A Manta la mostra “La cerimonia del colore” con le opere moderne di Giuseppe Formisano

24 marzo 2022 | 10:01
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A Manta la mostra “La cerimonia del colore” con le opere moderne di Giuseppe Formisano

La mostra nasce da un’idea di far dialogare, dodici opere, ispirate al mito e alla letteratura classica, con la sacralità e la suggestione scenografica, degli spazi interni della Chiesa di Santa Maria del Monastero.

La mostra “La cerimonia del colore”, che raccoglie alcune opere dell’artista Giuseppe Formisano, nasce da un’idea di far dialogare, dodici opere, ispirate al mito e alla letteratura classica, con la sacralità e la suggestione scenografica, degli spazi interni della Chiesa di Santa Maria del Monastero a Manta. Opere realizzate nel corso del 2021, la cui tecnica si è articolata in due linguaggi distinti: uno di elaborazioni digitali mediante Adobe Photoshop e Illustrator e l’altro di sviluppo di tecniche pittoriche tipicamente tradizionali. Tutte le opere nascono comunque da un iter progettuale al computer.

“Le immagini di Formisano approdano ora al drammatico, al visionario, – scrivono gli organizzatori e la curatrice Ida Isoardicome guidate da quell’ardore mediterraneo dove anche l’ironia e il grottesco risultano parte integrante del loro farsi e del loro apparire. Da Pompei e dagli altri luoghi campani, oggi più che mai teatro di continue riscoperte e rivelazioni di un inesauribile patrimonio d’arte pittorica e non solo, l’autore ha ricevuto quell’indelebile impronta che viene a palesarsi nell’originale e audace restituzione di figure del mito classico.

Così la Sibilla, esito quanto mai affascinante della tecnica messa a punto dall’artista, colpisce per la forza che il colore, unito alla bellezza dell’immagine. Si potrebbe azzardare che il pittore insceni e compia una vera ritualità del colore e delle forme, attraversando l’eternità del mito con Narciso, il bacio del Satiro, Leda e il cigno, per giungere alla Venere “tatuata”, còlta in quella posa con specchio, squisitamente velazqueziana, che incontriamo nel capolavoro conservato alla National Gallery di Londra. L’idea dello specchio, qui assente ma potenzialmente intuibile e così frequentata dall’arte di ogni epoca, ci riporta a Narciso, alle pareti affrescate di Pompei, oltre che alle Metamorfosi di Ovidio. Il fanciullo del mito paga un alto prezzo per ottenere la vera conoscenza di sé, la rivelazione del proprio, bellissimo volto”.