Costigliole Saluzzo, venerdì la conferenza per raccontare quanto emerso dai recenti scavi archeologici

19 settembre 2021 | 10:32
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Costigliole Saluzzo, venerdì la conferenza per raccontare quanto emerso dai recenti scavi archeologici

I docenti dell’Università di Torino Diego Elia e Valeria Meirano, curatori della recente campagna di scavi, illustreranno ciò che è stato scoperto nella recente attività di scavo che ha dimostrato una volta di più la massiccia presenza degli antichi romani nella zona.

Costigliole Saluzzo. Proprio durante i giorni dell’84^ Sagra dell’Uva Quagliano la città sarà protagonista di un’importante evento, dal forte valore culturale, in compagnia dei ricercatori dell’Università di Torino che negli ultimi mesi hanno compiuto una nuova campagna di scavi nei dintorni di Costigliole, alla ricerca di nuove scoperte di età romana. I docenti Diego Elia e Valeria Meirano, curatori del progetto, infatti, presenteranno i risultati emersi negli ultimi anni e in particolare le risultanze della recente attività di indagine, che ha coinvolto 25 partecipanti (appartenenti ai Corsi di Laurea in Beni culturali, Archeologia e Storia antica, Conservazione e Restauro dei Beni culturali).

Venerdì 24 settembre alle 18 la sala polivalente di Costigliole (accesso da piazza Vittorio Emanuele) ospiterà l’incontro “Storie dall’antichità. Costigliole Saluzzo: scoperte archeologiche e ricerche in corso”. La partecipazione è libera, su prenotazione (info@comune.costigliolesaluzzo.it o 0171-230121. Int. 1) e l’evento si svolgerà nel rispetto delle normative anti-contagio. I due docenti tireranno le fila del programma Interreg Alcotra da poco concluso, che ha reso la villa romana di Costigliole protagonista di numerose iniziative culturali, anche all’estero. «Il sito di Costigliole in questi anni è stato al centro dell’interesse non soltanto di progetti di valorizzazione, per la fruizione al grande pubblico, ma un punto di riferimento anche a livello scientifico, con un interessante scambio tra gli addetti ai lavori» spiega la professoressa Valeria Meirano.

Uno scambio che è diventato negli ultimi anni anche interdisciplinare: «Una delle fornaci per la produzione di manufatti in terracotta portate in luce è stata analizzata in collaborazione con i Dipartimenti di Chimica e Scienze della Terra dell’Università di Torino e con la società TecnArt – spiega la ricercatrice –: sono stati prelevati campioni della struttura al fine di appurare le temperature raggiunte e verificane la datazione». Approcci e metodi propri dell’archeologia dialogano quindi con le moderne tecniche di indagine al fine di narrare l’antico e di ricomporre un tassello fondamentale per la conoscenza della romanizzazione della regione, quale fu l’insediamento di Costigliole.

Non mancheranno, poi, durante la conferenza, che avrà un approccio divulgativo, riferimenti a quelle che furono le attività svolte all’interno della villa: dalla lavorazione dei metalli alle produzioni in ceramica e terracotta, passando per la molitura dei cereali fino ad arrivare a una pratica diffusa già allora sui lievi pendii della collina costigliolese: la viticoltura. Nel sito archeologico oggetto di ricerca è infatti emersa la presenza di un ampio impianto vinicolo, il primo rinvenuto nel Piemonte meridionale, tra i meglio conservati di tutta l’Italia settentrionale.

L’esteso insediamento ai margini della pianura saluzzese, a ridosso della Val Varaita, è sorto a partire dall’età augustea ed è stato poi distrutto da un rovinoso incendio negli ultimi decenni del III secolo d.C.; esso vide un’ulteriore fase di frequentazione fino al V secolo d.C. Oggi rappresenta il sito rurale di età romana meglio noto nel Piemonte meridionale. Le strutture finora messe in luce si riferiscono ad una villa rustica estesa per almeno 9000 mq, articolata in più edifici, con settori destinati a fini abitativi e produttivi (stoccaggio, immagazzinamento, trasformazione dei prodotti agricoli, attività artigianali). Una parte del complesso funzionava inoltre come “mansio”, una sorta di rifugio dove ospitare viaggiatori e mercanti che trovavano nella villa di Costigliole un ideale punto di sosta dove riprendere le forze, rifocillarsi e abbandonare temporaneamente carri e merci. La villa si trovava infatti in posizione strategica rispetto alle antiche direttrici stradali che permettevano di spostarsi lungo la linea di pedemonte, ma anche di superare i valichi alpini verso la Gallia. La parte residenziale ha invece rivelato apprestamenti funzionali, come focolari in muratura, ma anche rifiniture e suppellettili di pregio che fanno intuire l’alto tenore di vita del proprietario che gestiva l’ampia tenuta intorno al complesso.