“Bene l’approvazione della legge sul biologico” spiega Coldiretti Cuneo

4 marzo 2022 | 14:13
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“Bene l’approvazione della legge sul biologico” spiega Coldiretti Cuneo

Via libera al marchio per contraddistinguere i prodotti bio 100% Made in Italy, che nel 2021 hanno sfiorato il record di 7,5 miliardi di euro di valore tra consumi interni ed export

L’introduzione di un marchio per il biologico italiano è fondamentale per contrassegnare come 100% Made in Italy solo i prodotti biologici ottenuti da materia prima nazionale e salvaguardare così il nostro agroalimentare dalle imitazioni, garantendo trasparenza ai consumatori. È quanto evidenzia Coldiretti Cuneo a commento dell’approvazione in Parlamento della nuova normativa sulle produzioni biologiche.

Una legge che tutela l’agricoltura bio della Granda, che registra il maggior numero di aziende a livello piemontese, oltre 1.000, pari al 46% del totale regionale, su una superficie di oltre 17.400 ettari. Le colture più rappresentate sono i cereali, la frutta e le colture foraggere ma di notevole importanza è anche la viticoltura biologica, molto richiesta a livello internazionale. Gli allevamenti bio cuneesi sono nel complesso 172, pari al 36% di quelli regionali.

“È un provvedimento fortemente sostenuto dalla nostra Organizzazione – dichiara il Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo, Roberto Moncalvo – per rispondere alle attese di produttori e consumatori che in misura crescente si avvicinano al biologico”. Nell’ultimo decennio, infatti, le vendite bio totali sono più che raddoppiate (+122%), secondo dati Biobank, e oggi il biologico finisce nel carrello della spesa di quasi due italiani su tre (64%), tanto che nel 2021 gli acquisiti di prodotti bio Made in Italy hanno sfiorato il record di 7,5 miliardi di euro di valore, tra consumi interni ed export.

“Il provvedimento – spiega Moncalvo – sostiene anche l’impiego di piattaforme digitali per garantire una piena informazione circa la provenienza, la qualità e la tracciabilità dei prodotti con una delega al Governo per rivedere la normativa sui controlli e garantire l’autonomia degli Enti di certificazione, oltre alla definizione dei biodistretti”.