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E’ tornato in libertà uno degli indagati dell’operazione “Nemesi”

28 novembre 2019 | 21:24
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E’ tornato in libertà uno degli indagati dell’operazione “Nemesi”

Si tratta dell’ingegnere fossanese Paolo Cordero, per cui erano stati disposti gli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta della Guardia di Finanza di Cuneo che ha consentito di smantellare un’associazione a delinquere internazionale dedita alla commissione di complesse frodi fiscali attraverso l’emissione di fatture false e l’utilizzo di crediti tributari inesistenti

E’ tornato in libertà il fossanese Paolo Cordero, il manager finito agli arresti domiciliari nell’ambito dell’operazione della Guardia di Finanza di Cuneo denominata “Nemesi” nel corso della quale è stata smantellata un’associazione a delinquere internazionale dedita alla commissione di complesse frodi fiscali attraverso l’emissione di fatture false e l’utilizzo di crediti tributari inesistenti. Insieme a Cordero sono state indagate altre 21 persone. Il Gip ha revocato la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del professionista fossanese.

Cordero era stato raggiunto dal provvedimento domenica mattina, all’aeroporto di Malpensa, appena giunto in Italia dagli Stati Uniti. L’ingegnere, che è assistito dall’avvocato Nicola Menardo e dal managing partner Michele Briamonte dello studio Grande Stevens, durante l’interrogatorio di garanzia durato quattro ore, ha risposto alle domande del giudice. Restano in carcere i due principali indiziati di essere a capo dell’organizzazione, l’ex commercialista 52enne Riccardo Bontempo e il ristoratore 46enne Nicola Fanelli.

Nel periodo di dieci anni su cui gli uomini delle Fiamme Gialle di Cuneo hanno indagato è stata accertata un’evasione complessiva dell’Iva per circa 16 milioni di euro, con la conseguente disposizione di un provvedimento di sequestro preventivo per equivalente di oltre 21 milioni di euro, tra conti correnti e beni di lusso. L’operazione ha svelato il coinvolgimento di 22 società con sedi in tutto il territorio nazionale e ha comportato il sequestro di 16 immobili e 26 terreni così come è stata sequestrata valuta per 50mila euro, gioielli, preziosi, 35 Rolex oltre a 8 auto, tra cui una Bentley e una Jaguar, e 4 moto.

Intanto l’inchiesta delle Fiamme Gialle continua con l’analisi della documentazione raccolta e con il controllo dei conti correnti sequestrati per valutare l’eventualità che siano stati commessi altri reati da parte degli indagati, per 21 dei quali rimangono in vigore le misure predisposte nei loro confronti dall’autorità giudiziaria.