’amministrazione comunale peveragnese

Scrivono Domenico Sanino (presidente Pro Natura Cuneo), Bruno Piacenza (presidente Legambiente Cuneo), Albino Gosmar (presidente Cuneo Birding), Silvio Galfrè (presidente LIPU Cuneo), Alberto Collidà (presidente Italia Nostra Cuneo).

“Il sindaco di Peveragno, sul periodico informativo “Peveragno Oggi” redatto dall’Amministrazione Comunale (numero di dicembre 2022), attacca pesantemente le associazioni ambientaliste cuneesi per aver chiesto di evitare un assurdo consumo di suolo nella costruzione del nuovo polo scolastico. Il sindaco scrive con parole inaccettabili: “le contestazioni mosse al progetto molto pretestuose, e dispiace che ad avanzarle siano anche associazioni al cui interno operano firme (sic!) che dovrebbero fare del rigore e dell’obiettività una bandiera”. Proprio per il rigore che ci caratterizza da oltre mezzo secolo di azione nella nostra Provincia ricordiamo al sindaco che oggi (2022) non è più pensabile, né ipotizzabile consumare neppure un metro quadrato di suolo.  Il suolo è “la” risorsa non rinnovabile senza la quale è impensabile vivere. Si pensi solo a quanto carbonio viene assorbito dalla terra. Per creare pochi centimetri di suolo fertile la natura impiega centinaia di anni. Quando la ruspa entrerà nei campi destinati al nuovo insediamento ad ogni palata porterà via almeno 500 anni di storia del nostro pianeta. Per sempre! Perché il terreno cementificato non è più recuperabile. Ma non ci sarà solo il nuovo polo scolastico a sottrarre terreno; ci saranno, come dice il sindaco, vasti parcheggi e una nuova strada di accesso. Insomma altro suolo eliminato per sempre. Per questo motivo, proprio per il rigore e l’obiettività che ci caratterizza, chiediamo all’Amministrazione Comunale di fare marcia indietro.

A proposito di strade, traffico e parcheggi, il sindaco sostiene che l’attuale sede comporta pesanti disagi in orari entrata/uscita: strada chiusa, vigili e volontari a tutela della sicurezza, congestione di traffico. Di fatto c’è un grande parcheggio a poco più di cento metri, un semaforo che regola il traffico e gli attraversamenti pedonali, e non guasterebbe invitare più utenze ad arrivare a piedi, ovviamente in sicurezza (c’è un ampio camminamento protetto rispetto alla strada); cosa molto più problematica presso la nuova sede.

Il sindaco ricorda poi l’enorme consumo di energia e di soldi pubblici per il riscaldamento dell’attuale edificio, mentre il nuovo, fatto con i giusti criteri, consentirà grandi risparmi e minori emissioni di anidride carbonica. Giustissimo! Infatti noi chiediamo che si faccia un nuovo edificio “green” al posto dell’attuale, invece di consumare suolo. D’altronde, che cosa si farà del vecchio edificio? Abbiamo sentito parlare di un parco, di un giardino nello spazio liberato dall’immobile attuale. Impensabile! Il terreno cementificato è irrecuperabile, se non con costi talmente elevati che nessuno li affronterà. Un esempio virtuoso in Provincia si trova a Busca dove si costruisce la nuova sede scolastica con criteri di alta efficienza energetica (in legno), ma senza consumo di suolo (abbattimento e ricostruzione di edifici fra cui la vecchia sede scolastica).

Il sindaco dice che “i nuovi edifici saranno in legno prefabbricati” e che richiederanno anni per essere completati, per cui allievi ed insegnanti dovranno “infilarsi per anni in containers”. Non si capisce come una costruzione prefabbricata richieda anni per essere completata (i cinesi in dieci giorni hanno costruito un ospedale). Ma se anche così fosse, perché usare i containers? Non esistono in Peveragno case e alloggi vuoti? Il Comune o la Parrocchia non hanno spazi usabili per il breve tempo logicamente richiesto?

Infine, il sindaco sostiene che i terreni in questione sono degradati perché si coltiva prevalentemente mais (per l’esattezza in parte è impianto a noccioleto). E dunque l’attività non è cosi “green” (testuale). Meglio quindi “coltivare” cemento?!  A parte che il suolo è tale indipendentemente dal tipo di coltivazione che supporta e che, comunque, in tempi ragionevoli può essere riportato alle caratteristiche naturali, mentre un terreno cementificato è perso per sempre, il sindaco ha perfettamente ragione nel ricordare che un’agricoltura di qualità non dovrebbe puntare sul mais, usato per l’allevamento animale o per fare biocarburanti. Forse, però, dare qualche suggerimento ai propri concittadini imprenditori agricoli, anche se non rientra nelle competenze di un sindaco, non sarebbe male”.