Calderoni lamenta un taglio di risorse alla Regione da parte del Governo Meloni
30 aprile 2025 | 09:39

Il consigliere regionale del Partito Democratico Mauro Calderoni
Il Piemonte a rischio definanziamento sul Fondo per la montagna: la Giunta regionale chiarisca
«Con il nuovo disegno di legge sulla montagna, il Governo Meloni rischia di penalizzare fortemente la nostra regione e tutte le altre alpine e appenniniche, riducendo le risorse a disposizione delle politiche locali e centralizzando le decisioni. Sarebbe inaccettabile che le aree montane, già fragili e soggette a spopolamento, si trovino a pagare il prezzo di una redistribuzione tutta politica, che non porta nuovi fondi, ma sottrae quelli già esistenti». Lo dichiara il consigliere regionale PD Mauro Calderoni che ha presentato un’interrogazione in merito agli effetti sul Piemonte del Ddl n. 2126, attualmente all’esame della Camera, che modifica i criteri di utilizzo del Fondo per lo Sviluppo delle Montagne Italiane (Fosmit).
«Nel 2024 – spiega Calderoni – il Piemonte ha ricevuto circa 23 milioni di euro dal Fosmit. Con l’introduzione di una quota riservata agli interventi statali e l’assenza di nuovi stanziamenti, la nostra Regione rischierebbe di perdere oltre 10 milioni di euro all’anno, compromettendo progetti
già avviati e strategie territoriali in corso. Questo taglio sarebbe un attacco al principio di sussidiarietà che toglie autonomia progettuale alle Regioni, riducendole a semplici esecutrici di scelte calate dall’alto».
«Chiedo alla Giunta Cirio – precisa ancora Calderoni – di chiarire se fosse stata preventivamente informata di queste modifiche, se abbia avanzato osservazioni in sede di Conferenza Unificata, e quali azioni intenda intraprendere per tutelare le comunità montane piemontesi».
«Infatti – conclude -, non si può parlare di valorizzazione della montagna mentre si depotenziano le politiche locali, che sono le uniche in grado di interpretare bisogni e opportunità dei territori. La Regione deve difendere con forza le risorse che spettano al Piemonte, senza accettare passivamente questo scippo centralista».