Marta Spada, la voce di Instagram che racconta di piante, erbe e benessere naturale
“Ho notato nella gente un crescente bisogno di riconnettersi con la natura, non solo come svago occasionale del weekend. D’altronde ci sono numerosi studi scientifici che confermano questi benefici: diminuisce lo stress, si rafforzano le difese immunitarie grazie all’azione delle molecole che vengono naturalmente rilasciate da alberi e piante in generale.”
Nell’appuntamento di oggi di “Volti di Granda”, la rubrica di Cuneo24 dedicata ai talenti della Provincia di Cuneo, vi raccontiamo la storia di Marta Spada, conosciuta su Instagram come Marta Infusa. Marta è una giovane che ha trasformato il suo amore per la natura e l’erboristeria in una professione. Non si è fermata qui: ha ampliato il suo impegno diventando una divulgatrice appassionata, condividendo le sue conoscenze su piante ed erbe officinali con la sua community e organizzando corsi e attività all’aria aperta per tutti coloro che desiderano avvicinarsi a questo mondo. La sua storia ci insegna come la vita possa portarci a scoprire e coltivare le nostre passioni, anche quando inizialmente seguiamo percorsi diversi.
Per questo motivo, abbiamo scelto di intervistare Marta e di farvi conoscere il suo cammino.
Grazie Marta per aver accettato l’intervista. Partiamo dalla tua passione: l’erboristeria. Come è nato questo interesse?Non so con precisione quando è nato il mio interesse per l’erboristeria, forse sono stati diversi momenti. Mi vengono in mente i ricordi di quando ero bambina e curavo i piccoli taglietti del mio amichetto e vicino di casa con petali di rosa e sabbia (non proprio l’ideale) che trovavamo nel giardino oppure mio nonno che raccoglieva le foglie di salvia, mostrandomi quanto ricordassero una lingua e me la faceva sfregare sui denti per pulirmi la bocca. La decisione è arrivata con la scelta dell’università: avevo terminato da poco ragioneria indirizzo linguistico e avevo chiaro che non avrei voluto lavorare o studiare economia. Spulciando tra le scelte universitarie mi colpirono gli indirizzi sanitari come veterinaria, tecnico di laboratorio e farmacia, ma mi conquistò il corso in Tecniche Erboristiche. Feci il test di ammissione soltanto per erboristeria, nient’altro, e andò bene.
Il corso in Tecniche Erboristiche si trova in un ex convento a Savigliano, un luogo incantevole, e prevede molta chimica, tecniche di laboratorio con estrazione dei principi attivi delle piante, botanica,…
Quali passi ti hanno portato a scoprire la tua strada dopo gli studi?
Non sapevo esattamente quale strada avrei scelto una volta finiti gli studi e sono andata un po’ per tentativi. Ho svolto lo stage universitario a Milano, al Centro Antiveleni dell’Ospedale Niguarda, esperienza splendida, ma non mi entusiasmava l’idea di lavorare al pc tutto il giorno. Dopo alcuni mesi dalla laurea ho provato a lavorare come tecnico di laboratorio chimico e microbiologico in una multinazionale nel settore alimentare ma anche questo non faceva per me: tutti vestiti uguali con la divisa da lavoro bianca e a fine giornata mi dava fastidio la luce del sole per il tempo passato in un ambiente chiuso. Fortuna o destino vuole che quello stesso anno prorogano la finestra di iscrizione per il Servizio Civile Nazionale e all’ultimo faccio domanda per il Parco Fluviale Gesso e Stura. Un anno incredibile in cui imparo moltissime cose sulla natura (botanica e non solo), finalmente svolgo attività all’aria aperta e frequento un corso dell’Accademia della Tisana, in centro Italia, dove mi innamoro della miscelazione e preparazione delle tisane e dell’antica arte erboristica, gioiello che pochi paesi possiedo come l’Italia.
Mi lancio anche nel tenere corsi e serate per diffondere l’uso consapevole delle erbe per il proprio benessere. Mi viene da sorridere perché da persona timida non avrei mai pensato di riuscire a parlare davanti ad un pubblico di persone. Mi ricordo una figuraccia fatta ai tempi dell’oratorio in cui mi ero impappinata a leggere un testo davanti a tutti o alla mia preoccupazione sul come riempire dieci minuti di discussione della tesi ed esporla a persone sconosciute e non solo alla commissione d’esame. Eppure, ora è una cosa che mi entusiasma e mi piace condurre serate o lezioni impegnative anche di quattro ore (attualmente insegno all’Agenform per un corso post diploma sulla trasformazione delle piante officinali).
Nell’anno del Servizio Civile, mi viene affidato il compito di supervisore scientifico del libro “Andar per erbe nel Parco Fluviale” e ho capito che questa era la mia strada per l’entusiasmo che mettevo e metto tutt’ora in questo lavoro e per l’interesse delle persone: sono grata per la fiducia data dall’ex dirigente del Parco fluviale, Luca Gautero, uno dei primi in questo caso. Sono stata molto fortunata perché al termine del Servizio Civile ho trovato subito lavoro in erboristeria (erboristeria Acqua di Roccia di Caraglio); avrei dovuto lavorare soltanto per il periodo natalizio ed invece questo è il mio attuale lavoro. Mi occupo di ascoltare le esigenze della persona per poter scegliere il rimedio naturale più adatto, che siano tisane, tinture, gemmoderivati, oli essenziali e altro ancora.
