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Stati generali della birra, Cia Cuneo: “Settore di eccellenza, ma per crescere si deve lavorare insieme”

22 gennaio 2024 | 08:31
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Stati generali della birra, Cia Cuneo: “Settore di eccellenza, ma per crescere si deve lavorare insieme”
Stati generali della birra, Cia Cuneo: “Settore di eccellenza, ma per crescere si deve lavorare insieme”
Stati generali della birra, Cia Cuneo: “Settore di eccellenza, ma per crescere si deve lavorare insieme”

Gli Stati generali organizzati, all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, dall’Associazione agricola nazionale e da quella provinciale di Cuneo, hanno offerto ai numerosi partecipanti molti spunti di riflessione.

Negli ultimi anni le birre agricole e artigianali, prodotte già in parte con materie prime italiane, sono diventate un’eccellenza a livello qualitativo, ma hanno bisogno di far crescere ancora il mercato al quale si rivolgono coinvolgendo sempre di più i consumatori nel percorso di promozione. È necessario, perciò, un fronte comune fra tutti gli attori coinvolti così da poter raggiungere gli obiettivi: innanzitutto creando
una filiera di materie prime coltivate interamente in Italia. Ma servono anche certezze da parte della politica. Ad esempio mantenere l’attuale sconto sulle accise: in particolare il 50% per le produzioni sotto i 10 mila ettolitri all’anno.

Sono alcuni degli spunti di riflessione emersi agli Stati Generali della Birra, organizzati all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo da Cia-Agricoltori Italiani, rappresentata, in prima fila, dai vertici nazionali, regionali e provinciali di Cuneo: i presidenti Cristiano Fini, Gabriele Carenini e Claudio Conterno; i direttori Maurizio Scaccia, Giovanni Cardone e Igor Varrone. Per Cuneo, erano presenti anche i vicedirettori. In una sala affollata di partecipanti il convegno, allestito in collaborazione con Unionbirrai e moderato dal giornalista Roberto Fiori, è iniziato con i saluti istituzionali. Silvio Barbero, vicepresidente dell’Università di Pollenzo che ha fatto gli onori di casa: “Non si può parlare di cibo, senza parlare di etica e senza valorizzare il patrimonio territoriale”. Lucilla Ciravegna, assessore ai Servizi Sociali e alla Formazione Professionale del Comune di Bra: “Ringrazio per l’importante iniziativa”. Marco Protopapa, assessore regionale all’Agricoltura del Piemonte: “Molte aziende stanno credendo nell’opportunità della birra legata al territorio. In un momento di crisi agricola, produrre orzo e luppolo costituisce una valida alternativa rispetto ad altre colture”. Marco Carrel, assessore all’Agricoltura della Regione Valle d’Aosta: “Nicchie di autenticità come la birra, possono diventare un riferimento importante dal punto di vista economico e turistico”. Paolo Bongioanni, consigliere regionale del Piemonte di Fratelli d’Italia: “La birra rappresenta una delle eccellenze del nostro territorio”. Chiara Gribaudo, deputata e vicepresidente del Pd: “Dobbiamo valorizzare i nostri straordinari prodotti con regole e non solo con i marchi”.

A introdurre il dibattito è stato Matteo Bartolini, vicepresidente nazionale di Cia: “Il settore della birra ha molte opportunità da cogliere, anche per caratterizzare ulteriormente il territorio e sviluppare la sostenibilità ambientale, economica e turistica attraverso la creazione di accordi locali di filiera. Ma per ottenere l’obiettivo bisogna che tutti gli attori del settore si siedano attorno a un tavolo, si parlino e, insieme, impostino una programmazione spalmata su più anni. Alle Istituzioni, invece, chiediamo di rivedere la Legge del 1962 che regolamenta il settore e di mantenere le accise ridotte”.  I lavori sono poi proseguiti con gli interventi tecnici e politici. Katya Carbone, ricercatrice del Crea: “È necessario ridisegnare l’agricoltura dal punto di vista della sostenibilità. Sulla produzione della birra il nostro Centro ha messo in piedi alcuni progetti per incrementare la competitività del settore a livello nazionale, in particolare l’artigianale e l’agricolo, attraverso strumenti capaci di sviluppare, valorizzare e consolidare, all’interno della filiera, la biodiversità e le materie prime locali. Però, invito tutti alla condivisione degli obiettivi perché il nostro Paese troppo volte è frammentato sui percorsi da portare avanti e la frammentazione è solo una perdita di energia”.

