bando "PNRR Attrattiva dei Borghi" |
Cuneo e valli
/
montagna
/
Società
/

“Osservatorio astronomico di Elva, quale prezzo deve pagare la montagna per spingersi verso il progresso?”

9 aprile 2024 | 14:50
Share0
“Osservatorio astronomico di Elva, quale prezzo deve pagare la montagna per spingersi verso il progresso?”
“Osservatorio astronomico di Elva, quale prezzo deve pagare la montagna per spingersi verso il progresso?”
“Osservatorio astronomico di Elva, quale prezzo deve pagare la montagna per spingersi verso il progresso?”
“Osservatorio astronomico di Elva, quale prezzo deve pagare la montagna per spingersi verso il progresso?”

Lo storico elvese Franco Baudino esprime le sue perplessità sulla realizzazione del progetto

Franco Baudino, storico di Elva, recentemente protagonista del documentario “La mia montagna” trasmesso da RAI 3 lo scorso 9 febbraio ha inoltrato alla redazione di Cuneo24 uno scritto per porre all’attenzione pubblica uno dei progetti principali oggetto della riqualificazione che vedrà il piccolo borgo di Elva protagonista, a seguito della sua vincita del bando “PNRR Attrattiva del Borghi” da 20 milioni di euro. Si tratta della costruzione dell’Osservatorio Astronomico “Lhi trèes sitors” che avverrà in borgata Mattalia sulle fondamenta di un rudere.

Come di evince dalle fotografie è possibile vedere com’era in origine l’abitazione in cui sorgerà l’osservatorio, attualmente rudere di cui restano ancora tutte le pietre che potrebbero essere recuperate. Segue la fotografia del progetto dell’Osservatorio che verrà costruito.

Le perplessità dello storico, che non mette in dubbio l’interessante prospettiva che regalerebbe ad Elva avere un osservatorio astronomico, riguardano l’aspetto di tale nuova costruzione, per niente in armonia con il paesaggio circostante. L’edificio sorgerebbe dove è disegnato il cerchio arancione, quindi in uno dei punti più panoramici di Elva, andando completamente ad impattare sull’intero skyline. Tale struttura, presenta ampie parti del tetto e della facciata rivestite in lamiera, mentre i regolamenti vigenti, prevedono muratura in pietra locale e manto di copertura in lose. Tale nuovo edificio pertanto sarebbe del tutto in contraddizione con l’architettura tipica di questi luoghi.

A questo punto Franco si chiede: non era forse possibile usare le pietre dell’antica costruzione per realizzarlo, invece ritrovarsi a doverle smaltire? Perché un qualsiasi soggetto privato che intende intraprendere una ristrutturazione in Elva deve attenersi scrupolosamente (e giustamente) a dei rigidi vincoli paesaggistici, mentre un edificio ad utilizzo pubblico e esposto in un punto panoramico può essere del tutto estraneo a tali dettami?

Da ciò ne deriva una discussione più ampia, attualmente molto dibattuta anche in altri ambiti della montagna, come nel caso della costruzione della nuova pista da bob a Cortina in vista delle Olimpiadi e cioè: quale prezzo deve pagare la montagna oggi per spingersi verso il progresso? Certe opere sono veramente utili allo sviluppo della montagna o rischiano di essere un errore di cui ci si pentirà in futuro e a cui sarà difficile porre rimedio?