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Referendum costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari, si vota il 20 e 21 settembre

25 agosto 2020 | 10:57
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Referendum costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari, si vota il 20 e 21 settembre

E’ stato rinviato dal 29 marzo scorso a causa dell’epidemia da coronavirus

Cuneo. Il 20 e 21 settembre prossimo si torna alle urne per un referendum costituzionale sulla riduzione di un terzo del numero dei parlamentari di Camera e Senato. Il referendum avrebbe dovuto svolgersi lo scorso 29 marzo, ma è stato rimandato a causa dell’epidemia da coronavirus. A metà luglio il Consiglio dei ministri ha stabilito le date del  voto accorpando la consultazione referendaria alle elezioni regionali e al voto amministrativo in alcuni comuni. Si voterà la domenica dalle 7 alle 23 e il lunedì dalle 7 alle 15, per evitare assembramenti ai seggi e diluire maggiormente l’afflusso alle urne. In provincia di Cuneo si vota anche per il rinnovo di sindaco e consigli comunali di 19 Comuni: Aisone, Benevello, Briga Alta, Caprauna, Carrù, Castiglione Tinella, Cortemilia, Costigliole Saluzzo, Diano d’Alba, Elva, Morozzo, Narzole, Peveragno, Priero, Roaschia, Rossana, Santo Stefano Belbo, Treiso e Vicoforte.

Il referendum sul taglio dei parlamentari sarà il quarto referendum costituzionale nella storia della Repubblica Italiana (gli altri tre sono stati il referendum sul Titolo V del 2001, quello sulla riforma costituzionale del centrodestra nel 2006 e quello sulla riforma costituzionale voluta dal Pd nel 2016). Prevede di ridurre i seggi alla Camera da 630 a 400 e quelli al Senato da 315 a 200 pari ad una riduzione di circa un terzo: si passerebbe dai circa 96mila abitanti per deputato a circa 151mila. Oggi l’Italia ha un numero di parlamentari per numero di abitanti simile a quello dei grandi Paesi europei; dopo la riforma diventerebbe invece uno dei paesi con il più basso livello di rappresentanza politica in rapporto alla popolazione dell’intera Unione Europea.

Con l’approvazione della riforma saranno ridotti anche i parlamentari eletti dagli italiani all’estero: passeranno da 12 a 8 e i senatori da 6 a 4. Verrà inoltre stabilito un tetto massimo al numero dei senatori a vita nominati dai presidenti della Repubblica: mai più di 5. Il referendum sarà confermativo, servirà cioè a confermare l’approvazione di una riforma costituzionale che non ha ottenuto almeno due terzi dei voti in ciascuna camera. Chi vota “sì” sostiene il taglio, chiede che la riforma sia confermata e che entri in vigore. Chi vota “no” ne chiede invece l’abrogazione. Nei referendum costituzionali non si tiene conto del quorum, come nei normali referendum abrogativi. Indipendentemente dal numero di votanti, il risultato quindi viene sempre preso in considerazione.