Alfredo Pratolongo di Assobirra: l’Associazione delle aziende, soprattutto di quelle grandi, che producono il 92% della birra nazionale: “In Italia il settore, dopo una crescita del 9% dal 1918 al 2022, nel 2023 ha perso una forbice di mercato tra il 5 e il 7%. L’inversione di tendenza è dovuta a diversi fattori strutturali come i costi aumentati in modo esponenziale e i consumi diminuiti, anche perché le accise incidono in modo pesante sul prezzo di vendita al consumatore. L’impegno, di qui in avanti, deve andare nella direzione di far crescere il mercato, perché se cresce la quota di mercato cresce anche la filiera che c’è prima. Ma per raggiungere l’obiettivo dobbiamo fare fronte comune e lavorare tutti insieme”. Vittorio Ferraris di Unionbirrai, che associa i piccoli birrifici indipendenti: “Il nostro lavoro è da sempre indirizzato alla sostenibilità economica e produttiva, favorendo la territorialità. Tuttavia per poter programmare almeno a medio termine bisogna avere delle certezze: dalle accise alla Legge del 1962 che va rivista”.

Teo Musso presidente del Consorzio Birra Italiana, creatore del birrificio Baladin e artefice del movimento artigianale del settore: “Lo sviluppo della birra artigianale e agricola ha sconvolto il comparto, prima conosciuto solo per la produzione industriale. A partire dalla metà degli Anni Duemila i consumatori hanno preso coscienza della rivoluzione in atto. Un grande passo è stato quello di legare il prodotto alla ristorazione. Poi c’è stata l’impegnativa costruzione del progetto di filiera partendo dalla produzione agricola locale. Per sviluppare il comparto dobbiamo lavorare insieme, senza bandiere di appartenenza. Coinvolgendo, poi, i consumatori nel percorso perché tutti hanno preso un grappolo d’uva in mano, ma pochi l’hanno fatto con un fiore di luppolo”. Claudio Conterno, presidente di Cia Cuneo e del Consorzio Birra Origine Piemonte: “Lavoro nel mondo del vino, che ha percorso la sua strada sul fronte della produzione e della promozione. Ma il settore della birra ha le stesse opportunità. Con l’obiettivo di far emergere i territori locali. La filiera può crescere se i vari Consorzi regionali sono coordinati a livello nazionale, in modo che possano esprimersi attraverso un unico contenitore. E la politica e le Associazioni di categoria, sulla valorizzazione dei nostri prodotti devono camminare unite. Dobbiamo applicare il modello Alba, con il quale dopo un’ora di confronto ci si mette sempre d’accordo”.

Stefano Fancelli di Luppolo Made in Italy e Fabio Giangiacomi del Consorzio Cobi hanno raccontato la storia dei loro movimenti per la produzione interamente in Italia del luppolo e dell’orzo per fare la birra, sottolineando che è possibile e costituirebbe un importante valore aggiunto per il nostro Paese. Il convegno è terminato con le conclusioni. Monica Ciaburro, parlamentare di Fratelli d’Italia, sindaco di Argentera in Valle Stura e segretario della Commissione Agricoltura alla Camera: “Vogliamo essere sempre più vicini alla genialità e alle
esigenze delle nostre aziende. Bisogna fare squadra e le Istituzioni devono saper interpretare i loro bisogni, così da renderle competitive e sostenibili”. Patrizio Giacomo La Pietra, sottosegretario per l’Agricoltura, la Sovranità Alimentare e le Foreste: “Il dialogo è fondamentale. La Legge sulla birra del 1962 va aggiornata. Ma insieme dobbiamo costruire un Piano agricolo nazionale che sia strategico, abbia una visione del futuro e possa mettere insieme le risorse per gli investimenti. Poi bisogna dare vita a degli accordi di filiera tra produttori, trasformatori e chi vende al consumatore. Anche la birra può percorrere questa strada. Il Governo farà la sua parte andando in Europa non a prendere ordini, ma a rappresentare i problemi dei nostri agricoltori. Sul taglio delle accise per il 2024, al momento non posso dare assicurazioni”.

Cristiano Fini, presidente nazionale di Cia: “Innanzitutto, l’agricoltura italiana lavora per unire e non per dividere il mondo rurale. Il settore birra è strategico nell’agroalimentare italiano, ma ha bisogno di certezze. Gli accordi di filiera possono diventare un valore aggiunto, ma ogni attore deve far la propria parte che vuol dire ricevere, ma anche essere disponibile a dare”. Il convegno si è concluso con la presentazione di un bel video di promozione della birra italiana e la degustazione di birre con il marchio Pat Birra Origine Piemonte: il tutto curato da Beppe Carlevaris, presidente di VisitPiemonte che ha nella Cia un partner in molte iniziative.