Autostrada Asti-Cuneo, sempre più lontano il completamento

10 ottobre 2022 | 07:29
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Autostrada Asti-Cuneo, sempre più lontano il completamento
La zona tra Cherasco e Verduno

Continuano i lavori da Roddi a Verduno, ma rimane fermo il cantiere di cinque chilometri da Verduno a Cherasco. L’Osservatorio per la tutela del paesaggio di Langhe e Roero ha chiesto di rendere pubblico il cronoprogramma dei lavori e di valutare la possibilità di rendere gratuita la A33 da Cherasco a Castagnito.

Il cantiere per il completamento dell’autostrada Asti-Cuneo cammina sempre più a rilento. Se il lotto 2.6 sub B ossia il tratto Roddi-Verduno rispetterà la promessa di concludere i lavori entro fine anno, addirittura con 12 mesi di anticipo, è sempre in alto mare il lotto 2.6 sub A che va da Verduno a Cherasco.

Il 6 ottobre l’Osservatorio per la tutela del paesaggio di Langhe e Roero ha inviato un lungo messaggio – firmato da Guido Chiesa, Cesare Cuniberto e Silvio Veglio – al Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e all’assessore regionale ai trasporti Marco Gubitosi chiedendo di rendere pubblico il cronoprogramma dei lavori e di valutare la possibilità di rendere gratuito il tratto autostradale da Cherasco a Castagnito.

L’Osservatorio chiede poi di presentare pubblicamente “appena completati” gli studi comparativi “tra la soluzione con tracciato all’aperto e quella con tracciato in galleria”. E sì, perché come si sarà capito, non ci sono ancora indicazioni in tal senso.

Come i lettori ricorderanno, il ministero della Transizione Ecologica (Mite), che ha competenza sull’impatto ambientale dell’opera, aveva richiesto integrazioni alla società concessionaria sul tragitto esterno del lotto 2.6 A. Una seconda richiesta di “valutazione comparativa” era pervenuta dal Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili (Mims), accogliendo anche le istanze delle associazioni ambientaliste del territorio.

«È davvero singolare – spiegano dall’Osservatorio – che il presidente Cirio manifesti sorpresa» sui ritardi nel completamento dell’opera. «In realtà doveva conoscere le procedure e sapere fin dall’inizio della vicenda che il progetto sostenuto dalla Regione, in modifica rispetto a quello del 2012, con tracciato esterno anziché il tunnel, non aveva ancora ottenuto alcuna delle autorizzazioni previste dalla legge».

«Se il progetto in galleria aveva necessitato un lungo iter di circa tre anni per essere validato» sostengono dall’Osservatorio, non si comprende come si possano criticare i ministeri competenti per non aver fatto tutto più in fretta. Le procedure sono molte, la VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) e la VAS (Valutazione Ambientale Strategica), le pratiche sull’ambiente (Autorizzazione Integrata Ambientale), il nulla-osta dell’Autorità di Bacino del Fiume Po e la conformità con il Piano di Assetto Idrogeologico. Inoltre un recente documento della Commissione Europea del 12 febbraio 2021 prevede che l’opera possieda i requisiti DNSH, ossia “non arrecare danno significativo all’ambiente”.

Il Ministero della Cultura aveva poi manifestato il suo disappunto di fronte alla nuova soluzione all’aperto in una zona patrimonio dell’Unesco per il territorio vitivinicolo di Langhe Roero e Monferrato e per le Residenze Sabaude con il complesso di Pollenzo. Disappunto che è stato successivamente espresso anche dall’Unesco di Parigi.

Una storia infinita.

Di collegamento tra i due capoluoghi del Basso Piemonte si parlava già negli anni Sessanta e il progetto con la famosa “Zeta rovesciata” nasce negli anni Novanta. Nel 2005 viene data la concessione alla società Autostrada Asti-Cuneo Spa, la cui proprietà è divisa tra le società Autostrada Ligure Toscana, Itinera (entrambe gravitano nell’orbita industriale del gruppo Gavio) e Anas.

I lavori partono nel 2007 ma già nel 2012 si bloccano fino al 2021. Mancano poco meno di 15 chilometri per collegare Alba con Cherasco, passando per i paesi di Roddi, Verduno e La Morra. I problemi sono due: scarso volume di traffico e alti costi soprattutto per la costruzione del tratto in galleria.

Adesso in qualche modo il lotto 2.6 sub B ossia il tratto Roddi-Verduno (4.802 metri) sta per essere completato. Per la tangenziale di Alba (5.150 metri), in attesa della costruzione del terzo ponte sul Tanaro, potrebbe essere utilizzato l’attuale ponte.

Il nodo resta  il lotto 2.6 sub A Verduno-Cherasco (4.905 metri). Meno di cinque chilometri. La via d’uscita sembra essere la soluzione all’aperto o “in trincea”, ossia in una specie di fosso che riduca o annulli l’impatto ambientale. Ma anche ad essere ottimisti, l’iter potrebbe essere ancora lungo.