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L’8 marzo di Cuneo24.it – Ilaria Samarelli

8 marzo 2024 | 11:11
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L’8 marzo di Cuneo24.it – Ilaria Samarelli
Ilaria Samarelli

Intervista alla fondatrice e presidente del Granda Canoa Club nei giorni scorsi ufficialmente riconosciuto come “Centro di riferimento territoriale” per la Federazione Italiana Canoa Kayak

Il riconoscimento di cui è stato insignito nei giorni scorsi ha portato alla ribalta delle cronache sportive locali il Granda Canoa Club. Il sodalizio sportivo fondato soltanto tre anni fa, e tuttora presieduto, da Ilaria Samarelli è stato infatti ufficialmente riconosciuto come “Centro di riferimento territoriale” per la Federazione Italiana Canoa Kayak.

Ilaria, una grande soddisfazione.
Assolutamente sì perchè ciò significa che la Federazione Italiana ha notato quanto siamo cresciuti sotto tutti i punti di vista in soli tre anni (il club è stato fondato nel marzo 2021 ndr) sia nell’ottica di promozione dello sport della canoa, sia nella professionalità con cui lo facciamo. E’ stata un’autentica sorpresa che ci ha emozionato parecchio.

Emozionante, immaginiamo, anche il momento solenne nel Municipio di Cuneo con l’assessore allo sport Valter Fantino e il presidente della Federazione italiana Canoa Kayak Luciano Buonfiglio.
Emozionantissimo, anche per essere riusciti a fare incontrare la FICK e il Comune di Cuneo. Come ha detto l’assessore Fantino durante l’incontro, “Cuneo ha un po’ la fama di essere ai confini dell’impero e dunque, se non le inviti personalmente e non insisti anche un pochino, le figure più “altisonanti” difficilmente transitano di qua”. Siamo dunque molto grati che il Presidente Buonfiglio abbia accolto il nostro invito e che l’assessore Fantino ci abbia aperto le porte del Comune. C’è da dire che l’amministrazione sta dimostrando giorno dopo giorno di essere sensibile ed attenta al tema sport. Nei nostri confronti, lo ha dimostrato in varie occasioni e questa è una di quelle.

Un rapporto, quello tra lei e la canoa kayak, che nasce, possiamo dire, per amore.
Certamente. Mio marito (Fulvio Fina ndr) è stato un atleta di alto livello della canoa kayak, per anni in nazionale, oggi è allenatore di IV livello Europeo. Io non ho alcun passato canoistico serio, mi definisco una canoista amatoriale della domenica (ride), ma anni di frequentazione come spettatrice e come tifosa, prima con mio marito, all’epoca fidanzato, ora con i miei figli, mi hanno dato modo di osservare, imparare ed appassionarmi. Oggi, credo di avere sufficienti competenze per poter stare in questo mondo. E, in tal senso, mi hanno fatto molto piacere le parole pronunciate a Cuneo dal presidente federale che, parlando della nostra associazione, ha detto che la mia presenza l’ha migliorata.

A cosa crede volesse fare riferimento il presidente federale?
Penso alle mie competenze di tipo manageriale, anche in considerazione dei miei trascorsi. Ora sono insegnante, ma all’età di 24 anni ero manager di una catena in franchising con cinque locali distribuiti in tutta Italia con una trentina di persone da coordinare. Poi ho collaborato con un’azienda di formazione sportiva, insomma credo che quello dell’organizzazione aziendale sia il mio principale know-how. E il Granda Canoa Club, sin dalla sua fondazione, è stato caratterizzato, fatti salvi naturalmente tutti i crismi dell’associazione sportiva, da una conformazione aziendale. Ed è anche in quest’ottica che riusciamo a mantenerci anche senza sponsorizzazioni, in un’epoca in cui sembra che soldi non ce ne siano.

