Siccità, Blengino e Boni (Radicali): “Servono provvedimenti immediati”

17 giugno 2022 | 17:00
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Siccità, Blengino e Boni (Radicali): “Servono provvedimenti immediati”

Il segretario dell’Associazione Radicali Cuneo e il presidente di Radicali Italiani manifestano la necessità di un intervento immediato da parte delle autorità per placare “la peggior crisi idrica della storia”.

In merito alla questione scottante della crisi idrica che si sta sviluppando in queste ultime settimane in Piemonte e nellaa Granda, sono intervenuti anche Filippo Blengino, Segretario dell’Associazione Radicali Cuneo – Gianfranco Donadei ed Igor Boni, Presidente di Radicali Italiani, a seguito di un sopralluogo svolto nel saluzzese, dove hanno constatato l’assoluta carenza di acqua nel fiume Po.

Il fiume Po a Saluzzo è scomparso, i rifugi in montagna rischiano di finire la stagione tra poche settimane, in molti Comuni della Provincia di Cuneo la situazione è drammaticamente critica. Dopo l’inverno più secco degli ultimi 65 anni ed una primavera in cui le precipitazioni sono state poche, la crisi idrica era prevedibile” hanno dichiarato i due radicali, che hanno poi proseguito ricordando il loro impegno per mettere in atto delle contromisure adeguate ad un problema che nel corso degli anni è diventato sempre più impellente. Sono esattamente 22 anni che proponiamo alla politica piemontese e nazionale riforme sulla gestione dell’acqua che, non da oggi, sappiamo divenire risorsa scarsa anche al nord con il cambiamento climatico in atto. Eppure, si è fatto troppo poco. Servono provvedimenti draconiani e urgenti. Oltre all’opportuna richiesta dello stato di calamità, nell’immediato chiediamo un Consiglio regionale straordinario di confronto politico e tecnico su quanto sta accadendo con l’obiettivo prioritario di proporre alle regioni coinvolte la costituzione di un tavolo permanente padano, una sorta di “Cabina di regia” (lo chiediamo dal 2007!) che possa produrre, in accordo con l’Autorità di bacino del Po e i ministeri interessati, nonché i consorzi irrigui, proposte organiche su tutto il territorio e non a spot regione per regione o, peggio, comune per comune. A livello locale serve intervenire con una massiccia campagna di informazione e di formazione per preparare i cittadini ad affrontare un evento che non ha precedenti nell’ultimo secolo. Non è allarmismo, è la realtà.

“Dato che oltre il nord-ovest la carenza idrica è di tutto il nord Italia – continuano nella nota –serve a livello nazionale una riunione urgente del Consiglio dei ministri che possa deliberare le risorse finanziarie destinate ai primi interventi con il coinvolgimento della Protezione Civile: assistenza alla popolazione, ripristino della funzionalità dei servizi dove avvengono carenze, interventi per ridurre il rischio di carenza idrica. Invitiamo il Governo a promuovere una Conferenza nazionale sull’acqua dove invitare i massimi esperti a livello tecnico e scientifico dei paesi mediterranei che possano fornire alla parte tecnica e politica dei ministeri e delle regioni informazioni e indicazioni sulle migliori tecnologie in tema di irrigazione, risparmio idrico, utilizzo di colture meno idroesigenti e provvedimenti politici conseguenti.”

“Serve infine – concludono i due radicali – dare ascolto a chi come noi propone da decenni riforme strutturali per un cambio di rotta nella gestione agricola che è quella che consuma la maggior quantità di risorsa idrica: introduzione di sistemi di irrigazione innovativi (la FAO evidenzia come l’irrigazione per gocciolamento utilizzata in Israele già da mezzo secolo consenta un risparmio idrico valutabile tra il 30 ed il 60% rispetto alla classica irrigazione per scorrimento; utilizzare le colture a maggior “impatto idrico” come riso e mais sui terreni più adatti (quelli che, avendo una buona capacità di immagazzinamento idrico, consentono adeguate produzioni senza l’immissione di quantitativi enormi di acqua); controllo sui prelievi relativi alle acque superficiali per evitare – come accade – che non sia garantito il “Minimo deflusso vitale” nei corsi d’acqua; introdurre, come accade da tempo in altri paesi europei e al sud, il pagamento dell’acqua da parete degli utilizzatori in agricoltura rispetto al reale volume consumato e non rispetto alla superficie irrigata.”