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Altri dettagli sulla ‘ndrangheta a Bra

30 giugno 2020 | 14:17
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Altri dettagli sulla ‘ndrangheta a Bra

Altri dettagli sulla maxi operazione condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Torino che ha scoperto l’esistenza di una locale a Bra

Emergono nuovi dettagli in merito all’operazione condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Torino sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nella nostra regione. Tornando alla locale al cui vertice era la famiglia di ‘ndrangheta Luppino, originaria di Sant’Eufemia di Aspromonte (RC), il procuratore capo Anna Maria Loreto ha spiegato che era fortemente ramificata sul territorio e persino nella pubblica amministrazione, fin dal 2015, e a questo proposito è emerso che tra le trenta persone indagate c’è anche un esponente politico della pubblica amministrazione per il quale l’accusa è quella di voto di scambio politico mafioso, la stessa in cui è incappato l’ex consigliere regionale Roberto Rosso, tutt’ora a processo.

Di particolare rilievo la posizione acquisita dai fratelli Luppino, talmente inseriti nella realtà braidese da  riuscire a influenzare persino l’assegnazione dei posti in occasione di “Cheese”. Ma non solo, dal momento che tre carabinieri, due dei quali in servizio alla caserma di Bra nel periodo indagato dagli inquirenti e uno alla caserma di Villa San Giovanni, sono accusati, a vario titolo, di favoreggiamento personale e rivelazione di segreti d’ufficio aggravati dall’agevolazione mafiosa. E non basta, perché due agenti della polizia penitenziaria del carcere di Saluzzo, luogo di detenzione di Salvatore Luppino, sono accusati di avergli procurato beni vietati.

Le indagini proseguono, anche perché ai Lupino veniva riconosciuta la capacità di influenzare la situazione politico sociale e questo potrebbe portare a ulteriori sviluppi, anche a livello politico.