Il concorso “Parole e Immagini” di Mellana di Boves in Friuli e Veneto per premiare i vincitori

8 novembre 2022 | 12:30
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Il concorso “Parole e Immagini” di Mellana di Boves in Friuli e Veneto per premiare i vincitori

Nel weekend dei Santi gli organizzatori del concorso poetico-fotografico si sono recati in provincia di Pordenone e nel Padovano per le tradizionali “premiazioni itineranti”.

Con il lungo «ponte» dei «Santi», in un clima assolato e caldo, più abituale al pieno settembre che non alla fine di ottobre ed inizio novembre, sono ripartite le «Premiazioni itineranti 2022», ultima fase del «Concorso Parole ed Immagini di Mellana di Boves» di quest’anno.

Dopo «escursioni» in Toscana ed Emilia a settembre, stavolta gli organizzatori si sono recati nel cuore dell’Italia del Nord-Est, sin alle prime propaggini del Friuli. La prima tappa è stata a San Quirino, vicino Pordenone, a casa dei coniugi Ros Vador, da anni tra i vincitori sia con scritti in lingue naturali sia in quella nazionale. Nicolina Ros e Luigi Vador, delicati raccoglitori di memoria di un mondo dalle profonde radici contadine, hanno nuovamente trionfato, ex aequo, con un brano, «a quattro mani», in lingua friulana ed ottima traduzione, «Un cuaraventot (Un quarantotto)». A loro è stata consegnata una targhetta e al momento della consegna  seguita una tipica cena friulana, un  momento stupendo per ascoltare i due vincitori a tratteggiare racconti e figure sospese tra le due guerre e gli ultimi decenni, l’evoluzioni e le vicissitudini della vita delle loro terre, partendo da quella delle loro famiglie, di diversa estrazione, in una Pordenone friulana ma molto collegata al vicino Veneto, al confinante Trevigiano.«Le loro parole ci hanno accompagnato nel resto del viaggio e nel nostro ritorno a casa» hanno dichiarato gli organizzatori.

Dopo un giro nei dintorni di Pordenone, il giorno successivo la tappa è stata verso gli estremi limiti occidentali regionali, Porcia, Sacile (con il bellissimo Altar Maggiore dell parrocchiale che è vero capolavoro assoluto della pittura novecentesca, a cura di Pino Casarini), il castello di Càneva, il sito palafitticolo di Palù di Livenza, la deliziosa ed abbarbicata Policenigo, di origini celtiche… «La prossima volta si potrebbe far puntata sulla Carnia, appena a nord, un altro mondo da scoprire…».

Sul ritorno gli organizzatori si sono fermati a Cittadella, in provincia di Padova, a vedere il borghetto con la sua bellissima cinta muraria duecentesca, dei tempi delle guerre tra grandi Comuni prima, Signorie dopo, tra guelfi e ghibellini. La seconda «premiazione», a Padova, dopo consegna di due pacchi in attiguo parcheggio, con il «passaggio dei diplomi», è stata in «Prato della Valle», una delle piazze più grandi e belle d’Italia, artistica, con le sue ottanta statue di grandi personaggi locali, a pochi passi dalla «Basilica del Santo», scrigno d’arte ed una delle principali mete di pellegrinaggio italiane, e dallo storico (primo in Italia) e rinnovato «Orto Botanico», mentre la notte ha reso ancora più suggestiva l’ultima visita agli affreschi giotteschi della Cappella degli Scrovegni, vicino agli Eremitani, dopo passaggio a Santa Sofia.

Protagonisti del momento sono stati i padovani Daniela Antonello (scrittrice ed artista) e Pierluigi Fornasier (fotografo e grafico), secondi classificati nella sezione di «Abbinamento Parole ed Immagini», con curata presentazione di tre opere (soprattutto «Where are you going», «Dove state andando»), capaci di unire contenuto ed efficacia, estetica, impatto, fuori di ogni tempo. Per i due (con particolare riferimento a Fornasier) vi era anche segnalazione «fotografica», per l’eleganza delle immagini, la ricerca su «luce e buio». Tuttora sono impegnati in continue iniziative espositive artistiche e culturali padovane, punto di riferimento dell’Associazione «Xearte». A Mellana vantano vari allori, sin dalle prime edizioni di un trentennio fa, e sono tornati a vincere dopo lunga pausa nella partecipazione.

Sulla via del ritorno i viaggiatori si son concessi tappa a Montecchio Maggiore, coi suoi due castelli sulla collina, dove ha radice il grande mito romantico, costruito a più mani, di «Giulietta e Romeo», gli infelici amanti di due famiglie nemiche (le solite storie italiane, mai finite, di «guelfi e ghibellini»). Ad Acri, Cosenza, un po’ fuori mano, si è dovuto spedire la «targhetta» per il dottor Angelo Canino, raffinato scrittore nella sua lingua di Calabria. Prossime tappe la Toscana e una gita poco fuori porta in Piemonte.