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“Le proteste degli agricoltori vanno bene, ma ora bisogna passare ad azioni concrete”

2 febbraio 2024 | 07:54
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“Le proteste degli agricoltori vanno bene, ma ora bisogna passare ad azioni concrete”
Un momento della manifestazione degli agricoltori a Cuneo lo scorso 31 gennaio

Igor Varrone (direttore CIA Cuneo) chiede alla politica di creare le condizioni affinché soprattutto le piccole e medie aziende agricole possano rendersi sostenibili a livello economico

Le proteste di questi giorni degli agricoltori indipendenti, con i trattori portati lungo le strade e nelle piazze delle città, continuano a tenere banco. Cia Cuneo, dopo le riflessioni sulle attuali difficoltà del mondo rurale da parte del presidente provinciale, Claudio Conterno, ora esprime alcune considerazioni con il direttore Igor Varrone.

Sottolinea Varrone: “Il dissenso sulle politiche agricole italiane ed europee, manifestato attraverso le mobilitazioni autorizzate di questi giorni, è un’espressione della libertà democratica e va bene. La Cia è scesa in piazza a Roma lo scorso 26 ottobre, con oltre duemila persone, per segnalare i tanti problemi del settore. Ma è cambiato nulla. Anzi, la situazione è destinata a peggiorare. Di conseguenza, come dice il presidente Conterno, se vogliamo veramente farci ascoltare bisogna partire da queste iniziative per poi passare ad azioni più drastiche e concrete come il non consegnare i prodotti per dieci giorni. Non possiamo obbligare le aziende a farlo, però potrebbe essere una strada percorribile”.

Con quali obiettivi? “Prima di imboccare un processo inarrestabile di declino, la politica deve capire e riconoscere il valore aggiunto rappresentato dall’agricoltura nella società in cui viviamo: infatti, da sempre fornisce cibo, protegge il territorio dal dissesto e dall’abbandono e costituisce un pilastro economico per il nostro Paese. Il problema più grande da risolvere è il percorso di filiera. A rimetterci sono sempre il primo e l’ultimo anello della catena: cioè l’agricoltore, a cui il prodotto viene pagato poco, e il consumatore, il quale sugli scaffali lo deve acquistare a prezzi
ben più alti. Provocando una distorsione nel sistema. E poi, ad esempio, la carne coltivata in laboratorio e la farina di insetti sono pratiche per me inaccettabili, capaci di danneggiare pesantemente la nostra agricoltura di qualità”.

Le conclusioni? “La politica deve creare le condizioni affinché le piccole e medie aziende agricole non siano costrette a chiudere, ma possano rendersi sostenibili a livello economico”.