Allontanamento Zero: 497 emendamenti non sono bastati a fermare la legge

19 ottobre 2022 | 07:02
Share0
Allontanamento Zero: 497 emendamenti non sono bastati a fermare la legge
Il Consiglio Regionale del Piemonte

Ieri in Consiglio Regionale è iniziata la discussione sul disegno di legge «Allontanamento Zero: Interventi a sostegno della genitorialità e norme per la prevenzione degli allontanamenti».

Iniziata in Consiglio Regionale a Torino ieri, 18 ottobre, la discussione sul disegno di legge della Giunta definito “Allontanamento Zero” e subito diventa scontro con la presentazione di 497 emendamenti per rallentare i lavori. La replica è stato il contingentamento: il tempo a disposizione dei gruppi consiliari per la discussione è stato definito complessivamente di 8 ore: 300 minuti per la maggioranza e 180 minuti per l’opposizione. Nel corso della seduta si è conclusa la discussione generale.
Ma vediamo a grandi linee di cosa si tratta. Il titolo: «Allontanamento Zero: Interventi a sostegno della genitorialità e norme per la prevenzione degli allontanamenti».
Intanto la denominazione che è stata data al provvedimento è alquanto ad effetto: allontanamento zero è certo uno slogan e non un obiettivo realistico e realisticamente raggiungibile. Ci sono alcuni casi, stabiliti dalla legge nazionale e applicati dai giudici, in cui è disposto l’allontanamento quando il minore si trova in stato di abbandono o quando per la sua tutela, è indispensabile un distacco dall’ambiente della famiglia d’origine. Ciò pur nella consapevolezza che si tratta di una misura estrema, da attuare solo quando il minore non può essere tutelato altrimenti.
Si sostiene da parte di alcuni politici che oltre il 60% degli allontanamenti parrebbe superabile con adeguati interventi di sostegno, ma sembra una stima arbitraria, una cifra buttata lì come quello zero con cui si è voluto titolare il tutto.
Al di là delle cifre, la famiglia d’origine, se in difficoltà, va sostenuta.
I dati del Rapporto nazionale su “Bambini e adolescenti in accoglienza in Italia”  elaborato nel 2019 dell’Istituto degli Innocenti di Firenze segnalano che il 2,1% dei bambini in affidamento sono stati allontanati principalmente per motivi economici e per la perdita della casa. Nel caso di bambini/ragazzi in struttura, la percentuale cresce al 2,3% per i problemi economici della famiglia e al 3% per i problemi abitativi.
D’altra parte la Regione Piemonte sostiene famiglie, associazioni ed enti che hanno in affido minori con 47 milioni di euro, cifra che molti pensano verrà intaccata dai sostegni alle famiglie per evitare l’allontanamento.
Altro aspetto di criticità riguarda, nel disegno di legge, i criteri per l’affidamento familiare. La materia è normata a livello nazionale e la singola Regione rischia di intromettersi in casi che non sono di sua diretta competenza, ma solo indiretta (il sostegno economico). Non dimentichiamo che in ultima istanza è un giudice a decidere.
L’assessore all’infanzia e alla genitorialità Chiara Caucino ha detto che il provvedimento «mira a tutelare il diritto del minore a crescere nell’ambito della propria famiglia e a rimuovere gli ostacoli che si frappongono alla sua realizzazione anche attraverso un’opera di sostegno economico, sociale e psicologico ai genitori e, in mancanza di essi, ai parenti entro il quarto grado».
Richiamando i dati emersi dalla recente inchiesta parlamentare sulle attività connesse alle comunità di tipo familiare che accolgono minori, l’assessore ha evidenziato che «in Piemonte i casi di allontanamento risultano superiori alla media nazionale, pari al 3,4 per mille contro il 2,9 per mille, e l’80,9% delle cause può essere rimosso con interventi mirati sulla famiglia, mentre il 18,7% ha motivazioni oggettivamente valide perché reali e degne di approfondimento».
Raffaele Gallo, intervenuto per il Pd, riferendosi alla pluralità di soggetti che in questi mesi hanno espresso contrarietà al disegno di legge, ne ha chiesto il ritiro. «Pensiamo sia necessario operare all’interno del modello esistente e che sia sbagliato attaccare i servizi sociali e smantellare il sistema piemontese – ha aggiunto –. Dei 55 mila minori, su 632 mila, seguiti dai servizi sociali in Piemonte alla fine del 2020, solo 1.400 risultano allontanati».
Mario Giaccone (Monviso) ha dichiarato di non condividere, in particolare «l’impostazione della legge, che ha sfiduciato e messo in dubbio il sistema dei servizi, la logica che i figli siano ‘proprietà’ dei genitori e non portatori di diritti e la mancanza di risorse per sostenere e migliorare il sistema esistente».