La Fondazione CRC è divisiva? Preoccupazioni di Gribaudo e dei Sindacati

26 marzo 2024 | 07:29
Share0
La Fondazione CRC è divisiva? Preoccupazioni di Gribaudo e dei Sindacati
Il Presidente uscente Ezio Raviola

La deputata e vice presidente PD lamenta la scarsa mancanza della componente femminile mentre CGIL e UIL da una parte e CISL dall’altra contestano le nuove norme statutarie che prevedono la proposta di una terna di nomi tra i quali scegliere il consigliere

A Cuneo si continua a parlare come non mai del rinnovo del Consiglio Generale della Fondazione CRC: se sarà Federico Borgna o Mauro Gola o una terza persona a sedersi sulla poltrona di Ezio Raviola, ma anche chi saranno i componente del Consiglio Generale che eleggeranno il nuovo Presidente.

Alcuni nomi sono ormai decisi: il sindaco di Alba ha segnalato Francesco Cappello (vicepresidente uscente), il sindaco di Canale Mario Canova, la sindaca di Cuneo Federico Borgna e Luisella Cavallo, il sindaco di Dronero Mauro Gola, il sindaco di Mondovì Elvio Chiecchio ed Elena Merlatti, Il sindaco di Villanova Mondovì Mirco Spinardi.

Sono poi stati indicati Gianluigi Delforno (Confindustria), Fabrizio Rapalino (Coldiretti),  Fabio Lora (Camera di Commercio/artigianato), Carlo Fedeli (Diocesi di Fossano-Cuneo), Roberto Ricchiardi (Unione del Commercio).

Ne mancano ancora sette, che devono essere individuati da una terna di segnalazioni. A questo proposito si segnala la rottura tra i leader dei sindacati confederali provinciali. Piertomaso Bergesio (CGIL) e Armando Dagna (UIL) hanno emesso una lunga dichiarazione nella quale si sottolinea che «Tra i portatori di interesse che hanno diritto a esprimere un proprio rappresentante, figurano anche le organizzazioni sindacali. e deriva che tale diritto non sia frutto di una concessione di questa o di quella parte politica che oggi si disputano la presidenza della Fondazione con modi e azioni ben lontani dallo spirito collaborativo, unitario, di terzietà che dovrebbe sempre guidare la governance di un’istituzione così importante». 

I due dirigenti sindacali ricordano che è stata modificata la norma statutaria che regolava le modalità di individuazione del consigliere in rappresentanza del sindacato, stabilendo che non ci fosse più una designazione univoca da parte di CGIL CISL e UIL, ma l’indicazione di una terna di nomi tra cui il Consiglio generale uscente avrebbe scelto il futuro consigliere. «In estrema sintesi – scrivono Bergesio e Dagna – non sono CGIL CISL UIL a scegliere il proprio rappresentante, ma la scelta della persona viene effettuata dallo stesso organismo in cui tale rappresentanza dovrebbe essere esercitata in maniera autonoma e indipendente».

In una lettera agli attuali consiglieri generali della Fondazione, Bergesio e Dagna hanno  chiarito le ragioni del dissenso: «E’ un principio di rappresentanza democratica a cui non vogliamo rinunciare e che è alla base del nostro operare quotidiano».

Interviene anche il segretario generale della CISL Enrico Solavagione: «La Cisl si è adoperata sino all’ultimo giorno utile per trovare un accordo con Cgil e Uil ma purtroppo ciò non è avvenuto. Una scelta legittima la loro che tuttavia non condividiamo perché si è lasciato totalmente campo libero alla fondazione.per quanto ci riguarda agiremo pazientemente e tenacemente affinché nell’immediato futuro si lavori unitariamente ad una nuova norma statutaria che veda i sindacati maggiormente rappresentativi presenti nel consiglio generale della fondazione».

Per uscire dall’impasse, la Fondazione ha emesso un bando urgente: si ricevono candidature per la selezione del Consigliere Generale esperto in campo sindacale per il mandato quadriennale 2024-2027. Scadenza il prossimo 5 aprile.

Intanto la deputata cuneese e vicepresidente del Partito Democratico Chiara Gribaudo esprime le sue preoccupazioni: «Ad oggi, dei nomi indicati, solo due risultano essere di donne. Due donne su tredici nomine dirette. Francamente demoralizzante. Già lo scorso Consiglio Generale vedeva la presenza di sole sei donne su venti membri, c’è da augurarsi che la prossima composizione non rappresenti un ulteriore passo indietro».