Le riflessioni sulla scuola di SBAM Piemonte dopo un anno di didattica a distanza

2 febbraio 2021 | 12:30
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Le riflessioni sulla scuola di SBAM Piemonte dopo un anno di didattica a distanza

L’organizzazione studentesca che lotta per il buonsenso e l’autonomia nelle scuole analizza l’anno scolastico in corso non senza una certa dose di preoccupazione, e prova a suggerire dei provvedimenti urgenti. “Gli studenti italiani non possono continuare a subire sulla propria pelle le inefficienze del Ministero dell’Istruzione e del Governo Italiano”.

Siamo ormai giunti alla conclusione del primo quadrimestre dell’Anno Scolastico 2020/2021 e mai come in questo momento gli studenti delle scuole superiori di secondo grado si sentono disorientati e abbandonati a loro stessi. In una Italia in gramaglie, che ha conosciuto il dramma dell’epidemia e che ha visto perdere più di ottanta mila persone, gli studenti hanno dovuto adattarsi alle disposizioni imposte, finendo a salutare il proprio compagno di banco attraverso uno schermo e a seguire le lezioni per molte ore davanti ad un computer. Se la didattica a distanza a marzo 2020 era una eccezione e una novità, dopo quasi un anno è diventata la pura normalità.

I suoi innumerevoli “vantaggi” sono ormai noti a tutti. Molti sono i sondaggi preoccupanti che sono stati pubblicati nelle ultime settimane in riferimento alla condizione scolastica dei giovani. Secondo uno studio condotto da Save the Children, trentaquattro mila studenti sono a rischio abbandono scolastico. Il 28% degli studenti intervistati dichiara che almeno un loro compagno di classe ha smesso di frequentare le lezioni. Quasi quattro studenti su dieci dichiarano di avere sensazioni negative, di sentirsi stanchi, apatici e disorientati e di avere avuto ripercussioni avverse sullo studio. Il 35% degli studenti, inoltre, si sente più impreparato di quando andava a scuola in presenza. Insomma, un “anno sprecato” per il 46% degli studenti.

Per tali motivazioni, sono opportuni cospicui miglioramenti della situazione scolastica al più presto. Gli studenti italiani non possono continuare a subire sulla propria pelle le inefficienze del Ministero dell’Istruzione e del Governo Italiano, impegnati a risolvere questioni di mero interesse personale e ponendo le drasticità sopra citate in secondo piano.

Secondo SBAM Piemonte è, in primo luogo, di fondamentale importanza la frequenza del 100% in presenza degli studenti frequentanti la classe quinta superiore, al fine di aiutare i nostri maturandi nel non risultare ancora più penalizzati e impreparati a sostenere l’importante passo dell’Esame di Stato. La didattica a distanza ha dei grossi limiti e moltissimi studenti dichiarano di non riuscire a seguire le lezioni a causa della connessione e del mancato approccio personale. Deve essere, quindi, necessaria una corretta turnazione tra le classi inferiori, al fine di evitare assembramenti all’interno della struttura scolastica e garantire la presenza delle classi quinte.

Indispensabile è poi anche avere una maggiore chiarezza sullo svolgimento della Maturità sin dalle prossime settimane. Siamo giunti all’inizio del mese di febbraio e gli studenti non hanno alcuna certezza sullo svolgimento dell’esame. Dobbiamo evitare che si ripresenti una situazione analoga a quella dello scorso anno scolastico, in cui l’incertezza dilagava fino ad alcune settimane precedenti allo svolgimento della prova.

Altro tema scottante e da denunciare è la scarsa qualità delle mascherine chirurgiche distribuite dal Ministero dell’Istruzione agli alunni delle scuole superiori, che non sono affatto sicure alla prevenzione del contagio. Mentre i professori godono il lusso di utilizzare una mascherina FFP2, gli studenti devono accontentarsi di un pezzo di carta con dei fasci da apporre intorno alla testa, prontamente distribuite dal Ministero dell’Istruzione a tutte le scuole del Paese.

Il collettivo riflette anche sulle recenti proteste che stanno sempre più dilagando nelle città di tutta la regione Piemonte. Insomma, se prima si manifestava per chiedere il ritorno a scuola, oggi si protesta perché gli studenti sono in presenza. Non vorremmo che queste manifestazioni vengano organizzate al fine primo di acquisire un po’ di visibilità e di notorietà a livello regionale, invece che essere organizzate per sollevare le problematiche e soprattutto per condividere soluzioni al problema.

Il movimento studentesco SBAM sostiene che sia il dialogo la soluzione vincente per trovare una soluzione comune al problema e per questo motivo si riserva la facoltà di intraprendere una collaborazione istituzionale, ponendosi come canale diretto di intermediazione tra studenti e istituzioni. Scriveremo una lettera all’assessore della Regione Piemonte all’Istruzione, al Lavoro, Formazione professionale e Diritto allo Studio universitario, dottoressa Chiorino Elena, nella quale esporremo la nostra disponibilità ad un incontro per dibattere su queste tematiche allo scopo di trovare una soluzione comune alle esigenze degli studenti piemontesi.

Vogliamo, in conclusione, ricordare agli studenti che protestano nelle piazze, che la Regione Piemonte ha sempre avuto a cuore il tema della scuola e ha provveduto ad una serie di riforme al fine di tutelare gli studenti, potenziano i trasporti e fissando un coefficiente di riempimento di trasporto pubblico locale e del trasporto ferroviario regionale non superiore al 50% e prevedendo tavoli provinciali coordinati dai Prefetti per l’organizzazione del trasporto pubblico e per il monitoraggio della situazione epidemiologica.