Ritratti della Resistenza, l’Eccidio di Ceretto

5 gennaio 2020 | 10:00
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Ritratti della Resistenza, l’Eccidio di Ceretto

Così il 5 gennaio vennero uccisi dai nazi-fascisti 27 innocenti, per dare una lezione

Busca/Costigliole. Cade il 5 gennaio la triste ricorrenza dell’eccidio di Ceretto quando, nel 1944, i nazi-fascisti seminarono desolazione, morte e distruzione nella ridente popolazione della frazione condivisa fra Costigliole e Busca.

Era un mercoledì quando alle ore 10 due colonne di nazifascisti piombarono in sincronia sulla frazione di Ceretto: una proveniente dalla pianura di Villafalletto, covo di brigate nere, l’altra proveniente dalla strada provinciale per Cuneo.

La strage di Ceretto con il massacro di 27 civili e la distruzione delle case, va inquadrata nel vasto piano operativo perseguito dai nazifascisti tra il finire del 1943 e l’inizio del 1944.

Il calcolo dei tedeschi era di un’estrema logicità: per porre fine al pericoloso espandersi della guerriglia non occorreva arrivare all’ annientamento fisico dei “ribelli”, operazione che avrebbe richiesto l’impegno di troppe forze. Era sufficiente distruggere l’organizzazione delle prime bande e soffocare con il sangue il favore popolare che nei mesi successivi all’8 settembre aveva reso possibile lo sviluppo del fronte partigiano.

Così il 5 gennaio vennero uccisi 27 innocenti, per dare una lezione.

In un rapporto al comando Generale della G.N.R del 13.01.1944 si dava notizia dell’accaduto: “Il 5 corrente truppe germaniche, recatesi a Costigliole Saluzzo per rastrellamento dei ribelli, hanno passato alle armi 22 uomini delle frazioni adiacenti ed hanno appiccato il fuoco ad una ventina di case rurali”- Ma il terribile comunicato, peccava in difetto, infatti 27 furono i caduti e 27 le case distrutte. Bilancio dell’ECCIDIO: 27 CADUTI; 18 ORFANI; 8 VEDOVE; 27 CASE BRUCIATE, 4390 mq di tetto bruciato; 8000 mg DI FIENO BRUCIATO; 6180 mg DI PAGLIA BRUCIATO; 42 q DI GRANO DISTRUTTI; 32,5 q DI GRANOTURCO DISTRUTTI; 2,10 q DI FAGIOLI DISTRUTTI; 9 q DI PATATE DISTRUTTI.

La lapide posta a ricordo dei Caduti dell’eccidio di Ceretto, avvenuto il 5 gennaio 1944, con la sua forma rettangolare con la sommità a spiovente ricorda la forma di una casa stilizzata.

E’ stata inaugurata il 26 aprile 1959, fortemente voluta dal “Comitato per l’Eccidio”, fondato da Giovanni Sola con Lino Bertaina, Giovanni Falco ed il parroco don Agnelli.

Dopo la fine della guerra Giovanni Sola, partigiano garibaldino costigliolese, ha fondato il “Comitato per l’Eccidio” composto, oltre a lui, da Bertaina Paolo (Lino), Giovanni Falco e il parroco don Agnelli. Questo comitato ha fatto erigere una prima lapide nel 1946. Sempre in quell’anno i comuni di Costigliole e Busca hanno eretto 2 cippi alla memoria sui luoghi dell’eccidio, essi sono posti il primo davanti all’hotel Ceretto e il secondo davanti alla caserma dei Carabinieri.

Successivamente Giovanni Sola si è prodigato alla costruzione di una seconda lapide in sostituzione alla prima, quella che vediamo oggi. Poi si è prodigato a raccogliere i fondi per una seconda lapide, in sostituzione della prima, ed è quella che viene qui rappresentata oggi. Accanto ai nomi dei Caduti vi è la fotografia. Per la costruzione di questo monumento alla memoria sono state raccolte le offerte non solo dalle famiglie del paese, ma persino da costigliolesi e loro parenti emigrati in America e in Francia; hanno contribuito ai lavori i comuni di Busca e Costigliole e diverse ditte. L’inaugurazione avvenne il 26 aprile 1959.

Nel 2006 ai Comuni di Costigliole Saluzzo e Busca è stata riconosciuta la “Medaglia d’argento al Valor civile”. Sempre nel medesimo anno la lapide è stata completamente restaurata.

Oggi 5 gennaio 2020, nel 76° anniversario, sarà onorata la ricorrenza come da programma.