E come fate?
Fondamentalmente partecipando ai tantissimi bandi a cui le società sportive possono accedere e che nel solo 2023 ci hanno consentito di reperire molti fondi e di incrementare le nostre attrezzature. I fondi li abbiamo utilizzati per realizzare diversi progetti non solo di tipo sportivo, ma anche in ambito sociale in un connubio virtuoso nel quale un aspetto traina l’altro e viceversa. Le faccio un esempio. Lo scorso anno abbiamo messo su un progetto rivolto alle ragazze adolescenti con l’obiettivo di favorirne la socializzazione e di essere loro vicine attraverso la pratica dello sport. Pensi che il 60% delle ragazze che hanno  preso parte al progetto hanno proseguito con le attività di club. Oggi molte di loro sono nostre atlete, altre hanno collaborato alla nostro “Estate ragazzi” e alcune di loro si sono già dichiarate interessate a fare il corso di tecnico di base di canoa kayak .

Ma l’idea del Granda Canoa Club quando e come nasce?
Sia io che mio marito facevamo parte del Cuneo Canoa all’interno del quale, per diversi motivi, io non mi sentivo più a mio agio. Qualche settimana dopo aver dato le dimissioni da socio, mio marito ed io abbiamo deciso di trascorrere un weekend al mare in Toscana, in camper, senza figli. Proprio di fronte al mare a un certo punto mi voltai verso mio marito e gli dissi: ‘ma senti, se apro una società di canoa kayak?’. Lui rispose: ‘ma che? Scherzi?’. E io: ‘Perchè no, vorrei provare a costruire una società per come me la immagino!” Mio marito però era ancora allenatore del Cuneo Canoa quindi non diede continuità a quelli che credeva fossero solo vaneggiamenti. Tornammo a Cuneo e io la mattina dopo chiamai il commercialista e gli dissi: ‘voglio aprire una società’. Nacque tutto così. Ovviamente, da lì poco, l’associazione aveva il migliore allenatore sulla piazza: mio marito. La mia fu una decisione improvvisa e forse un po’ incosciente, ma oggi rifarei tutto.

E poi?
Gli inizi furono in pratica con mio marito che faceva lezione ai suoi figli. Ma la grande forza è derivata dal team di tecnici che ha deciso di sposare le nostre visioni. Qualche mese dopo un paio di ragazzi dell’altro club vennero da noi, ma con 4 tesserati sembrava impossibile che il Granda Canoa Club potesse realmente avere un futuro.

La svolta?
Sicuramente la prima “Estate ragazzi” a Gaiola, 3 mesi dopo aver fondato l’associazione, a cui presero parte 140 ragazzini provenienti da tutta Italia, anche grazie all’intensa attività di promozione. Da lì abbiamo continuato a crescere e oggi continua ad arrivare gente affascinata dal mondo canoistico.

Come vede il futuro del Granda Canoa Club?
Guardi, in ogni riunione che facciamo la parola chiave è “opportunità”. Ogni volta la domanda che tra noi ci poniamo è sempre la stessa: “come possiamo offrire nuove opportunità?”. Perche, vede, è bello e gratificante portare a casa medaglie per noi, per i nostri atleti, per i genitori dei nostri atleti, e noi lavoriamo naturalmente per fornir loro il massimo supporto possibile, ma quello che più ci interessa è poter rappresentare un punto di riferimento per tutti i giovani, atleti e non, ma anche per i meno giovani, e per il territorio. Insomma per tutte le categorie.

Che cosa intende?
Ad esempio da otto mesi, la collaborazione con LILT e Breast Unit del Santa Croce, ci ha portati a iniziare un percorso con donne a cui è stato diagnosticato un tumore al seno. Si chiamano “Dragon ladies” (noi le chiamiamo dragonette) e, a bordo di una  “Dragon boat” (imbarcazione con testa e coda di un dragone) pagaiano insieme a ritmo di un tamburo. Si tratta di una disciplina cinese che nulla ha a che vedere con l’agonismo, ma è un’esperienza che a me ed a tutto lo staff tecnico dà tantissimo perchè l’energia che riescono a tirare fuori queste signore è in grado di nascondere le ansie legate alla loro malattia.

E nel suo di futuro, cosa vede?
Se non mi verrà tolta la fiducia, ho intenzione di proseguire alla guida del club, ma se domani dovesse arrivare una proposta migliorativa, sarò ben lieta di fornire il mio contributo anche con un’altra mansione. Non sono legata al ruolo, ma chiaramente lo sono molto al Granda Canoa Club, che ho visto nascere e di cui mi sento un pochino mamma.

Buon 8 marzo, Ilaria!