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Coldiretti Cuneo: “Urgente incrementare il depopolamento dei cinghiali”

10 ottobre 2025 | 15:12
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Coldiretti Cuneo: “Urgente incrementare il depopolamento dei cinghiali”
Foto di Repertorio – La filiera suinicola cuneese conta circa 800 aziende e 900 mila capi, con produzioni destinate ai principali circuiti DOP italiani.

Dall’incontro regionale con il commissario Filippini emerge la necessità di intensificare gli interventi contro la peste suina e contenere la fauna selvatica. Nel 2024 i danni alle colture in provincia hanno superato i 4,5 milioni di euro.

È urgente incrementare il numero degli abbattimenti dei cinghiali. Lo ribadisce Coldiretti Cuneo, evidenziando come la presenza ancora eccessiva di questi animali continui a creare criticità sanitarie e danni economici rilevanti per le aziende agricole del territorio.

La questione è stata al centro dell’incontro tra il mondo suinicolo regionale e il commissario straordinario per la peste suina africana (PSA), Giovanni Filippini, svoltosi a Torino nella sede di Coldiretti Piemonte con la partecipazione della consulta suinicola regionale, dei presidenti e direttori provinciali, di Giorgio Sapino, commissario piemontese per la peste suina africana (PSA), e di Giorgio Apostoli, responsabile nazionale zootecnia Coldiretti.

“Va riconosciuto che la strategia sanitaria del commissario Filippini ha prodotto risultati concreti – afferma Enrico Nada, presidente di Coldiretti Cuneo –. L’allentamento delle restrizioni ha restituito prospettive alle imprese, ma non possiamo abbassare la guardia. I danni provocati dai cinghiali alle colture, nel 2024, hanno raggiunto i 4,5 milioni di euro, in aumento rispetto al 2023”.

“L’Europa ha bisogno di un’agricoltura forte e sostenibile – aggiunge Francesco Goffredo, direttore di Coldiretti Cuneo –. Serve un’azione decisa per l’eradicazione della peste suina e la riduzione drastica dei cinghiali, perché è a rischio l’intera filiera suinicola cuneese, tra le più rilevanti in Italia”.

La filiera suinicola della Granda conta circa 800 aziende e 900.000 capi, destinati in gran parte ai circuiti DOP del Prosciutto di Parma e di San Daniele, a conferma del ruolo strategico del comparto per l’economia agricola locale.