A Mondovì la toccante veglia in memoria di Don Luciano Ghigo

10 ottobre 2022 | 14:52
Share0
A Mondovì la toccante veglia in memoria di Don Luciano Ghigo
I quattro fratelli Ghigo (Don Luciano secondo da sinistra, Vilma terza da sinistra)
A Mondovì la toccante veglia in memoria di Don Luciano Ghigo
A Mondovì la toccante veglia in memoria di Don Luciano Ghigo
A Mondovì la toccante veglia in memoria di Don Luciano Ghigo
A Mondovì la toccante veglia in memoria di Don Luciano Ghigo
A Mondovì la toccante veglia in memoria di Don Luciano Ghigo

A un anno dalla scomparsa una serata in memoria dell’indimenticato “parroco delle frazioni” raccontato da amici, parenti e di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo. Particolarmente toccante il ricordo della sorella Vilma che spiega come il padre fosse tutt’altro che d’accordo sulla sua volontà di entrare in seminario: “all’ennesimo diniego Luciano sparì di casa e non si trovava più. Lo trovò dopo alcune ore la nonna in fondo all’oratorio che piangeva, mentre con alcuni rametti che aveva trovato in terra aveva realizzato tante piccole croci. A quel punto nessuno più si oppose e tutti si arresero di fronte a quel piccolo bambino che con tanta determinazione e con tanta ostinazione aveva saputo difendere la sua volontà e il suo desiderio perché quella era la sua strada, quella era la sua vita”

“La vita è un’onda di stupore, un’onda più alta della morte, non abbiate paura mai!”. Sono i versi del Vangelo di Giovanni scelti per annunciare la veglia di preghiera in memoria di Don Luciano Ghigo svoltasi nella serata di sabato 8 ottobre nella Chiesa Parrocchiale di Maria Vergine Assunta di Mondovì Breolungi.

A un anno dalla scomparsa, gli amici, i parenti e chi ha avuto la fortuna di conoscerlo si sono alternati nella narrazione del loro rapporto con Don Luciano. Ne è così scaturito un racconto che ha tracciato l’intero percorso della sua vita: dalla vocazione al giorno della morte. Il tutto in un clima di forte emozione, resa ancora più intensa dai brani musicali eseguiti dalla cantoria interparrocchiale.

Particolarmente toccante l’intervento della sorella Vilma (vicesindaco di Peveragno ndr) dal quale si evince in maniera evidente con quanta pervicacia Luciano Ghigo abbia scelto la via sacerdotale e con quanta convinzione  “Penso che Luciano – ha detto Vilma – abbia sempre avuto il desiderio di entrare in seminario fin dalla nascita. Era nel suo DNA. Fin da bambino (periodo delle elementari) ha sempre espresso ai nostri genitori il desiderio di entrare in seminario e diventare sacerdote e verso gli 11 anni al termine della quinta elementare, si rivelò e chiese espressamente ai nostri genitori di entrare in seminario e diventare sacerdote. La sua volontà di diventare sacerdote era senz’altro supportata da una grande vocazione che era stata alimentata ed era cresciuta grazie al curato di allora che aveva avuto un ruolo determinante per la crescita vocazionale di Luciano. Devo dire che in famiglia soprattutto nostro padre non ha mai assecondato questo suo desiderio anzi lo ha un pò contrastato un po’ per la giovane età di mio fratello un po’ perchè il papà riteneva che la sua fosse una convinzione diciamo non troppo ponderata e quindi cercava di prendere tempo e rimandare l’ ingresso in seminario o per lo meno al termine delle scuole medie.. che poteva frequentare a Beinette e quindi rimandare a quando fosse stato un po’ più grande e magari più consapevole di questa decisione così importante, l’ingresso in seminario e poi anche per la mia famiglia voleva dire un impegno economico che per l’epoca non era cosa da poco per una famiglia che era gia numerosa”.

“La mamma – ha proseguito la sorella di Don Luciano – invece lo sosteneva e cercava di convincere nostro padre ad assecondarlo in questo suo desiderio nonostante anche lei condividesse tutte queste perplessità. Ma un giorno successe un episodio, proprio verso la fine della quinta elementare, quando lui aveva espresso in modo palese il desiderio di entrare in seminario, che fece cambiare idea a tutti e soprattutto a mio padre. La determinazione e l’ostinazione di mio fratello lo portò a compiere un gesto che fece capire a tutti quanto il suo desiderio fosse così radicato e sincero. Successe che all’ennesimo diniego Luciano sparì di casa e non si trovava più. Lo trovò dopo alcune ore la nonna in fondo all oratorio che piangeva, mentre con alcuni rametti che aveva trovato in terra aveva realizzato tante piccole croci. A quel punto nessuno più si oppose, e tutti si arresero di fronte a quel piccolo bambino che con tanta determinazione e con tanta ostinazione aveva saputo difendere la sua volontà e il suo desiderio perché quella era la sua strada, quella era la sua vita. Quindi entrò in seminario per iniziare a frequentare le medie e via via ha continuato tutto il percorso scolastico e spirituale che lo ha portato nel 1977 ad essere ordinato sacerdote come lui desiderava da quando era nato. Ma soprattutto… diventare parroco… per stare con le persone, al servizio delle persone”.