“Un bimbo nato in Italia non può avere due mamme o due papà”

8 aprile 2020 | 09:03
Share0
“Un bimbo nato in Italia non può avere due mamme o due papà”

Campanella (PdF Cuneo): “La Corte di Cassazione ha confermato l’ovvio e ribadito l’importanza dell’art.29 della Costituzione”

Scrive Mario Campanella (Popolo della Famiglia provincia di Cuneo).

A nome di tutto il Popolo della Famiglia della provincia di Cuneo esprimo la grande soddisfazione per la notizia della sentenza n.7668 della Corte di Cassazione che ha stabilito che un bambino nato in Italia non può avere due mamme o due papà. E’ stato infatti rigettato il ricorso di due donne unite civilmente che chiedevano al Comune di Venezia di essere entrambe iscritte come madri nell’atto di nascita della bimba partorita da una delle due. Il funzionario dell’anagrafe si è rifiutato, la Cassazione ha confermato la correttezza del suo comportamento”: queste le parole di Mario Campanella (Popolo della Famiglia Cuneo) a commento della sentenza emessa lo scorso 3 aprile. Il nostro Presidente nazionale, Mario Adinolfi, riferendosi alla sentenza ha dichiarato: “Confermata la verità, di mamma ce n’è una sola!”.

Dopo anni di confusione e forzature ideologiche, finalmente una sentenza tombale.  bimbi nati in Italia, ma concepiti all’estero con la riproduzione medicalmente assistita richiesta da due donne, possono avere una sola mamma che li riconosce, cioè la donna che partorisce. L’altra donna non può essere riconosciuta come genitore allo stato anagrafico.

La Cassazione specifica infatti che una sola persona ha “diritto di essere menzionata come madre nell’atto di nascita, in virtù di un rapporto di filiazione che presuppone il legame biologico e/o genetico con il nato“. Questa norma, hanno aggiunto i supremi giudici, “è attualmente vigente all’interno dell’ordinamento italiano e, dunque, applicabile agli atti di nascita formati o da formare in Italia, a prescindere dal luogo dove sia avvenuta la pratica fecondativa“.

La sentenza della Cassazione fa infatti esplicito riferimento al pronunciamento della Corte costituzionale che circa un anno fa dichiarò “legittimo il divieto per le coppie omosessuali di accedere alle tecniche di fecondazione assistita”.

In meno di un anno i massimi organi della giurisprudenza italiana hanno sentenziato che le anagrafi non possono forzare il diritto cancellando il padre o la madre del bimbo, concepito sempre da un uomo e una donna, papà e mamma. Il rapporto di filiazione deve pertanto sempre presupporre un legame biologico o genetico.

Un  pronunciamento  estremamente rilevante, attento alle prioritarie esigenze dei figli e che ribadisce la fondamentale importanza dell’art.29 della Costituzione. Ci auguriamo che questa sentenza, purtroppo volutamente occultata dalla quasi totalità dei media, venga rispettata ed applicata anche nella nostra Provincia”.