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I giovani agricoltori di Cia Cuneo puntano sull’accoglienza e chiedono più risorse per i nuovi insediamenti

24 aprile 2024 | 10:01
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I giovani agricoltori di Cia Cuneo puntano sull’accoglienza e chiedono più risorse per i nuovi insediamenti

Le riflessioni di Luca Marenco: presidente provinciale di Cuneo dell’Agia a cui sono associati oltre 300 imprenditori under 40 della “Granda”. Sulle prospettive 2024 dice: “Ci sembra un anno ricco di opportunità. Andiamo avanti con fiducia”.

Luca Marenco, 33 anni, diploma di agro-tecnico e titolare, dal 2016, di un’azienda vitivinicola in località Bergera, nel Comune di Barolo, è presidente provinciale di Cuneo dell’Agia: l’organizzazione di Cia-Agricoltori Italiani che associa gli imprenditori con meno di 40 anni. Nella “Granda” sono oltre 300. Gli abbiamo chiesto di raccontarci lo “stato di salute” delle aziende rurali guidate dai giovani sul nostro territorio.

Dice: “Si è creata parecchia attenzione per il Made in Italy di qualità in ogni settore agricolo. Abbiamo tante eccellenze da proporre e indirizziamo molto del nostro lavoro sull’accoglienza dei turisti. A contatto diretto con i visitatori si può spiegare meglio l’attività. Una scelta operativa che sta riscuotendo una buona risposta, perché c’è grande interesse a conoscere la cura messa in campo nel percorso produttivo. Con una consapevolezza: deve essere il prodotto a qualificare l’azienda e non il contrario. Poi, se le persone hanno apprezzato la qualità e il racconto di quanto hai loro presentato, quando tornano a casa ti danno una mano con il passaparola: un’operazione di marketing spesso poco considerata, ma che, invece, rappresenta il primo biglietto da visita di un’azienda”.

Tra gli obiettivi su cui Cia Cuneo sta lavorando: “Ci sono tante richieste di nuovi insediamenti da parte dei giovani. Un buon auspicio per il futuro dell’agricoltura: comparto che sta tornando a essere un punto di riferimento e sul quale le nuove generazioni hanno deciso di metterci la faccia. La Regione ha aperto dei bandi con dei contributi per chi vuole investire, ma le risorse paiono non essere sufficienti per coprire le richieste. Bisogna aumentare gli stanziamenti su questo aspetto, così da dare l’opportunità a tutti gli interessati di accedere al finanziamento. Nei prossimi mesi bisogna proseguire il lavoro sulla strada della qualità delle produzioni. Con un occhio rivolto alle nostre radici e alla cultura contadina dei nostri nonni e con l’altro occhio che guarda alla tecnologia: al macchinario o alla pratica capace di portare innovazione e di migliorare le coltivazioni”.

Ma non solo: “Dobbiamo assicurare scelte responsabili a livello ambientale nella conduzione delle aziende. Contribuendo a mitigare, attraverso percorsi produttivi sostenibili, le conseguenze sempre più estreme dei cambiamenti climatici. Le gelate tardive di questi ultimi giorni o il problema della siccità che, nonostante le piogge, non è risolto, sono due esempi preoccupanti di come l’alternarsi delle stagioni si stia modificando dal punto di vista delle condizioni meteo. Bisogna anche adattarsi ai nuovi fenomeni. Sarebbe importante iniziare un lavoro di confronto con le altre regioni italiane dove già hanno impostato delle strategie per contenere i problemi. Sull’acqua, in ogni caso, serve una politica di costruzione degli invasi, lavorando tutti insieme. Il 2024 ci sembra un anno ricco di opportunità. Andiamo avanti con fiducia”.