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La storia del traforo del Tunnel di Tenda: la prima canna venne realizzata in nove anni

27 giugno 2025 | 08:07
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La storia del traforo del Tunnel di Tenda: la prima canna venne realizzata in nove anni

All’epoca era il tunnel stradale più lungo mai costruito ed era completamente italiano

Limone Piemonte. La storia del traforo del Tunnel di Tenda, progettato dall’ingegner Giovanni Delfino e inaugurato nel 1882, è quasi interamente raccontata da “La sentinella delle Alpi“: “giornale quotidiano, politico, amministrativo, della provincia di Cuneo”.

Quella che è una vera e propria cronistoria dell’opera, che porterà alla realizzazione del tunnel stradale più lungo mai costruito, per l’epoca, di 3.182 metri, inizia il 20 febbraio del 1873, quando sul giornale viene pubblicato l’avviso d’asta, del Ministero dei Lavori Pubblici, per l’appalto delle opere necessarie alla realizzazione del traforo: 1.984.000,00 lire.

Dopo alcune settimane perse a causa di un problema burocratico relativo all’affidamento dei lavori, il 4 luglio del 1873, alle ore 18, scrive il giornale dell’epoca «si diede fuoco alla parte del versante di Tenda alla prima miccia per traforare il colle di Tenda, sotto la direzione del signor impresario Comoglio Emiliano. Varie persone di Tenda hanno assistito ai primi lavori. Il primo che volle appiccare il fuoco con felice esito alla miccia fu il sig. Revello impiegato delle tasse a Tenda».

Le notizie si susseguono con aggiornamento quasi settimanale. Il 3 settembre del 1873, ad esempio, il giornalista scrive che «già 16 metri si sono praticati dalla parte della galleria di Limone in breve volger di tempo». Più difficoltosi, a causa delle durezza delle rocce, i lavori sull’altro versante, che all’epoca era ancora italiano (sarà diviso tra Francia e Italia a seguito del trattato di pace del 1947). «Ma l’impresa però nulla tralascia nell’adempimento de’ suoi obblighi», sottolinea il cronista.

Non sono solo le rocce e le sorgenti sotterranee a rendere difficile la realizzazione dell’opera. A novembre di quello stesso anno cade, copiosa, la neve. Malgrado questa, però, «che in grande quantità è già caduta sul Colle di Tenda i lavori pel perforamento continuano sempre con alacrità perchè più di cento metri si sono già eseguiti di lavoro per la galleria di avanzamento, cosicchè gli operai lavorano al coperto. L’impresa fa calcolo, se non sorgono forti ostacoli, di intraprendere da 30 a 35 metri al mese di perforamento, cosicchè alla prossima primavera un notevole tratto di galleria sarà già compiuto».

Insomma, nonostante le difficoltà, e le limitazioni che si potevano avere negli anni Settanta dell’Ottocento, quando di certo mancavano ruspe e altri mezzi che rendono il lavoro più agevole, il traforo procede con speditezza. Ogni tanto c’è qualche intoppo e il giornale cuneese riporta tutto, anche quando sembrano mancare i fondi per finanziare i lavori e visto che i soldi da Roma non arrivano, per un determinato periodo, tutto si ferma.

Quello che non manca mai, però, è l’entusiasmo con il quale si descrive l’opera: un progetto che davvero per l’epoca era qualcosa di faraonico, quasi inimmaginabile, e che avrebbe cambiato la vita di tanti cittadini. «La galleria che ora si sta eseguendo secondo il progetto del distintissimo ing. provinciale sig. Delfino – si legge nell’edizione de “La Sentinella delle Alpi” del 25 febbraio 1874 – Ha l’imbocco nord a metri 1320 sul livello del mare e l’imbocco sud a metri 1278,71. Partendo quindi da Cuneo si avrà con questa galleria una minor salita di metri 551,71 ed una minor discesa di metri 593,14. Dall’imbocco nord sale la strada in galleria con pendenza del 0,002 per metro sulla lunghezza di metri 1382, e quindi discende con pendenza del 0,025 per metro su metri 1767,70. La lunghezza perciò della galleria risulta di metri 3149,70 in linea retta. La strada d’accesso all’imbocco nord parte dal 1° ricovero detto Bragard posto a metri 1237,11 sul livello del mare, e raggiunge dopo metri 1861,50 l’imbocco predetto, e dall’imbocco sud la nuova strada d’accesso raggiunge quella attuale in prossimità del ricovero La Punta con una lunghezza di metri 462,50. La galleria ha la larghezza di metri 6,50. La galleria ha la larghezza di metri 6,50 e l’altezza di metri 6,00».

E ancora: «Il costo dell’opera fu calcolato nel progetto definitivo di 2,120,000 e sulle opere appaltate in L. 1,984,000 fu fatto il ribasso del 15 %. L’appalto ebbe luogo a favore dell’impresario Comoglio Giovanni, che intraprese i lavori sul principio del mese di luglio 1873. […] I lavori procedettero sempre regolarmente, e l’impresa eseguì ai due imbocchi apposite case per ricovero degli operai, pei magazzini e fucine. L’avanzamento in galleria verso l’imbocco nord era al 9 corrente di m. 107 circa ed all’imbocco sud di metri 59,220. Passata la stagione invernale e provvisti i conci necessari pel rivestimento della galleria, trovandosi ora provvisti i cantieri e gli alloggi per gli operai, i lavori prenderanno al certo in quest’anno un notevole sviluppo, gli avanzamenti succitati hanno finora luogo verso l’imbocco nord in terreno franoso e soggetto sovente a filtrazioni di acque e verso l’imbocco sud in rocce dure».

Chissà cosa penserebbero gli italiani dell’epoca dell’inaugurazione di oggi. Per realizzare il loro tunnel (oggi chiuso dal 2020), gli operai impiegarono nove anni. Noi, negli anni 2000, abbiamo iniziato a lavorarci 12 anni fa. E a poche ore dal taglio del nastro ancora non si può parlare di “lavori finiti”, tanto che il Tenda bis sarà aperto solo in determinati orari (sembra dalle 6 alle 20) a senso unico alternato, diretto da semaforo.