“La Pasqua celebra l’unica volta in cui la morte non ha avuto l’ultima parola”

Il messaggio di auguri di Monsignor Egidio Miragoli, vescovo della diocesi di Mondovì
Monsignor Egidio Miragoli, vescovo della diocesi di Mondovì, ha rivolto un messaggio di auguri ai fedeli per la Pasqua 2025 il cui testo riportiamo integralmente qui di seguito.
“Non credo di sbagliare se scrivo che arriviamo a questa Pasqua con un grande bisogno di speranza. Forse, non per caso, il Giubileo definisce i cristiani “Pellegrini di speranza”. In qualunque modo si intenda l’immagine, che essa significhi che abbiamo come meta la speranza, oppure che la portiamo con noi, nella nostra bisaccia di viandanti, la certezza è che senza speranza non possiamo fare neanche un passo.
In un mondo che spesso appare disperato, fra guerre, problemi sociali, familiari e personali di ardua soluzione, moltiplicarsi e sovrapporsi di parole, messaggi e suggestioni che a tutto concorrono fuorché al bene comune, demoralizzarsi sarebbe facilissimo. Invece, la speranza, che forse oggi è la più preziosa delle virtù teologali, ci suggerisce, quasi ci impone, di non cedere. Secondo quella determinazione umanissima con cui si conclude un romanzo di Samuel Beckett, che alla fine dell’Innominabile scrive: “Bisogna continuare, non posso continuare, continuerò”.
La Pasqua, però, è molto di più, come festa di speranza. Celebra l’unica volta in cui, nella storia del mondo, non è stata la morte ad avere l’ultima parola, non è stata la morte a trionfare, non è stata la morte il punto di arrivo definitivo. La Pasqua, dunque, ci aiuta a sperare contro tutte le forme di morte che quotidianamente incontriamo, o di cui leggiamo, o di cui vediamo raccapriccianti immagini.
Ma la Risurrezione di Gesù Cristo è anche, come dicevo, vittoria concreta contro la morte in quanto tale, sicché ci dona una seconda speranza: quella che va oltre il mondo e la vita.
Per varie ragioni, anche nella predicazione di rado si parla del nostro destino ultraterreno. Forse perché lo si dà, un po’ superficialmente, per risolto, confidando nella misericordia di Dio. La quale è certo immensa, ma è esattamente la stessa che vediamo compiersi nella Pasqua: è il Dio misericordioso di Gesù Cristo che dopo essersi incarnato “per noi uomini e per la nostra salvezza”, muore per noi e per noi risorge. Ed è quest’ultimo evento, e nessun altro, che ci autorizza a sperare davvero. Di poter vivere una vita degna e di potere approdare a una gloria che sia per sempre. Con Lui, “primizia dei risorti”.
Allora Buona Pasqua. Buon cammino, pellegrini di speranza!”