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A Boves è stato presentato il libro «Un erbario, un liceo, una città»

16 maggio 2025 | 09:23
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A Boves è stato presentato il libro «Un erbario, un liceo, una città»

L’appuntamento si è svolto presso la Biblioteca Civica venerdì 9 maggio

Delizioso momento, con pubblico attento e partecipe (varie domande e riflessioni finali), è stata la presentazione di un libro nella Biblioteca Civica di Boves»  la sera, di tanti appuntamenti, in città ed in zona, di venerdì 9 maggio.
Sia l’opera che l’iniziativa son «corali». Il titolo è «Un erbario, un liceo, una città», ossia: «Cuneo, i suoi fiori e il Liceo Classico Silvio Pellico, visti attraverso un Erbario di fine ‘800» (prezzo 32 euro, per 300 pagine). La casa editrice è Primalpe. Gli autori sono Dario Olivero, Fulvia Ciannessi, Renzo Salvo, Angiola Bono, docente, e il preside Alessandro Parola.
La presentazione bovesana, città dove è nata «Primalpe», assume particolare valore per essere bovesano anche uno degli autori, Renzo Salvo.
L’opera parte dallo storico erbario, di fine Ottocento, «Boccaccini», con manoscritto presente nel Liceo (ma anche altro è il materiale, raccolto in tanti «faldoni»).
Su questa base è cominciata, prima della pandemia, nel 2017, una iniziativa, curata ed articolata, nell’ambito dell’alternanza scuola-lavoro (quella che ora si chiama «Percorso competenze trasversali orientative»).
La serata aveva patrocinio, oltre che bovesano, di Comune e Provincia di Cuneo, di Parco Fluviale (il cui territorio è ottimo spazio per ricerche botaniche), Lipu e Legambiente. Partecipata presentazione, a febbraio, era stata nel cuneese Cinema Monviso. A Boves era assente solo il preside Parola.
Gli interventi, con proiezione di immagini, hanno mostrato la passione dei protagonisti. Son partite le due donne, «al femminile», con passione ed entusiasmo. Quindi servivano fotografie ed han chiesto preventivo a un ottimo fotografo. Poi trovarono, alle pendici della Bisalta, Renzo Salvo, giovanilissimo appassionato di botanica, che da anni manda «on line», quasi quotidianamente, immagini di fiori, con tanto di didascalia curata.  Oltre che competente era anche ottimo fotografo, di quelli attrezzati e tecnicamente preparati che si usa definire «fotoamatori evoluti». Le immagini del libro sono sue, e si sta anche molto esercitando a far stupendi confronti tra immagini prese da fotografie storiche e scatti con identica inquadratura dei luoghi attuali, a Boves e a Cuneo.
L’intera opera si basa su lavoro volontario, gli unici costi sono quelli (non piccoli, per lavoro monumentale, e a colori) tipografici… Come han detto gli autori, poeticamente, «è stata una pallina di neve che diventa valanga». Il carattere è botanico, ma ne viene fuori delizioso affresco storico cuneese di fine Ottocento ed inizio Novecento.
Corrado Boccaccini era di Ravenna, figlio di buona famiglia, con padre senatore. Aveva pensato  a carriera politica, poi capì che era più vocato all’insegnamento. Arrivò ad insegnare a Cuneo nel 1874. Vi restò sin al 1901, l’ultimo anno scolastico da Preside. Se ne andò malvolentieri, non per sua scelta, «trasferito» a Genova, morendovi appena anno dopo. A Cuneo lasciò le sue ricerche, divise in diciotto volumi, con piante seccate e didascalie scritte a mano (allora si usava che la grafia fosse ben più leggibile di quella di tanti di noi, contemporanei). I ragazzi han «battuto», «digitalizzato» tutto, studiando anche la grafia di Boccaccini, quella davvero «sua» e quella copiata da caratteri tipografici (come nelle «t»). Persona generosa ed umile, con risorse economiche di un insegnante di allora (ben superiori, come «potere di acquisto», ad un professore attuale), l’insegnante si trovò anche ad aiutare finanziariamente studenti in difficoltà, con molta discrezione, senza «pubblicizzare» troppo. Uno di essi fu Marcello Soleri, poi tra i politici più importanti di Cuneo, amico e collaboratore di Giovanni Giolitti, quando prematuramente scomparve il padre Modesto… La notizia della sua morte sollevò sincero dolore nel nostro capoluogo provinciale. Subito sia Liceo che Comune gli dedicarono lapide… Gli eroici ricercatori, aiutandosi solo con «google maps telefonico a distanza», hanno trovato persin la tomba, nel grande cimitero della sua Ravenna… In momento di entusiasmo, Boccaccini persin «battezzò» una «potentilla cuneensis», che, in realtà era una, già catalogata, «potentilla indica».
Nel libro, dati i giovani e giovanili collaboratori, non manca un «QR code», da «inquadrare». Luigi Pellegrino, ex sindaco bovesano, ex insegnante e preside, ha ricordato i tanti preti locali appassionati di botanica, dall’ex insegnante ed ex vescovo di Saluzzo Guerrini al rettore del Santuario di Madonna dei Boschi di Boves don Giorgio Pellegrino.
Un presente ha ricordato il micologo, ma anche appassionato di botanica, bovesano Giulio Chiapasco, che non capì come un diffuso fungo locale non fosse stato ancora «battezzato», non avesse nome, e se lo vide dedicato a collega sloveno, perdendo l’ «appuntamento con la storia».