E’ morto il partigiano Biagio Mario Cinquini

29 febbraio 2020 | 08:18
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E’ morto il partigiano Biagio Mario Cinquini
E’ morto il partigiano Biagio Mario Cinquini
E’ morto il partigiano Biagio Mario Cinquini
E’ morto il partigiano Biagio Mario Cinquini

“La sua testimonianza e i suoi insegnamenti siano  di monito a  coloro ai giovani e alle nuove generazioni”

Scrive Ughetta Biancotto, presidente provinciale ANPI Cuneo.

IL PARTIGIANO” ci ha lasciati” BIAGIO MARIO CINQUINI, ci stanno lasciando gli ultimi partecipanti alla Lotta di Liberazione, Biagio era nato nell’ agosto del 1926.
Questa è una sua testimonianza , un racconto del suo vissuto da combattente per la nostra libertà e la nostra democrazia.
“Era giovanissimo “, una “scelta ” fatta a 17 anni, quando nel luglio 1943 si trova a dover decidere e optare con chi combattere, Biagio abita a Cuneo con la famiglia , il padre operaio al genio civile, lui impiegato viene licenziato dopo la caduta del capo del governo Mussolini ,e lo   sbandamento dell’ esercito italiano.
L’Italia è una nazione invasa dall’esercito Tedesco , e anche nelle valli del cuneese  inizia una nuova Resistenza  , conosce gli studenti universitari Giorgio Bocca, Detto Dalmastro, Aurelio Verra, che diventeranno tutti futuri comandanti partigiani.
La testimonianza di Biagio Cinquini è ancora viva anche a distanza di anni: siamo nell’ inverno del 1944, Biagio decide di andare a combattere contro l’invasore nazista e i suoi
accoliti fascisti che ancora imperversano nei nostri paesi e nelle montagne . parte insieme al suo amico e  compagno Ernesto Meinero e raggiunge la brigata partigiana ” Rosselli ” in Valle Stura . Li raggiuge il fratello Luigi ” Gino ” anche lui partigiano  in quelle valli.
Combatterà a Moiola, Valloriate , Demonte, ha un ruolo di staffetta , si sposta con la bicicletta, assiste all’ attacco del Ponte dell’ Olla, ( Gaiola ) distrutto e sostituito con una passerella .
Si sposta tramite il Colle del Mulo in Valle Grana , e giunge al santuario di  Castelmagno con il  gruppo di partigiani combattenti coordinati dai comandanti Ettore Rosa e da ” Wolf” D. Livio Bianco. Ci sono  molti partigiani rimasti e furono ospitati dai frati del Santuario per la notte e per il sostentamento, e per poter nuovamente riprendere il percorso per giungere in valle Grana. a  Pradleves. Dopo l’ordine del comandante Renato Aimo, ritorna in valle e continua la sua vita di combattente a Moiola in Valle stura ,
Biagio ricorda il rientro a Demonte in Valle Stura, tramite i sentieri impervi della montagna tra i rifugi del Migliorero
e il rifugio Zanotti, tra sentieri rocciosi ed e poi  Pietraporzio , ritorna in Valle Stura dove i tedeschi che presidiavano il territorio erano  ritornati con armi e carri armati e auto blindate.
Menziona alcuni episodi , disagi tra  cui la mancanza di viveri e di case, lo scarso cibo, ma l’aiuto dei montanari
che condividono con i partigiani i loro pochi averi che li nascondono, li proteggono,  nei momenti di bisogno , anche a rischio di rappresaglie ma sono disponibili a donare il poco che hanno. Dopo varie peripezie rientra a casa , per problemi di salute, a Cuneo collabora con vari partigiani contro gli invasori tedeschi ,ritorna in montagna a Demonte, fino alla liberazione dei paesi della valle e di Borgo S. D. avvenuta negli ultimi giorni  di aprile 1945.
La sua testimonianza e i suoi insegnamenti siano  di monito a  coloro ai giovani e alle nuove generazioni.