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Assosuini scende in piazza a Fossano

3 giugno 2020 | 10:35
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Assosuini scende in piazza a Fossano

A causa di una notevole differenza tra il costo per allevare i suini e il prezzo di vendita delle cosce del maiale, il settore suinicolo si trova di fronte a una grave crisi e oggi, a Fossano, manifesta per segnalare i problemi che devono essere affrontati con urgenza

Oggi, durante il mercato settimanale che si tiene a Fossano, si svolge una manifestazione pacifica di allevatori di suini per evidenziare la drammaticità in cui si trova il settore suinicolo. Tra i problemi che vengono portati all’attenzione c’è il rischio di chiusura degli allevamenti dovuto al prezzo di vendita inaccettabile del suino pesante Dop, €1,03/kg, contro un costo di produzione di oltre € 1,40. Inevitabilmente hanno pesato sulle vendite la chiusura dei ristoranti e quella dell’export, in seguito al coronavirus.

L’Assosuini, associazione di categoria, sarà presente a Fossano, pur rispettando le normative vigenti che regolano la riunione di più persone, per manifestare contro una situazione che ha messo in ginocchio il settore per colpa del precipitare, in questi ultimi mesi, del prezzo dei suini.

Nell’occasione verranno ribadite le proposte portate avanti in molte sedi, dai tavoli regionali a quelli nazionali, dal Mipaaf, fino alle newsletter, proposte avanzate da mesi ma rimaste inascoltate, che possono essere così riassunte:

Distogliere settimanalmente dal circuito DOP circa 25.000 suini dal peso indicativo di 120/145 kg. Questo per un periodo di 20 settimane, con un contributo di 40 euro a capo da erogare direttamente ai suinicoltori che aderissero all’iniziativa. Questa misura porterebbe a non stagionare 1.000.000 di cosce per il circuito Dop, scelta inderogabile per fermare “l’incendio che sta bruciando il valore di questa eccellenza!”. Se questi capi poi fossero destinati anche all’ammasso, come anche altre organizzazioni hanno chiesto, permetterebbe di avere a disposizione più tempo per valorizzare, e non svendere come succede ora, questa carne di qualità. Il costo di questo intervento è quantizzato in 20 milioni di euro.

Destinare all’ammasso 800.000 cosce stagionate e/o le “mattonelle” già destinate ad essere utilizzate negli affettamenti di prodotto DOP in deroga ai Disciplinari vigenti. Così facendo verrebbe tolto dal mercato un prodotto che si sta deteriorando, perché essendo il più “magro” non può “aspettare” altri 6-10 mesi per essere utilizzato come impone la crisi in corso, e oggi viene letteralmente svenduto a qualsiasi prezzo, inferiore a  5€/kg. Costo intervento circa 50 milioni di euro;

Fondo indigenti: destinare altri 10 milioni di euro, oltre ai 9 ml già stanziati con decreti nazionali, per l’acquisto di circa 250.000 cosce. Anche in questo caso si tratterebbe di selezionare le cosce di tipologia più magra, quelle con una limitata capacità di stagionatura.

Tutto ciò permetterebbe di distogliere da un mercato inflazionato un quantitativo di prodotto (circa 2.000.000 di prosciutti ) tale da poter liberare i magazzini che pesano soprattutto sulla DOP Prosciutto di Parma.

Sono proposte concrete che sono state portate avanti dall’associazione fin dalle prime settimane dell’emergenza sanitaria e che, secondo Assosuini,  dovrebbero essere condivise da tutti gli attori della filiera. L’associazione, per altro, registra poca concretezza e coerenza nelle azioni e segnala, in particolare, come il Consorzio del Prosciutto di Parma si sia dimostrato poco partecipativo nel discutere le proposte avanzate.

Con manifestazioni come quella odierna a Fossano si vuole ribadire l’urgenza delle misure da adottare per evitare che entro giugno debbano registrarsi molte chiusure di allevamenti e di prosciuttifici.