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Cronaca
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Boves, oggi l’addio a Virginia Maria Lerda ved.Bramardi

13 marzo 2024 | 13:44
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Boves, oggi l’addio a Virginia Maria Lerda ved.Bramardi

Fu importante la sua testimonianza per la Causa di Beatificazione di don Giuseppe Bernardi e don Mario Ghibaudo

Boves. Oggi, mercoledì 13 marzo, alle ore 15, nella chiesa di San Bartolomeo di Boves si celebreranno i funerali di Virginia Maria Lerda.

La donna, classe 1935, é mancata alla residenza per anziani Cuore Immacolato di San Rocco Castagnaretta.

È stata importante la sua testimonianza per la Causa di Beatificazione di don Giuseppe Bernardi e don Mario Ghibaudo.

Vedova da un anno lascia la nipote Luciana, i pronipoti Antonino e Maria Vita, Giuseppe, Adriano e Dario.

Era molto conosciuta anche in valle Maira per aver vissuto in borgata Palent. La ricorda Demetrio Zema in un post, che riportiamo integralmente, pubblicato su facebook: “Vi sono persone che lasciano il segno nei luoghi in cui sono vissuti. Chi li frequenta vede i segni ma non vede la mano che li ha tracciati. Una di queste anime belle è …” iniziava così un post su questa pagina, quattro giorni fa. Di un’altra di queste anime belle oggi il ricordo: Virginia. Chi è Virginia? Chi passasse in uno di quegli angoli di strada più frequentati e più seguiti di una partita di calcio, quelli dove sono affissi in necrologi, e leggesse… Maria Lerda ved. Bramardi … non capirebbe. Chi invece negli anni, e soprattutto i primi, abbia frequentato i Percorsi Occitani capirebbe. E come se capirebbe. Andrea Schneider, Maria Schneider, Matteo Laugero… le figure che hanno contribuito a creare il mito Valle Maira. E Virginia, la minuta compagna di Matteo, lassù al Palent, Albaretto Macra, quell’angolo nascosto di Valle Maira dove ci vai solo se vuoi, non ci passi se non lo sai. Ebbene, lassù, occhio nascosto di valle che domina non curante l’essenza di questi luoghi, vi era un comignolo. Un camino che fumava sempre. Sotto quel comignolo, accanto al poutagé vi era una donna, di poche parole, ma dai fornelli d’oro. Ancora non era nata la leggenda della cucina occitana, ma lei l’applicava già, accompagnata dai suoi gatti (“amico …, quando scendi a Dronero, compra le crocchette per il micio, Matteo non vuole, non lo deve sapere”. E furtivamente quelle crocchette arrivano sulle lose di quei tetti, per i gatti rossi, bianchi e neri, di nuovo rossi, di nuovo bianchi di Virginia, la fatina vestita da campagna. Intanto sul tavolone, accanto alle chiacchiere di Matteo, ecco piatti fumanti, creati non so come su quei fornelli, mentre il vecchio presidente dei Percorsi Occitani si lamentava delle biciclette “i P.O. sono da fare a piedi, se no, che turismo lento è?, a piedi, la valle è questa”. Intanto leccornie continuavano a giungere sul tavolone. Ecco, questa era Virginia. Anima bella, ora in cielo ti ricorderai di come sapevi cucinare bene. Rammenterai gli amici a cui mancherai sempre. Ciao Virginia, per i tuoi gatti ho ancora una scatoletta.”