Studenti sui pullman senza mascherine, il sindaco di Carrù chiede l’aiuto dei genitori: “Controllate i vostri ragazzi”

17 settembre 2020 | 14:27
Share0
Studenti sui pullman senza mascherine, il sindaco di Carrù chiede l’aiuto dei genitori: “Controllate i vostri ragazzi”

Il primo cittadino, Stefania Ieriti: “Il pericolo del contagio è e permane in agguato e portare la mascherina al braccio non serve proprio a niente!”

Studenti a bordo dei mezzi pubblici senza indossare correttamente le mascherine: un comportamento che non può essere tollerabile, visto e considerato il periodo di emergenza epidemiologica che anche la provincia di Cuneo, al pari del resto d’Italia, sta vivendo in questi mesi.

Così, il sindaco di Carrù, Stefania Ieriti, che tra poche ore dismetterà ufficialmente la fascia tricolore (dopo due mandati consecutivi da primo cittadino lascerà definitivamente il palazzo municipale), ha lanciato un appello accorato ai genitori dei giovani carrucesi: “Buongiorno a voi tutti – ha esordito –. Vi chiedo per gentilezza una collaborazione. Sono stata notiziata che i ragazzi che utilizzano i pullman per il trasporto scolastico non sempre fanno uso corretto dei dispositivi di protezione individuale. Mi è stato segnalato che, in particolare e specie su alcune tratte (verso Cuneo), la mascherina anziché essere posizionata correttamente è posta sul braccio da quasi la totalità dei presenti che, di conseguenza, si espongono a rischi e pericoli che potrebbero essere facilmente evitati”.

“È palese – ha proseguito Stefania Ieriti – che il mancato rispetto delle norme di sicurezza non determina proprio nulla, anzi… Il pericolo del contagio è e permane in agguato e portare la mascherina al braccio non serve proprio a niente! Avviso che ho già provveduto ad avvisare la ditta dei trasporti per una maggiore sensibilità sul problema, ma ritengo che il primo avvertimento, la prima raccomandazione, debba partire dalla famiglia. Vi chiedo, pertanto, di intervenire e so per certo che anche in quest’occasione non mi deluderete! Grazie, sempre!”.

Ora la palla passa alle famiglie degli studenti, ma, soprattutto, ci si deve rimettere quasi totalmente al buonsenso dei ragazzi.