Savigliano, il “Cravetta” adotta il bibliofilo Marco Lupo

3 aprile 2019 | 12:03
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Savigliano, il “Cravetta” adotta il bibliofilo Marco Lupo
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Savigliano, il “Cravetta” adotta il bibliofilo Marco Lupo
Savigliano, il “Cravetta” adotta il bibliofilo Marco Lupo

Nell’ambito del progetto “Adotta uno scrittore” del Salone Internazionale del Libro di Torino

Savigliano. Quest’anno, nell’ambito del progetto Adotta uno scrittore del Salone Internazionale del Libro di Torino, alla scuola I.I.S. “Aimone Cravetta”, è stato abbinato Marco Lupo. Lo scrittore, per il primo dei tre incontri previsti, è arrivato nell’istituto, con lo zaino pieno di libri, nella mattinata di martedì 2 aprile e, sedutici in cerchio nell’Aula magna, ha cominciato col raccontarci che è stato uno studente “scapigliato”, che leggeva Bukowski in prima fila durante le ore di filosofia.

Nato in Germania, a 14 anni è approdato in un quartiere difficile della provincia tarantina, dal quale si è salvato attraverso la lettura, la radio, il teatro e l’incontro casuale, nel corridoio del liceo, con un professore (lo storico della filosofia Roberto Nistri) che lo ha invitato a casa sua, insieme ad altri studenti, per vedere film d’autore. Ha riconosciuto che anche lui è stato un adolescente spesso indifferente agli inviti e alle parole dei professori, ma subito dopo ci ha esortato a non ribellarci senza conoscere. E a leggere per evasione, per ricordare, per comunicare meglio, per capire ciò che accade intorno a noi e cosa siamo noi mentre ciò accade, per acquisire strumenti utili a decodificare un mondo sempre più complesso.

E, a tal proposito, parlandoci di Umberto Eco, ha spiegato cos’è la semiotica e chi sono il bibliofilo e il bibliomane. “I libri – ha continuato – possono sbatterci in faccia e farci accettare verità che non sapevamo rivelare agli altri e a noi stessi, ci sorprendono perché contengono le parole che noi non riuscivamo a trovare per descrivere qualcosa. Non è un caso che tutti i rivoluzionari siano dei grandi lettori!”.

Alla domanda su cosa scegliere per iniziare a leggere, dopo un “Dio salvi le biblioteche!”, ha risposto che occorre essere curiosi, sfogliare i testi, sentirne l’odore, assecondare il proprio intuito e non smarrirsi nelle recensioni online e ha sottolineato che anche una scelta “sbagliata” si rivelerà importante perché ci farà scoprire altro di noi e lo capiremo il giorno in cui utilizzeremo immagini o parole di quel libro che ci era sembrato inutile o stancante.

Lupo ha una passione incontenibile per la lettura e l’ha trasmessa tutta, si è rivisto in lui il lettore bulimico che lui ha indicato in Kafka. Ne ha citati, libri in mano, di scrittori (Nooteboom, Sillitoe, Borges, Melville, Cortázar, D’Arzo, Steinbeck, Salinger, Baroncelli)! Per approfondire gli argomenti rabbia e collera ha consigliato Osborne e Thomas, per l’esilio Dovlatov, per la fantascienza il racconto Toc toc di S. King. Ma il libro che proprio non possiamo non leggere è Il vagabondo delle stelle di Jack London.

Il cerchio sì è chiuso là dove si era aperto, nel quartiere di provincia, dove, grazie alla lettura e alla meravigliosa esperienza individuale e collettiva che diventano alcuni personaggi, il bibliofilo l’istituto ha adottato ha fatto di quello che considerava un “brutto ceffo” un amico.
L’istituto aspetterà lo scrittore ai prossimi incontri, che si terranno il 9 e il 30 aprile, per confrontarsi su tanto altro, sulla storia, ad esempio, e sul suo libro Hamburg. La sabbia del tempo scomparso.