I gruppi dei pendolari ferroviari scrivono all’Assessore Regionale ai traporti Gabusi

9 ottobre 2021 | 09:31
Share0
I gruppi dei pendolari ferroviari scrivono all’Assessore Regionale ai traporti Gabusi

Tre sono i punti su cui i vari gruppi, tra cui quello dei viaggiatori da Cuneo a Torino, rappresentato da Claudio Menegon, Mario Didier e Sergio Farassini, chiedono alla Regione di intervenire per riportare ai livelli pre-covid la mobilità regionale su ferro.

Sono richieste che rendono concordi praticamente tutti i gruppi organizzati di pendolari ferroviari, quelle che sono state avanzate ieri attraverso una lettera all’Assessore ai Trasporti della Regione Piemonte Marco Gabusi. Nella fattispecie i gruppi dei pendolari, tra cui è presente anche il gruppo di Cuneo, chiedono: il ripristino del servizio di trasporto su ferro ai livelli precedenti al Covid-19, dato che il Piemonte rappresenta l’ultima regione d’Italia in cui è attualmente attuata una riduzione all’85% del totale delle corse pre-Covid; la riattivazione di alcune delle tratte attualmente sospese, in modo da ricreare quella “rete regionale” davvero efficace qualche decennio fa; riforme e investimenti per favorire la transizione ecologica, rispettando i parametri forniti dall’Unione Europea al fine di rendere il Piemonte allavanguardia nel settore delleconomia verdeche rappresentauna straordinariaopportunità per leconomia, con la creazione di nuove figureprofessionalie lo sviluppo dimodelli di business non ancorasperimentati.

Ci chiediamo il motivo per cui il Piemonte nondebba approfittare, a nostro parere non può permetterselo,delle risorse straordinarie messe a disposizione dai piani Europei e Nazionali per progettare ilfuturo.– scrivono nella missiva inviata all’Assessore i vari gruppi – Visto che le infrastrutture rivestono un ruolo fondamentale per lo sviluppo economico e sociale dei territori, appurata la necessità di fermare il consumo del suolo, investiamo in quelle cheimpattanomeno con lambiente. La ferrovia inquestoèsicuramente la capostipite”.

Continuano i comitati: “Attualmente ilservizio ferroviario sconta parecchie problematiche che abbiamo più volte segnalatonei mesiscorsi,a partire da Settembre 2020, senzachealcunintervento risolutivosia stato attuato, causando ancoraoggi disservizi e l’impossibilità di utilizzare la mobilità su ferro in moltefasce orarie pendolari feriali, situazione che peggiora sensibilmente nei fine settimana, con ad esempio alcune località turistiche totalmente isolate(vedi Acqui Terme. Casale Monferrato, Limone Piemonte, ecc.). Valela pena rimarcare che ilservizio in vigore oggi è lo stesso in vigore al15/08/2020, ma da allora la mobilitàèincrementata, anche con parametri a due cifre,senza che questo abbiacomportatoil benché minimo intervento di potenziamento. Situazione unica in Italia! Nessuna regione vede un servizioferroviario versare in talicondizioni di abbandono.

La situazione denunciata, si aggrava alla luce delladetermina Reg.Gen n° 367del 30/06/2021dell’Agenzia della Mobilità Piemontesecheprolunga,fino a data disottoscrizione del contratto diservizio ferroviariodi lunga durata SFR, (quindi ad oggi a data indefinita!),limposizione a TrenitaliaS.p.A. dellobbligo di serviziorelativo alla concessione del trasporto pubblico ferroviario diinteresse locale e regionale.Emerge oggettivamentee pervarimotivil’insostenibilità ed inadeguatezza dell’attuale situazionein vista di un ulteriore consistentee costante aumento della mobilitàa partire dal corrente mese diOttobre“.

Alcuni dei nodi più urgenti da risolvere, secondo i gruppi dei pendolari, risiedono nella Provincia di Cuneo. In particolar modo sono risultate scelte poco lungimiranti e critiche: la soppressione della prima corsadel mattino delle 4.12 per Torino e dell’ultimacorsa serale Torino Cuneo delle 23.25; il servizio ridotto della tratta Fossano-Limone, in particolar modo nel fine settimana (con l’ultima corsa alle 15.50), che risulta assolutamente inadeguato per la località turistica montana; le sole due corse giornaliere che coprono la tratta Cuneo-Ventimiglia, che secondo i sottoscrittori della missiva dovrebbero diventare almeno 6-8; la soppressione totale dei treni sulla Saluzzo – Savigliano e Bra – Cavallermaggiore, con attivazione di inadeguato servizio bus sostitutivo e la mancata riattivazione delle tratte Cuneo – Saluzzo e Cuneo – Mondovì.