Due Cuneesi al 6° Appuntamento Giovani per la Pace

17 maggio 2019 | 12:54
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Due Cuneesi al 6° Appuntamento Giovani per la Pace
Due Cuneesi al 6° Appuntamento Giovani per la Pace
Due Cuneesi al 6° Appuntamento Giovani per la Pace
Due Cuneesi al 6° Appuntamento Giovani per la Pace

“Giovani indomabili al servizio della pace”

Scrivono Fabio e Marta, due Cuneesi a Bergamo.

Suoni, colori, sorrisi, sono solo alcuni degli ingredienti che hanno contraddistinto il 6° appuntamento dei “Giovani della Pace”, svoltosi a Bergamo dal 10 al 12 maggio; un appuntamento fortemente voluto dal fondatore del Sermig, Ernesto Olivero, capace di chiamare a raccolta migliaia e migliaia di giovani da tutto il Mondo.
Etnie, culture, tradizioni, bandiere diverse, ma un unico slogan “Basta Guerre! Facciamo la pace!”, è questo il motivo che ha spinto i partecipanti a vivere questa esperienza di unione, condivisione e dialogo; sono arrivati dalle zone più disparate del Continente, senza dimenticare i tantissimi italiani presenti, anche perché il Sermig (Servizio Missionario Giovani), per chi non lo conoscesse, rappresenta una bellissima realtà piemontese, basata sulla Provvidenza e la preghiera.
Nato il 24 maggio 1964, in un vecchio arsenale militare di Torino, per iniziativa del banchiere Olivero, della defunta moglie Maria e di un gruppo di giovani cattolici, con un unico sogno: eliminare la fame e le grandi ingiustizie nel mondo, costruire la pace, aiutare i giovani a trovare un ideale di vita.
In questi anni di sogni ne sono stati realizzati tanti, basti pensare che sono passate al Sermig oltre 70.000 persone e ogni giorno trovano un posto in cui riposare altre 2.000; un luogo di accoglienza, nato a seguito della domanda di un giovane: “ Tu, Olivero stanotte dove dormi?” e che ha visto  Ernesto toccare con mano le condizioni di miseria che si nascondevano tra i vicoli della sua amata città.
“ Dai giovani parte il futuro. I giovani possono prendere il buono del passato e renderlo presente. Nei giovani sono seminati la santità, l’intraprendenza e il coraggio.”; proprio queste parole hanno spinto i tantissimi alle iniziative pensate per questo appuntamento mondiale.
Viaggi, stanchezza, bagagli pesanti, non hanno impedito di gremire in ogni ordine di posto la Basilica di Santa Maria Maggiore per la Veglia di silenzio e preghiera per la Pace di venerdì 10 maggio, per poi essere accolti e ospitati per la notte dai centri ricreativi e religiosi di Bergamo.
Ristorati nello spirito e nel fisico durante la notte, i giovani hanno potuto vivere al meglio il fulcro di questo 6° appuntamento “ Giovani della Pace”, ovvero la giornata di sabato 11 maggio, iniziata con i “Dialoghi in città”, nei quali 16 “Maestri di Vita” si sono confrontati con i presenti sulle tematiche del nostro tempo, quali la droga, la malattia, i conflitti di guerra, la disabilità, lo sport, …
Significativa e piena di coraggio, la testimonianza di Giorgia Benusiglio, una giovane donna, la cui vita è stata segnata profondamente da un errore adolescenziale; aveva, infatti, solamente diciassette anni quando decise di assumere mezza pasticca di Ecstasy, che la portò al coma, ai mesi in ospedale, al trapianto del fegato e a una nuova occasione.
Una Giorgia diversa era nata, pronta a spendersi con tutta se stessa per i giovani, al fine di informarli sulle conseguenze mortali delle droghe; dodici anni di incontri nelle scuole, più di 90.000 ragazzi incontrati all’anno, 1.000 solo in questa occasione, due libri e un film autobiografico, tutto questo è Giorgia Benusiglio oggi: una donna capace di donarsi agli altri, con un sorriso smagliante e gli occhi colmi di tristezza, perché in fondo “ il passato non lo si può cambiare.”.
Incontri che lasciano il segno, che riempiono i cuori e che passano il testimone a una Piazza Vittorio Veneto, “assaltata” da giovani e meno giovani, incuranti del possibile maltempo, decisi a concludere questo 6° appuntamento con canti, danze, rappresentazioni teatrali, testimonianze, lacrime, esperienze, rintocchi di campana, colori e soprattutto speranza di pace.
“ Noi giovani dobbiamo essere indomabili, capaci di donarci agli altri, solo così troveremo davvero la bellezza della nostra  vita; è questo il messaggio che ci ha donato Ernesto Olivero e che vorremmo portare anche nella nostra quotidianità.”.