Demonte, dove i cittadini sono di serie B

15 ottobre 2019 | 09:55
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Demonte, dove i cittadini sono di serie B

Ancora bocciata la Variante di Demonte per il no del Ministero dei Beni culturali. Salute e sicurezza dei cittadini ancora al palo, così come il progetto di cui si parla dagli anni ’70 che continua a languire, nonostante i finanziamenti già pronti

Meglio togliere dal centro di Demonte gli 800 Tir al giorno che nel loro percorso lungo il paese costituiscono un fattore di rischio per l’incolumità dei residenti e, in primis, per la loro salute, senza contare la penalizzazione continua che subiscono il commercio e il turismo oppure salvaguardare il bene culturale rappresentato dai resti del forte della Consolata che verrebbero messi a rischio dai 175 metri della galleria di esodo sotto la collina del Podio? Per il Ministero dei Beni culturali la risposta giusta è la seconda, visto che ha bocciato il progetto della variante di Demonte per motivi paesaggistici. Risultato? Buttato all’aria un progetto dal costo previsto di 50,1 milioni di euro per 2,8 km di nuova strada con una sola corsia per senso di marcia e una galleria di 638 metri prima del rientro sulla statale 21 nei pressi della chiesa di San Marco.

Il problema è che il parere ministeriale, espresso attraverso i suoi tre esperti, è vincolante e blocca la Conferenza dei Servizi beffando ancora una volta Demonte che vede nuovamente stoppato il progetto a un passo dalla pubblicazione del bando di gara. E questo nonostante il via libera dato dall’Anas, che aveva ribadito di aver speso già 500mila euro per la progettazione e di aver avanzato altre cinque soluzioni, partendo dal 2002, senza vederne neanche una approvata.

E adesso? Due opzioni: rispolverare il vecchio progetto, quello che prevedeva il passaggio sulla sinistra orografica dello Stura in zona Rialpo, progetto sicuramente meno avanzato di quello appena bocciato  e con un costo quasi doppio, 80 milioni, da rivalutare ai valori odierni, contro i 50,1 di quello che non ha avuto il via libera ministeriale. Oppure, fare come per l’Asti – Cuneo e cioè investire del problema il presidente del Consiglio Conte attraverso l’intermediazione del governatore Cirio. Il tutto  mentre non è dato di sapere quali potranno essere gli impegni sulla questione che potranno prendere i parlamentari della Granda che, attenti al tema autostradale, pare si siano scordati di quello della variante di Demonte.