“Seconde case aperte, finalmente”: il timido segnale di risveglio della montagna invernale

23 gennaio 2021 | 10:29
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“Seconde case aperte, finalmente”: il timido segnale di risveglio della montagna invernale
San Giacomo di Roburent sotto la neve (foto tratta dal gruppo Facebook "San Giacomo di Roburent")

Paolo Manera, imprenditore di San Giacomo di Roburent, sottolinea: “Bene così, ma è stato insostenibile e anticostituzionale da parte del Governo bloccare l’accesso alle private proprietà, senza neanche accennare alla benché minima riduzione delle imposte”

Dopo i chiarimenti pervenuti dal Governo circa la possibilità di raggiungere, anche fuori regione, la propria seconda casa, a prescindere dalla colorazione del luogo di partenza e di quello di arrivo, ha fatto sì che le borgate alpine del Cuneese cominciassero a ripopolarsi.

Succede, per esempio, a San Giacomo di Roburent, come conferma l’imprenditore Paolo Manera: “Ieri sera, durante il mio giro di sgombero neve, ho potuto vedere con gioia che alcune finestre delle seconde case erano aperte e alcune stanze erano illuminate. Questo è un timido segno di risveglio territoriale.
Speriamo sia l’inizio di un ordinato ritorno alla fruizione delle seconde case e che questi flussi di turisti possano dare lievi ristori (finora quasi inesistenti da parte dello Stato) alle attività dei territori montani”.

Manera, peraltro, rimarca a chiare lettere come sia stato “insostenibile e anticostituzionale bloccare l’accesso alle private proprietà, senza neanche accennare alla benché minima riduzione delle imposte”, aggiungendo che la pandemia non è ancora finita, ma speriamo che questo movimento e lo sblocco da parte del Cts del protocollo per la gestione degli impianti di risalita possano dare respiro alle economie di valle e delle cittadine sottostanti”.