Le passeggiate geo-erboristiche combinano geologia e botanica per esplorare la relazione tra terra e piante e far conoscere meglio il territorio. Com’è nata l’idea di queste passeggiate?
L’anno di Servizio Civile mi regala anche la conoscenza del mio attuale compagno Stefano. Lui è un geologo e faceva la guida naturalistica al Parco Fluviale proprio in quel periodo e le passeggiate geo-erboristiche nascono davanti ad un aperitivo in uno dei nostri primi appuntamenti. Dal punto di vista pratico, le passeggiate geo-erboristiche uniscono la terra, la geologia, alle piante per far capire la relazione tra i due e la diversità di ambienti che si creano dalla loro unione, un modo per far conoscere il nostro territorio e le sue peculiarità. Sono convinta che conoscere la natura ci porti di conseguenza a rispettarla e ad averne più cura. È da diversi anni che proponiamo questa passeggiata e sempre più gente partecipa con interesse ed entusiasmo anche se all’inizio non avevo pensato minimamente di trasformare questa passione per la botanica in un ramo della mia attività. La prima passeggiata l’abbiamo fatta a Paraloup e abbiamo preso pioggia (e grandine) lungo tutto il percorso, eppure le persone erano incuriosite e pronte ad ascoltare. Questo mi ha fatto capire che c’era molto interesse per il mondo naturale.
Come pensi stia diventando il rapporto uomo e natura?
Ho notato nella gente un crescente bisogno di riconnettersi con la natura, non solo come svago occasionale del weekend. D’altronde ci sono numerosi studi scientifici che confermano questi benefici: diminuisce lo stress, si rafforzano le difese immunitarie grazie all’azione delle molecole che vengono naturalmente rilasciate da alberi e piante in generale. Ciò che voglio fare è unire il lavoro in erboristeria da “consulente del benessere” e portare la gente in natura per mostrare la bellezza che ci circonda e come questa ci possa aiutare in più modi, basta solo averne cura e rispetto.
Cosa ti ha spinto ad aprire Instagram e come hai fatto a coinvolgere così tante persone?
Ho aperto Instagram perché sentivo l’esigenza di condividere la mia passione per la natura e per l’erboristeria a più persone possibili. Il “quizzettone erboristico” è stato quello che mi ha fatto conoscere: tutti i lunedì proponevo un quiz in cui le persone dovevano indovinare il nome della pianta presente nell’immagine. Non immaginavo una tale partecipazione e curiosità a riguardo, così ho iniziato a raccontare le piante officinali e i loro utilizzi (naturale non significa “innocuo”, occorre saper riconoscere le piante in modo da evitare di scambiarle per quelle tossiche ed inoltre l’uso di alcune erbe officinali possono causare interazioni con i farmaci che si assumono). Inoltre, parlo di benessere a 360 gradi e di quanto sia importante la conoscenza e la consapevolezza di sé, del corpo ma non solo. Per questo motivo ho approfondito lo studio dei Fiori di Bach, rimedi naturali per ritrovare l’equilibrio emotivo, e della ciclicità femminile (in erboristeria ho notato come molte problematiche femminili siano più semplici da risolvere se prima si ha una buona consapevolezza del proprio corpo e di tutte le fase del ciclo mestruale).
Ci racconti la sfida più grande che hai affrontato nel tuo percorso professionale e come l’hai superata?
Nell’ultimo anno mi sono allontanata dai social perché ho vissuto un momento personale molto delicato. Ho messo in stand-by diversi progetti (passeggiate, corsi, insegnamento, ecc.) e mi sono dedicata esclusivamente al lavoro da dipendente in erboristeria perché avevo bisogno di tempo per elaborare il lutto che stavo vivendo. Questa cosa è stata istintiva ma in realtà la natura ce lo insegna tutti i giorni con l’alternarsi delle stagioni: non può essere sempre estate e noi non possiamo sempre dare il massimo.
A dire la verità avrei voluto mollare tutto ma, anche in questo caso, forse il destino, mi iscrivo per le selezioni del corso da Guida Ambientale Escursionista. Era da tempo che volevo frequentarlo ma non avevo mai avuto tempo prima e non ero così sicura di passare le selezioni. Invece eccomi qua, con il patentino sei mesi dopo: è stata un’esperienza molto impegnativa e oltre alle moltissime nozioni apprese ho conosciuto persone meravigliose, ora colleghi, che, senza saperlo, mi hanno aiutato a riaccendere la fiamma e a rimettermi in gioco. Ora posso portare le persone in sicurezza in montagna e non solo, per far scoprire i benefici e la bellezza della natura.
Quali attività stai organizzando per promuovere il benessere e la cura di sé?
Prossimamente (7 e 8 settembre 2024) in collaborazione con altri professionisti organizzeremo un weekend dedicato al benessere a “Casa Arpaouza”. Nella cornice dell’alta montagna di Pietraporzio ci occuperemo di pratiche e consigli su come prepararsi al meglio all’autunno con tisane e altri rimedi, passeggiate nel bosco e pratiche yoga, il tutto condito da buoni e sani pasti vegetariani.
Mi piacerebbe proporre sempre più attività del genere nel territorio e far scoprire il benessere a tutto tondo, riscoprendo il fascino della natura e ritrovando la bellezza del prendersi cura di sé.
Sicuramente nella bella stagione ripartiranno le passeggiate e le serate di divulgazione, inoltre mi dedicherò allo studio perché c’è sempre tanto da imparare e da approfondire.