Quattro cuneesi nel nuovo direttivo regionale di Rifondazione Comunista

17 marzo 2022 | 17:50
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Quattro cuneesi nel nuovo direttivo regionale di Rifondazione Comunista

Dopo otto anni lascia la guida il cuneese Fabio Panero sostituito dal casalese Alberto Deambrogio

Sono quattro i cuneesi che nella giornata di domenica 13 marzo sono entrati a fare parte del nuovo direttivo regionale di Rifondazione Comunista. Si tratta di Orietta Basso, Ivan Di Giambattista, Alessio Giaccone e Nadia Revello che sono stati eletti durante l’XI Congresso regionale del partito svoltosi la scorsa domenica 13 marzo a Torino. Alla fine dei lavori, che hanno visto anche la partecipazione di Paolo Ferrero come vice presidente del Partito della Sinistra Europea, è stato eletto il nuovo segretario. Dopo più di 8 anni Fabio Panero è stato avvicendato da Alberto Deambrogio, casalese, operatore sociale ed in passato, durante l’amministrazione guidata da Mercedes Bresso, consigliere regionale sempre per il PRC.

Dopo l’elezione Deambrogio ha dichiarato: “Questa nuova responsabilità che mi è stata affidata proverò a tradurla in un lavoro collettivo, da subito orientato su due priorità“.“La prima – ha continuato Deambrogio – sarà quella di lavorare alla costruzione di una sinistra larga e alternativa agli attuali schieramenti di centro destra e centro sinistra. L’opposizione alla drammatica guerra in atto, al suo potenziale distruttivo aumentato dall’invio di armi in Ucraina, si può e si deve costruire con tutti quei soggetti che si stanno attivando per condannare l’invasione russa e per richiedere un vero terreno di trattativa con l’Europa protagonista. La guerra sta causando anche ulteriori difficoltà nella vita materiale delle persone già colpite dalla lunga crisi economica. Occorre mettere insieme il no alla guerra e la lotta contro il carovita per riconnettere bisogni sociali e contesto di un conflitto che rischia di dare un colpo duro alla parte più dolente della nostra società. Chi vuole continuare la guerra e alimentarla è responsabile di fronte al popolo ucraino e risulta insensibile verso chi fa i salti mortali per pagare bollette e costi della vita quotidiana”.

“La seconda priorità – ha concluso Deambrogio – sarà quella di contrastare efficacemente le politiche regionali espresse dall’attuale amministrazione di centro destra. Una sanità sempre più parassitata da un privato in espansione e da un debito che torna a farsi problema, mentre le risorse andrebbero aumentate e indirizzate anche per aumentare il personale. L’incapacità di affrontare le crisi occupazionali in atto, di definire una progettualità in grado di affrontare in avanti la necessaria transizione ecologica (emblematico il caso Stellantis). L’inquietante insensibilità verso il nodo ineludibile della crisi socio ambientale, con accenni al rilancio del nucleare e l’inaccettabile, ora più che mai, investimento su un insediamento legato al settore militare e alla NATO. Bastano questi tre esempi per capire il lavoro che ci aspetta; il lavoro per una sinistra che non rinuncia a contrapporsi a un modello socio economico disastroso, ma considerato come un dato naturale. Chi fa l’opposizione in Consiglio regionale del Piemonte condivide con la maggioranza responsabilità di governo con Draghi a Roma. Siccome non è un caso, bisogna lavorare a una alternativa che sia in grado di andare oltre la teatralizzazione dell’opposizione e della privatizzazione della politica come pura organizzazione del consenso senza volontà di cambiamento”.